LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
IL MINISTRO ANDREOTTI
INAUGURA L'ARA VOTIVA
18 luglio 1965
Doveva essere una
fiamma perenne, a perpetua memoria degli immortali eroi
dell’invitta Marina d’Italia.
Fu accesa domenica 18 luglio del 1965 durante la cerimonia
di inaugurazione dell’Ara Votiva
nel piazzale antistante il Monumento al Marinaio d’Italia
per mano dell’allora ministro della difesa Giulio
Andreotti, ma è stata spenta poche settimane
dopo, e riaccesa solo in rare occasioni.
La cerimonia dell'inauguraione
dell'Ara votiva sul piazzale antistante il Monumento
al Marinaio
(foto archivio famiglia on. Mario Marino Guadalupi,
autorizzata alla pubblicazione solo sul presente sito)
La cerimonia è
ricordata nelle cronache del tempo come una giornata
memorabile che si svolse in un clima di “fervida
spiritualità”, un evento molto partecipato
alla presenza di importanti autorità civili,
militari e religiose e da tanti cittadini sempre sensibili
alle vicende dalla Marina Militare.
Il ministro Giulio Andreotti, durante la sua breve permanenza,
presenziò a diverse manifestazioni. Subito dopo
l’arrivo, avvenuto alle ore 10.30 con un volo
speciale, fu accompagnato dal presidente della commissione
parlamentare alla difesa on. Giulio Caiati
e dal sottosegretario di stato alla difesa on. Mario
Marino Guadalupi nei locali del Dopolavoro
della Marina Militare, dove consegnò agli anziani
del lavoro una serie di diplomi e sessantasei medaglie
(32 d’argento e 34 di bronzo). Il gruppo si spostò
poi nel piazzale inferiore del Monumento al Marinaio
dove - alle 11.45 - ebbe inizio la cerimonia dell’inaugurazione
dell’ara votiva, con la celebrazione della messa
al campo officiata dall’arcivescovo ordinario
militare mons. Arrigo Pintonello. Al
termine del rito, subito dopo la Preghiera del Marinaio
e la benedizione dell’ara, il ministro Andreotti
accese quella che doveva essere la fiamma perenne, il
momento più suggestivo dell’intera manifestazione.
Il ministro Andreotti si appresta
ad accendere la fiamma perenna dell'Ara votiva. Sono
con lui, tra gli altri, da sinistra il prefetto Conte,
l'on. Caiati, l'amm. Giurati, l'on. Guadalupi, l'avv.
Palma e il sen. Perrino.
Foto Ficarelli (La Gazzetta del Mezzogiorno del 19/7/1965)
“La fiaccola
che d’ora innanzi brillerà nella notte
su quest’ara, ricorderà ai naviganti ed
ai cittadini la meravigliosa consegna di ‘non
dimenticare’ – affermò durante
l’allocuzione il capo del dicastero - è
un tributo doveroso e gentile verso i morti ed i loro
congiunti.” Infatti l’ara votiva fu
voluta non solo come opera di valorizzazione del Monumento
al Marinaio d’Italia, ma soprattutto come rinnovata
testimonianza del sacrificio di coloro che in pace ed
in guerra immolarono sul mare la loro vita per la Patria.
l'Ara votiva sul sagrato del
Monumento al Marinaio d'Italia. Foto Ficarelli (La Gazzetta
del Mezzogiorno del 18/7/1965)
Alla cerimonia parteciparono
anche l’on. Abate, l’on. Carlo Mugnozza
Scarascia e il sen. Antonio Perrino,
insieme a tutti i principali rappresentanti locali:
Vitantonio Palma in qualità
sia di presidente dell’amministrazione Provinciale
che di presidente del comitato promotore, il sindaco
Luigi Capone, il questore Paolo
Panzera e il prefetto Ciro Conte,
a cui giunsero numerosi telegrammi di ringraziamento
per l’organizzazione e la riuscita dell’evento.
Tra i presenti anche il Capo di Stato Maggiore della
Marina ammiraglio Ernesto Giurati ed
altri importanti rappresentanti delle Forze Armate.
A fare da cornice alcune unità della Squadra
Navale ormeggiate nel seno di ponente, ovvero le navi
Garibaldi, Impavido e Etna, visitate da un gran numero
di brindisini al termine del raduno, e ad “aggiungere
alla manifestazione una significativa nota di colore,
di entusiasmo e di commozione” la banda della
Marina Militare, che nel pomeriggio ebbe un concerto
in piazza della Vittoria.
La cerimonia continuò all’interno della
cripta del Monumento al Marinaio con lo scoprimento
di due lapidi sulle quali sono incisi i nomi delle 126
medaglie d’oro alla memoria della prima e seconda
guerra mondiale.
Il Ministro della Difesa Giulio
Andreotti all'uscita della cripta del Monumento al Marinaio
(foto archivio famiglia on. Mario Marino Guadalupi,
autorizzata alla pubblicazione solo sul presente sito)
Andreotti
ripartì per Roma con lo stesso volo alle ore
15.00 dopo aver partecipato alla colazione offerta dal
prefetto Conte. Il menu prevedeva un cocktail di gamberetti
in salsa aurora, ravioli mantecati alla panna, dentice
del mare nostro in bellavista con salse di maionese,
tartara, olio e limone, roastbeef all’inglese
con pomodori e insalata mista, dessert semifreddo Martell
- Corvoisier, macedonia al maraschino, vini tipici del
Salento (bianco e rosato), acqua minerale e moka.
Durante l’intera
giornata le bandiere nazionali furono esposte sui pubblici
uffici e fu disposta la chiusura delle strade cittadine
sul percorso del Ministro.
Un’altra curiosità: alla raccolta di fondi
per l’erezione dell’ara votiva parteciparono
anche due piccoli comuni della provincia di Pavia, Canneto
Pavese e Montescano, che offrirono un assegno di 5.000
lire ciascuno.
Non mancarono le
polemiche. Con una missiva a firma del presidente dell’Ente
Provinciale del Turismo Norberto Rolandi,
fu accusata la Rai per aver trasmesso poche immagini
dell’evento, ovvero solo quelle del momento dell’accensione
della fiamma “e non della cornice suggestiva
dell’ambiente, così da poter far vedere
ai telespettatori, ed ammirare, uno dei gioielli panoramici
più belli della nostra Italia”.
L'Ara votiva sul piazzale antistante
il Monumento al Marinaio d'Italia (ph. G. Perri 2017)
Si ringrazia per
la collaborazione l’Archivio di Stato di Brindisi
e la Biblioteca “A. De Leo”.
Testo di Giovanni Membola
Pubblicato sul settimanale "Il 7 Magazine"
del 14/7/2017
Bibliografia
- Archivio di Stato di Brindisi,
Prefettura, Gabinetto post ’63, cat.27, busta
19, fascicolo 3
- L’ara votiva ai
caduti sul mare, in La Gazzetta del Mezzogiorno,
18 luglio 1965
- La fiamma accesa a Brindisi,
un tributo generoso e gentile verso i caduti sul mare,
in La Gazzetta del Mezzogiorno, 19 luglio
1955
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