Monumenti - TEMPIO DI SAN
GIOVANNI AL SEPOLCRO
La chiesa del Santo
Sepolcro si è pensato possibile sia stata eretta,
sul finire dell'XI secolo, per volontà di Boemondo,
il grande normanno cantato dal Tasso. Sorse sulle basi
e con i resti di un'altra più antica, trasformando
però ogni valore architettonico al monumento
con una nuova utilizzazione dello spazio interno.
Battistero della Cattedrale nel XII secolo, possesso
per secoli degli Ospitalieri, fu infine acquisita dalla
civica amministrazione per essere utilizzata, dal 1880
al 1955, quale sede museale.
Il portale di ponente, che dovette essere dell'ingresso
principale della chiesa, disposta con l'abside a levante,
rappresenta sul fronte, in sette riquadri per stipite,
simboli cristiani: il cervo, il leone, la sfinge, il
pistrice, il vitello, il toro, l'agnello, il rinoceronte,
l'aquila.
La fattura delle sculture ne permette la datazione all'XI
secolo; al successivo va invece collocata l'apertura
della porta settentrionale. L'entrata è coperta
da un protiro cuspidato retto da due colonne che poggiano
sopra leoni stilofori in marmo. Nell'architrave è
abilmente imitata la maniera bizantina; il motivo decorativo,
a fogliami d'acanto spinoso su una cornice con ovuli
alternati a dentelli, è piuttosto diffuso nell'area
pugliese. Le raffigurazioni sul fronte degli stipiti
sono di chiara impostazione romanica. Fra i temi rappresentati:
la nereide, la lotta fra toro e leone, il grifo, il
cervo sono elementi decorativi usati in tutti i territori
mediterranei sin dalla più remota antichità
e da qui poi successivamente diffusisi in tutta Europa.
Nell'interno, con pianta a staffa di cavallo otto colonne
dividono la parte centrale dal peribolo. Sulle pareti
sono affreschi eseguiti fra XIII e XV secolo; di notevole
interesse la Deposizione collocabile in un
arco temporale compreso fra il declinare del Duecento
e i primi del Trecento.
(testo di Giacomo Carito - da "Brindisi
Nuova Guida" - 1993)
Il Tempio adibito a Museo civico
Chiesa probabilmente
costruita dopo l'evangelizzazione di Brindisi ad opera
di san Leucio nel VI sec., demolita sul finire del secolo
successivo dai Langobardi, fu ricostruita sopra le stesse
basi, ma con varianti, in età normanna, forse
per essere usata come battistero della cattedrale. Il
portale del lato di ponente è decorato con bassorilievo
ed è databile al sec. XI. Il portale di Nord
- Ovest ha un protiro retto da colonne con capitelli
poggianti su leoni di marmo. Gli stipiti del portale
scolpiti in marmo rappresentano tra steli e foglie,
varie figure del bestiarium. Esso fu inserito
nella muratura antica nel sec. XII ed è quindi
elemento per datare la riutilizzazione dell'edificio
in funzione della cattedrale. Nell'interno la chiesa
ha la forma di staffa di cavallo con base ed ingresso
a levante. Otto colonne, di cui due impegnate ai lati
dei primitivo ingresso, dividono lo spazio in una rotonda
centrale e in un peribolo limitato dalla muratura esterna
che è costituita alla base da grossi blocchi
di pietra squadrati.
Vi sono su queste pareti, all'interno, tracce di immagini
di santi databili al XIII sec.
(testo di Rosario Jurlaro - da:
Storia e Cultura dei Monumenti Brindisini)
Incerte sono le origini
di questo tempio: alcuni studiosi avanzano l'ipotesi
che sia stato costruito in periodo paleocristiano; altri,
invece, che sia stato un tempio pagano, stanti i suoi
caratteri strutturali, trasformato in cristiano nel
sec. XII. Fino a quando non fu distrutto dai Longobardi
non poteva essere se non a perfetta base circolare.
Modificato nella ricostruzione, in periodo Normanno
(sec. XI e XII), assunse forma di staffa di cavallo
quale è oggi.
Il portale principale è munito di protiro poggiante
su leoni stilofori; gli stipiti marmorei presentano
figure varie del Bestiarum, Quello secondario in asse
con l'abside ha gli stipiti con decorazione più
lineare.
Otto colonne - due delle quali impegnate per buona parte
ai lati della primitiva abside centrale a mo' di lesene
- con capitelli di bell'effetto, corinzi, dadiformi,
e campanulati, sorreggono le arcate culminanti nel tetto.
Tra le colonne e il muro di contenimento dell'intero
edificio - su cui si rilevano estese tracce di affreschi
- corre un peribolo.
Trasformato, come si è detto, in tempio cristiano,
fu detto di S.Giovanni dei Cavalieri Templari e poi
di S. Giovanni dei Cavalieri Gerosolimitani o del Santo
Sepolcro da cui esso trae il nome.
Chiuso per lungo tempo al culto, fu nel sec. XIX riaperto,
assolvendo alla funzione di museo civico per iniziativa
e opera dell'illustre archeologo Canonico Giovanni Tarantini
e del suo successore Canonico Pasquale Camassa, fino
al 1954, anno in cui, entrò in funzione il museo
provinciale nel quale fu trasferito tutto il materiale
archeologico in esso contenuto.
(da opuscolo: "Brindisi
tra storia e arte" - Az. Aut. Soggiorno e
Turismo).
|