La Provincia di Brindisi - ORIA,SANTUARIO DI SAN COSIMO
ALLA MACCHIA
Santuario
di San Cosimo alla Macchia, alle origini del culto
A
circa 5 km da Oria, in aperta campagna, si trova il
santuario di San Cosimo alla Macchia, uno dei più
importanti in Puglia.
L'attuale chiesa, edificata ai tempi di Mons. Tommaso
Maria Francia (1697-1719) e in seguito ampliata, nacque
inglobando una precedente chiesetta medievale, oggi
adibita a cappella, che sorgeva in un'area caratterizzata
da una viabilità antichissima, nota peraltro
per il ritrovamento di ceramica micenea. La chiesetta
rurale di San Cosimo era a pianta rettangolare e, a
giudicare dai pochi elementi superstiti (quattro archi,
due per lato, di cui uno sostenuto da una colonna di
reimpiego), probabilmente presentava un impianto a tre
navate.
Le fonti concordano nel ritenerla una chiesa arcipretale,
ma non sappiamo esattamente da quando. Le sue origini
sono state ricondotte dalla tradizione locale ai soliti
monaci "basiliani" fuggiti dall'impero bizantino
durante il periodo iconoclasta, che avrebbero dato vita
a un villaggio con annesso luogo di culto, distrutto
dalle incursioni dei Saraceni nei secoli IX e X.
Nonostante l'ipotesi basiliana sia stata accantonata
ormai da tempo dagli studiosi semplicemente perché
San Basilio non ha mai fondato un suo Ordine ,
è possibile che tale tradizione nasconda in realtà
una fondazione collocabile nel quadro della politica
di cristianizzazione delle campagne perseguita dai Bizantini
ai tempi della seconda colonizzazione.
Di provenienza orientale, peraltro, è lo stesso
culto dei Santi Medici. La primitiva chiesetta di San
Cosimo era il punto di riferimento spirituale dell'omonimo
villaggio/casale medievale, attestato archeologicamente
nel XIII-XIV secolo. In tal senso vanno interpretati
i dati degli scavi condotti nel 1999 nell'area della
navata centrale e nella sagrestia dell'attuale chiesa,
che hanno riportato alla luce varie cisterne e una necropoli
con 32 tombe a fossa, di cui 7 integre, e diversi oggetti
da corredo.
Fra il Trecento e gli inizi del Quattrocento il casale
di San Cosimo risulta infeudato a vari signori. Ai primordi
del XVII secolo, ormai abbandonato, fu concesso a Nicola
Francesco Papatodero, i cui eredi lo possedettero per
molti anni, e in seguito passò agli Imperiali.
A partire dal XVIII secolo il culto dei Santi Medici,
inizialmente rurale, cominciò a crescere in maniera
significativa ed è per questo che si ritenne
necessario costruire una nuova chiesa, che via via fu
ingrandita dai vescovi oritani fino ad arrivare alla
forma attuale.
Ma questa è già un'altra storia...
Marcello
Semeraro
Ritrovamenti degli scavi condotti
nel 1999 nell'area della navata centrale e nella sagrestia
dell'attuale chiesa
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