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Chiese - ROMITORIO DEI VESCOVI

Santa Maria del Romitorio è una eccellenza storico-artistica nascosta nel cuore della città, un piccolo gioiello che in pochi hanno avuto la fortuna di visitare, un luogo suggestivo poco conosciuto ed apprezzato quanto invece meriterebbe.

L'edificio sacro, chiamato anche “Romitorio dei Vescovi”, lo si può osservare solo dall’esterno, in particolare da via de Muscettola guardando la parte in alto del Palazzo Arcivescovile, dove svetta l’antica costruzione dal tipico tetto a capriata e dalle antiche finestre (monofore) attualmente murate.
Non vi sono precise notizie storiche riguardanti questo edificio medievale risalente al XIII secolo, che per la posizione particolarmente elevata lascia supporre una sua possibile funzione originaria come punto di osservazione panoramica sull’intero porto. Dell’antica struttura, forse una sorta di torre, rimangono proprio le monofore sul lato a sud e l'elegante bifora (finestra divisa verticalmente in due parti da un pilastrino) risalente al periodo svevo, sul lato opposto che si affaccia nel cortile dell'Episcopio.
Nei primi del settecento fu l’arcivescovo Barnaba de Castro a modificare il fabbricato in un luogo solitario (di “eremitaggio”, da qui il termine Romitorio) utilizzato per la meditazione e la preghiera dei vescovi, arricchendo l’aula con un interessantissimo ciclo pittorico ad affresco che ne ricopre quasi interamente le pareti interne.

Queste importanti raffigurazioni parietali dal grande valore artistico e storico, tra i più interessanti dell’intero Salento, furono eseguiti da un autore ignoto con tecniche pittoriche particolarmente diffuse e adottate nel passato per i dipinti murali a secco, utilizzando colori a calce stemperati con l'aggiunta di collanti, “su un intonaco monostrato steso in più mani: rinzaffo, arriccio, intonachino”. In questo modo si permetteva al colore di essere inglobato interamente nell’intonaco acquisendo particolare resistenza all'acqua, alla luce e al tempo.


Romitorio dei Vescovi. Il Giudizio Universale (clicca per visualizzarlo in dimensioni maggiori)

Sulla controfacciata è presente il Giudizio Universale, che si sviluppa in buona parte su una fascia sopra la porta d’ingresso, con al centro la figura del Cristo risorto, seduto sulle nubi (la nube, nella Bibbia, rimanda alla presenza di Dio) e coperto in parte da un mantello rosso, nelle sue mani sono visibili i segni della crocifissione e la ferita del costato. Alla sua destra Maria e gli apostoli e alla sinistra alcuni fondatori di ordini religiosi, tra questi S. Francesco, S. Domenico, S. Benedetto, S. Antonio e S. Ignazio. Gli angeli rappresentati alla sinistra del Gesù mostrano alcuni simboli legati alla passione di Cristo, ovvero la colonna della flagellazione, la lancia che trafisse il costato, la canna con la spugna imbevuta d’aceto, il martello utilizzato per picchiare i chiodi nelle mani e nei piedi e la tenaglia per rimuoverli.
Sotto il Gesù giudice due angeli reggono i cartigli che annunciano il destino dei risorti, tra loro un piccolo arcangelo Gabriele con la bilancia a doppio piatto pesa i peccati delle anime. La figura del Cristo è ritratta con la mano destra levata a benedire i beati e la sinistra dolcemente abbassata ad esprimere la condanna dei dannati, infatti più in basso, ai lati della porta d’ingresso, da una parte “La caduta dei dannati all'Inferno” mostra i malvagi scacciati dagli angeli mentre precipitano verso il basso nelle fiamme, accolti e trascinati da diavoli neri (alcuni volti dei demoni risultano rimossi con l’uso di scalpelli) nella bocca di un drago (Lucifero), dall’altra “L'ascesa dei beati in Paradiso”, con gli eletti guidati ed accolti dagli angeli nel loro percorso verso l’alto.
Quest’ultimo dipinto è affiancato da una “Veduta di città”, ritenuta una possibile raffigurazione di Brindisi settecentesca, con l’antica Cattedrale romanica e il campanile simili a quelli riprodotti in altri documenti dell'epoca, la chiesa è poi crollata con il terremoto del 20 febbraio 1743.

Sulla altre pareti sono rappresentate le “Scene della Passione”, il “Giudizio di Salomone” e “Sansone nel tempio dei filistei” quindi una serie di scene riguardanti la storia di Maria (“Nascita di Maria”, “l'Annunciazione”, lo “Sposalizio della Vergine”, la “Presentazione al Tempio”, “l'Incoronazione della Vergine”, la “Madonna con Bambino”, “l'Immacolata”, “Maria al tempio”, la “Visitazione”, la “Natività”, la “Vergine con il Cristo”, la “Madonna del Rosario”), tutte ritratte nei riquadri in sequenza nelle tonalità dominanti del rosso ocra e del rosa intenso. Risultano però poco leggibili alcuni simboli allegorici e i motivi floreali, mentre in più parti è dipinta una balaustra e tra le colonnine di questa composizione decorativa si intravedono alcuni artigiani intenti nelle loro professioni.
Tutti questi affreschi, che coprono circa 105 metri quadri di pareti, furono restaurati alcuni anni fa e riportati alle tonalità originali, un intervento che includeva anche il rifacimento della copertura in legno così da evitare infiltrazioni d'acqua e salvaguardare l'intera opera.

La facciata principale del romitorio è rivolta a ponente, ma è davvero molto complicato potervi accedere, principalmente per difficoltà legate alla sua posizione e all’assenza di strutture di protezione lungo l’intero percorso. Un vero peccato, un eremo artisticamente molto interessante in una posizione dove la vista sulla città è insolita e suggestiva, completerebbe un percorso turistico religioso tra i più belli e ricchi dell’intero meridione.

Fotogallery - clicca per ingrandire
Esterno
Bifora
Interno
Parete a est
Affresco
Veduta di città
Interno
controfacciata
Affreschi
Documenti correlati:
» Scheda descrittiva a cura dell'Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiasitici

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