Monumenti - Monumento alla
memoria di Aldo Moro e dei Caduti di Via Fani
Marcello Avenali. Monumento
alla memoria di Aldo Moro e dei Caduti di via Fani
Il rapporto tra Brindisi
ed Aldo Moro è stato sempre
molto speciale. Lo si evince dalle parole di sincera
gratitudine espresse dal cinque volte Presidente del
Consiglio durante le sue visite alla nostra città,
ricambiato ogni volta da grande affetto e folta partecipazione.
E proprio qui è stato eretto, il primo in tutta
Italia, un monumento in memoria dello statista di origini
salentine e alla sua scorta, barbaramente trucidati
dalle Brigate Rosse. L’opera fu commissionata
all’artista Marcello Avenali
(1912-1981) con delibera comunale dell’11 febbraio
del 1980, e fu inaugurata l’1 giugno del 1980
alla presenza del ministro di Grazia e Giustizia, Tommaso
Morlino.
La grande scultura
“antiretorica” fu collocata al centro della
rotatoria di via Provinciale San Vito, nei pressi dell’ex
caserma dei Vigili del Fuoco, una scelta ritenuta dagli
esperti giusta e “in equilibrio con l’ambiente
prescelto”, infatti secondo l’opinione
del critico d’arte Domenico Saponaro “è
uno splendido esempio del rapporto tra bellezza intrinseca
dell’opera e sua contestualizzazione: la collocazione
in un sito vissuto pienamente dalla comunità
ne fa un eccellente segno di relazione polisemica tra
opera d’arte, evento storico, stratificazioni
storico-sociali e contemporaneità”.
L’opera, l’ultima
realizzata dall’artista romano prima della sua
morte, si sviluppa verticalmente per circa 12 metri
e rappresenta l’albero della vita squarciato dai
tragici eventi, dal quale prendono il volo gli ideali
che non muoiono mai. Avenali ha così voluto trasmettere
“l’idea che la vita negata dalla violenza
alimenti la vitalità del pensiero libero”.
Le due fasce, composte da lastre modulari d’acciaio,
si slanciano parallelamente verso l’alto in un
movimento sinuoso, producendo un piacevole effetto luminoso,
attirando e riflettendo la luce naturale. Ad un certo
punto le due parti divergono proprio dove, perpendicolarmente,
spiccano il volo un gruppo di uccelli stilizzati, a
rappresentare i sani ideali che, nonostante la violenza
e le morti, continuano a librarsi in alto. Una sottile
linea rossa, simbolo del sangue versato dalle vittime
del tragico eccidio avvenuto in via Fani il 16 marzo
del 1978, fa da base al volo di questi uccelli, come
per sospingerli a proseguire il loro viaggio.
Ricordiamo i nomi dei due carabinieri e dei tre poliziotti
della scorta di Aldo Moro che furono uccisi dalle Brigate
rosse durante il rapimento del presidente della Democrazia
Cristiana: Oreste Leonardi, Domenico
Ricci, Raffaele Iozzino, Giulio
Rivera e Francesco Zizzi.
Marcello Avenali. Monumento
alla memoria di Aldo Moro e dei Caduti di via Fani.
Particolare
Il monumento è
certamente una delle opere più importanti di
Marcello Avenali, artista contemporaneo considerato
tra i più singolari della seconda metà
del novecento italiano soprattutto per la sua intensa
attività di sperimentatore di materiali.
Fotogallery
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Il Monumento ad
Aldo Moro e ai Caduti di via Fani |
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(*) Bozzetto
dell'Autore donato dai famigliari alla città
di Brindisi
Pittore e scultore,
Marcello Avenali ha saputo come pochi, nel panorama
dell’arte contemporanea, conciliare in una sintesi
perfetta, figurazione e astrazione sperimentando nella
sua incessante ricerca più forme espressive,
molteplici tecniche e varie materie, dal vetro al rame,
all’acciaio, al ferro, alle resine.
Note le sue collaborazioni con alcuni dei maggiori urbanisti
e architetti italiani, Giovanni Michelucci, Sergio Musmeci,
le frequentazioni con Mario Sironi e Fausto Pirandello.
L’esposizione del 1985 a Ferrara, nel Palazzo
dei Diamanti, quella del 1990 a Roma, nel complesso
monumentale di San Michele a Ripa e quella del 2001,
ancora a Roma, curata proprio da Mariastella Margozzi
nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna, hanno
più compiutamente delineato, con l’ampiezza
consentita dalle antologiche retrospettive, l’immagine
complessa dell’artista, della sua poetica e dei
molteplici interessi in cui era maturata la sua ispirazione.
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