La Provincia di Brindisi
Area
Archeologica di EGNATIA
Parco archeologico di grande interesse
storico sorto a metà strada sull'asse Bari-Brindisi, a confine tra la Paucezia
(terra di Bari) e la Messapia (attuale Salento).
I più antichi ritrovamenti risalgono all'età del bronzo (XV-XII sec.
a.C.) e sono rappresentati da capanne disposte sia sulla costa che
nell'entroterra.
Del villaggio messapico, denominato Gnathia, resta la robusta cinta
muraria a semicerchio, originariamente alta sette metri,
lungo tutto il perimetro esterno (circa 2 km), oltre il quale si
sviluppavano le zone destinate alle tombe per le sepolture, tra esse
rimane evidente quella che oggi viene chiamata necropoli
occidentale.
Qui
furono ritrovati interessanti corredi funerari: vasi in ceramica
decorati a tanalità diverse e conosciuti come la "ceramica di Egnazia",
molte dei quali sono visibili nel vicino Museo.
La città divenne fiorente per gli scambi con i greci grazie
all'utilizzo del suo vicino porto e raggiunse il massimo dello
splendore tra il IV e il III secolo a.C.
Nel periodo romano (I – III secolo d.C.) la citta venne attraversata
trasversalmente dalla Via Traiana, voluta
dall’imperatore romano nel 109 per collegare Roma con Brindisi passando
da Benevento e Capua, una deviazione alla gia esistente Via Appia.
Sull’antica strada basolata sono visibili i paracarri e su alcune
lastre sono evidenti i solchi formati dal passaggio dei carri.
Della stessa epoca i resti di alcune abitazioni
romane, il foro con il relativo portico
ancora pavimentato con lastre di tufo, l’anfiteatro
a forma ellittica, la basilica civile e
le Basiliche paleocristiane, la maggiore
a tre navate dove sono evidenti le forme del battistero, l’abside e
resti del pavimento musivo, il criptoportico
(un possibile deposito sotterraneo di cereali con il soffitto a botte,
diramato in quattro bracci), fornaci, sacelli
ed altri importanti ritrovamenti.
La città romana era articolata in insule irregolari delimitate tra la
via Traiana e le altre strade secondarie.
Interessante
anche la visita al vicino Museo Archeologico Nazionale
(tel. 080.4829056) dove si conservano importanti anfore, ceramiche e
mosaici.
La distruzione sembra sia avvenuta per cause ancora ignote nel X secolo
d.C. Fu devastata dai Goti e subi numerosi movimenti tellurici, che
dispersero i suoi abitanti nelle aree circostanti.
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