La Provincia di Brindisi - ORIA, CHIESA DI SANTA MARIA
DI GALLANA
CHIESA
DI SANTA MARIA DI GALLANA
L'ANTICHISSIMA CHIESA, UN TESORO IN APERTA CAMPAGNA
La
chiesa di Santa Maria di Gallana è uno dei monumenti
oritani più ricchi di fascino e di storia.
Sorge nell'omonima contrada, a circa 3 km da Oria, su
un tratto dell'antica via Appia. Benché l'origine
del suo nome sia stata ricondotta dalla tradizione locale
a un'improbabile moglie di Carlo Magno di nome Galerana
o agli Angioini (i "Galli"), è ormai
accertato che la chiesa fu eretta sui ruderi di una
villa rustica romana di proprietà della Gens
Gerellana (da cui il nome), come documenta
un'epigrafe del I-II sec. d.C.
Epigrafe del I-II sec. d.C.
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La
più antica attestazione dell'esistenza della
chiesa è contenuta in un privilegio di Roberto
il Guiscardo del 1062, che in quell'anno confermò
all'abbazia benedettina di S. Maria di S. Eufemia in
Calabria "quinque monasteria in pago orietano",
fra cui "Sancta Maria de Gallano".
Difficile definire con certezza le varie fasi costruttive
che hanno interessato l'edificio nel corso del tempo.
Secondo un'ipotesi accreditata, la chiesa, al momento
della sua edificazione, potrebbe aver sfruttato nella
zona absidale i resti di una struttura precedente, su
cui si è impostato il muro in opera listata di
probabile ascendenza longobarda. In origine la chiesa
sarebbe stata caratterizzata da un'unica navata coperta
con tetto a capriate lignee e successivamente con due
cupole in asse.
In
prosieguo di tempo essa avrebbe subito sostanziali rimaneggiamenti
che portarono all'allungamento della navata centrale
e alla costruzione delle quelle laterali, di cui la
sinistra appare oggi crollata, e del battistero circolare.
Secondo altri, tuttavia, l'impianto a tre navate è
pertinente alla prima fase dell'edificio, da mettere
in relazione con il lacerto di mosaico pavimentale rinvenuto
durante alcuni lavori di consolidamento e databile al
VI secolo, mentre l'inserimento delle due cupole è
ascrivibile a un intervento successivo di epoca longobarda.
La chiesa, comunque sia, era il punto di riferimento
spirituale di un omonimo casale medievale uno
dei tanti disseminati nella cosiddetta foresta
oritana che fra il XIV e il XV secolo fu
abbandonato e i suoi abitanti si trasferirono nei paesi
vicini. Agli inizi del Cinquecento il casale, divenuto
un feudo rustico, fu dai Bonifacio, marchesi di Oria,
concesso in suffeudo alla famiglia Papatodero; alla
fine dello stesso secolo esso passò agli Imperiali,
che ebbero anche il diritto di nomina dell'arciprete.
Nel XVIII secolo, infine, l'antico casale aveva ormai
lasciato il posto a una masseria.
Marcello
Semeraro
Non č
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