Monumenti: PALAZZO PINTO
- BARNABA
Palazzo Pinto-Barnaba (ph. G.Membola
2008)
L’elegante e
sobrio edificio situato nel pieno centro della città
al vertice tra Corso Roma e Corso Umberto I, contraddistinto
dalle due ampie terrazze rientranti e delimitate da
balaustre in pietra, fu costruito nella seconda metà
dell’800 per volere di Natale Pinto,
da cui prese il nome.
Il
28 aprile del 1897, quando nell'edificio era ospitato
l’Hotel d’Europe (foto),
soggiornò il noto garibaldino e parlamentare
repubblicano Antonio Fratti (foto
a latao) in attesa dell’imbarco per Corfù,
dove era diretto per combattere al fianco degli ellenici
nella guerra contro i turchi. In una delle sale del
palazzo il deputato originario di Forlì istituì
un ufficio reclutamento di volontari disposti a partire
e combattere con lui al seguito del generale Ricciotti
Garibaldi. Aderirono Achille De Pace,
Giordano Barnaba (che facevano parte
del 1° Battaglione Garibaldino Mereu, entrambi rimasti
feriti), Ricciotti D’Amelio[1]
ed altre “camicie rosse” di Brindisi che
si unirono ad altri ottanta volontari italiani giunti
nell’isola greca prima di proseguire per Pireo
e quindi raggiungere la Legione garibaldina sul fronte.
Quattro giorni dopo, il 17 maggio, Antonio Fratti fu
colpito al cuore e morì mentre era in trincea
nel villaggio di Domokos (Tessaglia), fu il primo dei
volontari italiani a perire nel conflitto.
La notizia causò
ovunque grande commozione, così come a Brindisi
dove si istituì un comitato[2]
per ricordare la figura dell'eroe repubblicano e della
sua sosta in città prima dell’ultimo viaggio.
Fu commissionata a Giovanni Bovio una
epigrafe e al noto scultore Ettore Ferrari
un busto marmoreo, opere poi collocate sulla facciata
del palazzo sul lato di corso Umberto ma vennero inaugurate
solo nel 1902, senza alcuna cerimonia. Nelle intenzioni
la celebrazione doveva avvenire in coincidenza del passaggio
del feretro diretto a Forlì già nel 1898,
ma ciò avvenne solo quattro anni dopo, il 23
giugno 1902[3],
quando il sentimento patriottico si era in buona parte
affievolito.
Entrambe le opere marmoree furono rimosse nel 1928 per
fare spazio ad una insegna voluta da un commerciante
dell’epoca ed abbandonate in un deposito comunale
e mai più ricollocate.
Il prof. Alberto
Del Sordo dopo una lunga ricerca era riuscito
a ritrovare solo la scultura “sotto una pesante
lastra di ghisa, per fortuna quasi intatta” e
ne aveva sollecitato la riposizione, un appello rimasto
però inascoltato[4]
.
Lo storico brindisino
era riuscito anche a ritrovare il testo dell’epigrafe
su un giornale d’epoca:
Il 28 aprile 1897
In questa casa albergò
Antonio Fratti
Quando spargea quella fede
Che dal Tirolo a Domokos
Abbe termini
La speranza e la morte
Nei primi anni del
'900 il palazzo fu acquistato dal dottor Giuseppe
Barnaba, sindaco della città dal 1909
al 1914, per utilizzare i locali del primo piano come
propria abitazione e destinando le sale del piano terra
per gli uffici delle Poste e dei telegrafi, e dal 1905
anche per il servizio telefonico.
Il secondo piano dello stabile fu costruito solo nel
1904.
L'edificio passo per eredità ai figli e quindi
ai nipoti (eredi Scotto-Di Marco) che poi hanno venduto
l'immobile a diversi acquirenti.
Palazzo Pinto-Barnaba nel 1913
(coll. Giovanni Membola)
Le immagini d’epoca
documentano i vari utilizzi commerciali dei vari ambienti
del palazzo, non ultimo quello del noto negozio di calzature
Spatafora nei locali ad angolo del piano terra, mentre
le sale del primo piano erano utilizzate come deposito,
dagli anni ’70 sino al 2001.
Successivamente l’intero stabile è stato
restaurato ed è attualmente utilizzato come uffici
ed abitazioni.
Testo di Giovanni
Membola
Si ringrazia il sig.
Raffaele Mauro per la collaborazione.
Fotogallery
- clicca per ingrandire |
|
|
|
|
|
1904 |
1918 |
1936 |
anni '70 |
anni '80 |
|
Altre immagini
d'epoca |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Bibliografia
- Alberto Del Sordo. Vecchia Brindisi tra cronaca
e storia. 1978
- Nadia Cavalera. I Palazzi di Brindisi.
1986 |
|
Note
-
Il 29 marzo 2008, durante
la X Settimana della Cultura, si è
svolta la cerimonia di consegna dei cimeli
appartenuti a Ricciotti D’Amelio, ovvero
la giubba rossa, il fucile St.Etienne datato
1874 e l’attestato di merito per aver
partecipato alla guerra greco-turca con firma
autografa di Ricciotti Garibaldi. Gli oggetti
sono stati consegnati dal nipote, architetto
Ricciotti D’Amelio, all’Archivio
di Stato di Brindisi. All’evento hanno
partecipato alcuni studenti delle classi terze
di scuola media del capoluogo
-
Il Comitato era costituito
dall’ing. L.Calabrese (presidente) e
da Gabriele Romagnoli, Michele Corona, Giovanni
Longhi, Enrico Mariani, Giuseppe Barnaba,
Vincenzo Ruggiero, Antonio Sierra, Tommaso
Antonucci, Giustino Durano, Natale Pinto,
Cesare Sovico, Enrico Studer, Fernando Ungaro,
Natale Messarotti, Alessandro Lanzoni.
-
Testo pubblicato sulla
“Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia”
di lunedì 23 Giugno 1902: La salma
di Antonio Fratti. Col piroscafo Serbia è
giunta stamane a Brindisi la salma di Antonio
Fratti, accompagnata dall'on. Chiosi e dal
Sindaco di Forlì. Nel pomeriggio hanno
avuto luogo solenni onoranze.
Testo pubblicato su “La Città
di Brindisi” del 19 giugno 1902: Lunedì
mattina la salma giungerà a Brindisi,
su un piroscafo della Navigazione Generale,
e sarà dallo stesso sbarcata ad Ancona,
per essere poi trasportata a Forlì
patria dell'estinto. L'accompagnano il Deputato
(on. Chiesi), il Sindaco e la giunta municipale
di quella città.
A rendere qui pubbliche onoranze è
sorto un comitato nelle persone dei Signori:
Giuseppe Barnaba, Presidente - Teodoro Cafiero
fu Davide, Cassiere - Carmelo Capozza, Segretario
- Michele Guadalupi - Enrico Mariani - Francesco
Zaccaria - Raffaele Cioffi - Vincenzo Ruggiero
- Giuseppe Santarcangelo - Tommaso Sala -
Alessandro Lanzoni - Michele Patruno - Massimo
Bellocchi - Giustino Durano - Camillo Mealli.
Si porteranno corone a bordo e si pregherà
l'on. Chiesi di dire poche parole, sul luogo
ove è incastonato il bellissimo ricordo
marmoreo, opera dell'Illustre Ettore Ferrari.
-
Al parlamentare Antonio
Fratti è stata intitolata una via di
Brindisi, è la stradina che da via
Lata conduce su via del Mare
|
|
|