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LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA

DA BRINDISI SALPA LA CROCIATA DI FEDERICO II
2da parte

La flotta, composta da un esiguo esercito e da numerosi pellegrini, dopo la sosta a Corfù e a Cipro giunge a San Giovanni d'Acri il 7 settembre. Da qui il conte di Malta e l'arcivescovo di Bari tornano in Italia per chiedere, inutilmente, la revoca della scomunica.
L'accoglienza in Terra Santa non è delle migliori: buona parte degli ordini cavallereschi, dei cristiani e il patriarca di Gerusalemme non accettano quel sovrano che ha intrapreso la spedizione nonostante la scomunica [5].

Intanto sui Luoghi Santi regna il sultano Malek Al-Kamil, in buoni rapporti con lo svevo. Questa amicizia e la trattativa diplomatica condotta dall'emiro Fakhr-ed-Din, porta all'accordo pacifico definito con il trattato di Jaffa del 18 febbraio 1229: Gerusalemme passa sotto il controllo cristiano per dieci anni, insieme a Betlemme, Nazareth e parte della fascia costiera, mentre ai musulmani è consentito l'accesso ai luoghi di culto.
La crociata quindi si conclude pacificamente, senza alcun spargimento di sangue. Una abile mossa diplomatica che da una parte valorizza la figura dell'imperatore ma dall'altra crea ulteriori dissidi con il Papa.
Gregorio IX è scandalizzato per questo trattato di pace con gli infedeli e lancia l'interdetto, chiede la disubbidienza dei sudditi e invade il regno, servendosi di Giovanni di Brienne, suocero dello svevo, pronto a vendicarsi dell'imperatore che, sposando Isabella, gli aveva usurpato la corona.

Federico II dopo l'auto-incoronazione a re di Gerusalemme, ritorna con due sole galere in Italia e sbarca a Brindisi il 10 giugno, seguito da un contingente armato di tedeschi provenienti dalla Siria.
Prima di trasferirsi a Barletta con queste armate organizza la riconquista del regno dell'Italia meridionale, occupato in parte dalle armate papali.
In Puglia solo tre città gli sono rimaste fedeli: Barletta, Andria e Brindisi; e a proposito dell'arrivo dell'imperatore in questo porto lo storico e biografo federiciano Kantorowicz scrive: "era tanto stupefacente che, al vedere le insegne imperiali, gli abitanti della città non credevano ai propri occhi, perché già avevano pianto Federico II per morto. Solo quando videro l'imperatore in persona capirono la menzogna del papa. Grande fu il giubilo con cui Federico II fu accolto; e in brevissimo tempo si propagò la notizia del suo arrivo. La situazione era rapidamente cambiata" [7].
Lo stesso Federico racconta all'emiro Fakhr-ed-Din gli eventi: "allorché dunque sbarcammo nel porto di Brindisi - Dio lo guardi! - trovammo che re Giovanni e i lombardi avevano fatto a gara nell'irrompere nel nostro regno… Ma quando si sparse la voce del nostro ritorno… i nostri nemici, smarriti e tosto volgendo la schiena, si ritirarono disordinatamente" [8].

L'anno successivo viene richiamato a Brindisi l'esercito per far rientro nei luoghi di provenienza.

Immagine nel testo:
Federico II incontra il sultano al-Kamil, dalla "Cronica" di Giovanni Villani

Riferimenti bibliografici:

[5] Hubert Houben, La crociata di Federico II, 2002 (da Stupormundi.it)

[7] Ernst Hartwig Kantorowicz, Federico II, imperatore, Milano 1978

[8] Eberhart Horst, Federico II di Svevia, Milano 1981

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di Wolfgang Stürner (link esterno)

Siti di riferimento e consigliati:
» Stupor Mundi
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