Monumenti: PALAZZO DELLA
MORTE
Il Palazzo della morte - 1922
La fotogarfia certo
non é tra le piú belle, peró é
sembrato interessante commentare il soggetto: quel palazzo
strano e ormai sconosciuto a quasi tutti i brindisini
contemporanei, che appare in primo piano sul lato destro
della foto.
La foto, scattata
dalla Piazza Crispi con le spalle alla stazione ferroviaria,
mostra l´inizio di Corso Umberto I° raggiungendo
con l´obiettivo anche l'inconfondibile siluette
del glorioso Teatro Verdi.
Un palazzo sconosciuto perché da svariati decenni
inesistente in quanto abbattuto nel 1931, anno in cui
fu demolito per far posto alla casa della GIL, che a
sua volta fu distruttra dai bombardamenti degli aerei
inglesi nella notte tra il 7 e l´8 novembre 1941.
Poi in quel lotto di terreno fu costruito nel 1954 l´Hotel
Jolly, poi Majestic ed oggi Palazzo Virgilio.
Lo strano palazzo
era rimasto in piedi per ben 66 anni, dopo essere stato
costruito nel 1865 da Oronzo Cappelli, con quel nome
un faccendiere probabilmente non brindisino, che lo
aveva appoggiato sullo zoccolo del cinquecentesco Torrione
di San Giorgio, innecessariamente (ancora una volta!)
abbatuto per fare spazio alla stazione ferroviaria,
la cui struttura infatti non é che poi coincidesse
topograficamente proprio con quella del torrione. Mah!
Ma perché un
palazzo strano? ...Ma per il suo nome! “della
morte” ...e perché mai?
Ebbene strano, non solo per il terrore che incuteva
la sua lucubre struttura e sopratutto il sui lucubri
interni, quanto per la diffusa credenza che in esso
soggiornassero spiriti maligni che di notte vagavano
sotto gli archi delle sue strette finestre [Vecchia
Brindisi - Alberto Del Sordo - 1978].
Certo é che
il palazzo, concepito e costruito con logica speculativa,
rimase parecchi anni disabitato perché le sue
labirintee forme architettoniche incuterono disagio
tra la popolazione, composto com´era da camere
senz´aria, senza luce, senza cucine e senza bagni.
Poi peró, come succede da sempre, la necessitá
cedette alla speculazione ed il lucubre palazzo fu per
anni adibito a private abitazioni e vergognosamente
mantenuto in pidedi, nonostante fosse ubicato immediatamente
agli occhi di quanti viaggiatori giungevano a Brindisi
per ferrovia da ogni parte d´Itala e del mondo.
Da un anonimo cronista
degli inizi del ´900: “... una vera indecenza,
anzi una vergognosissima indecenza, quanto meglio sarebbe
stato che il pregiudizio avesse continuato ad allontanare
gli abitatori e cosí forse sarebbe stata presto
presa la decisione di demolirlo, senza tanti indugi”.
Testo di Gianfranco
Perri
Pubblicato sul quotidiano Senzacolonne
9 Agosto 2012
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