Domenica 13 dicembre, alle
ore 17,30, nelle sale di Palazzo Granafei-Nervegna
di Brindisi, con il patrocinio dell'Amministrazione
Comunale, avrà luogo l'inaugurazione
della mostra d'arte degli artisti Luigi Manca
e Caterina Romano. Alla cerimonia sarà
presente il Sindaco Mimmo Consales.
Luigi Manca
Non chiamateli collage. Stratificazioni, costruzioni,
ancor meglio composizioni, ma collage proprio
no! Le opere che Luigi Manca presenta a Brindisi
presso il palazzo Granafei-Nervegna, una mostra
curata da Anna Cirignola il 13 Dicembre fino
al 31
gennaio 2016. Sono piccoli teleri generati
dall’accurata combinazione di lacerti
cartacei preventivamente preparati. Presenti
i colori, il più delle volte espressi
in monocromia, mancano le pennellate, sostituite
da frammenti giustapposti in vere e proprie
velature. Simili a sindoni mostrano i segni
dell’esistenza, divenendo testimonianze
di un vissuto collettivo, di una condivisa
difficoltà del vivere quotidiano. Come
i sacchi di Burri, divengono emblemi dell’esperienza
umana, segni sopravvissuti della condizione
umana. Nessuna disperazione però trapela
dalle sue opere, ma solo una presa di coscienza
in una quieta trascrizione. Ogni dramma è
infatti placato dalla costante ricerca del
bello, maturata nel corso di una ventennale
presenza nel mondo del design e della moda.
Salentino di nascita ma cittadino del mondo,
Manca è peregrino per vocazione ed
esteta per formazione. Dopo una breve permanenza
a Firenze, ha viaggiato ininterrottamente,
da Berlino a New York, da Parigi ad Atene,
conoscendo luoghi, persone e attività
e lasciandosi plasmare da ogni incontro e
da plurime suggestioni. Fotografo, arredatore,
stylist, modello, designer, gallerista e infine
artista, attività quest’ultima
avvertita non come alternativa ma come naturale
approdo. Una personalità poliedrica,
forgiata da spirito d’intraprendenza
e autentica capacità visionaria.
Sono circa 30 i lavori in mostra a Brindisi,
ma è soprattutto la tecnica a conquistare.
Un modus operandi non comune, che tradisce
il materiale trasformandolo in altro da sé.
La carta non più mero supporto, pagina
bianca da coprire e riempire, diventa protagonista,
manipolata ed esposta in primo piano fino
a mostrarne potenzialità espressive
e carico emozionale. Si resta esterrefatti
quando, approcciandosi ai quadri, si rivela
il fascinoso inganno: composizioni informali,
energiche e gestuali per definizione e che
generano un senso di misurato misticismo sono
create con tecnica accurata, elegante in ogni
sua apparente irruenza.
Ragionate bruciature e misurati inserti organici,
evidentemente scelti per valenza materiale
ed estetica, contribuiscono al fascino della
visione.
A terra o sulle pareti, i lavori di Manca
si ergono ad archetipi di esistenza, simulacri
di una vita vissuta di cui portano il carico
e i segni. Carte come tappeti, arazzi, libri,
dipinti, ma sempre generate da accumuli emotivi
e memoriali. Nel suo operare l’artista
asseconda il principio di necessità
interiore di kandinskiana memoria con fare
materico più che razionale, mostrandosi
attento alle intrinseche qualità del
materiale cartaceo, di cui ha imparato a rivelarne
attitudini estetiche e valenze semantiche.
Una reazione alla tradizionale tecnica della
cartapesta che molti capolavori ha regalato
al Salento ma che, al pari dell’onnipresente
barocco, tende a raggelarne la visione in
forme ripetibili e stereotipate. A differenza
del maestro cartapestaio, Manca decompone
la carta, la strappa, la brucia, la ferisce,
mostrandone trasparenze, fessure, lacerazioni
in una rappresentazione emozionale ancor prima
che estetica.
Anna Cirignola e Carmelo
Cipriani
Caterina Romano
L'arte nasce dal bisogno di comunicare, è
dunque l'aspirazione suprema alla verità,
al bene, alla vita. E' un bisogno interiore
di dare agli altri il meglio di se, ed è
quello che coglie Caterina Romano quando viene
affascinata dai ritratti di fotografi internazionali
come Steve Mc Curry, Oliver Follmi e Patrick
De Wilde .
Ama la pittura, la sua laboriosità
di donna la porta a manipolare pennelli e
colori e ,guardando quei volti ,si sente ispirata
a dargli una vitalità più intensa
attraverso la pittura .
Non tradendo nulla, luce, colore, sguardo
resta immutato; è la materia che fa
essere quel volto più presente, è
la pennellata, la durezza del segno che rende
più vivo quel viso.
L'artista trova in quelle foto le sue stesse
emozioni ;è una catarsi che la porta
lontano vivendo il presente, consapevolmente
l'attenzione si sposta verso le persone a
lei vicine affettivamente...il ritratto della
figlia e' anche il suo, a linea amorevole
che le congiunge diviene disegno ,pittura
,opera d'arte che le renderà ambedue
immortali.
Anna Cirignola