LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
NEL 1911
A BRINDISI LA PRIMA GARA DI BARCHE A MOTORE
La Crociera Internazionale Torino-Venezia-Roma, antesignana
delle future gare di Offshore, ebbe un grande successo
di pubblico anche a Brindisi, ultima tappa sull'Adriatico
della competizione
La
prima vera gara nazionale di barche a motore suscitò
grandissimo interesse e tanta curiosità anche
a Brindisi, tappa di passaggio dei partecipanti alla
più audace impresa motonautica mai organizzata
in Italia, alla quale presero parte alcune imbarcazioni
provenienti da altre nazioni europee.
Sino ad allora le sfide della nascente disciplina sportiva
erano state di breve durata, su corsi d'acqua e laghi,
e miravano principalmente al miglioramento delle velocità
e all'affidabilità dei motori.
Tra la fine dell'Ottocento e il primo decennio del Novecento
i motori di queste imbarcazioni non erano ancora particolarmente
potenti, raggiungevano la velocità massima di
15-20 nodi, i maggiori progressi si ebbero con l'avvento
della Prima guerra mondiale, quando si avvertì
la necessità di mettere a punto piccoli mezzi
navali veloci, da utilizzare in mare aperto. La tecnologia
dell'epoca cercava inoltre di ottimizzare alcuni aspetti
legati alla sicurezza, troppo spesso incendi spontanei
si innescavano su questi natanti a causa dell'infiammabilità
del combustibile utilizzato ("l'essenza di petrolio"),
con pericolosi rischi a persone e cose. L'obiettivo
di quegli anni non era tanto quello di vincere, ma giungere
al traguardo, sani e salvi.
Nel
1911 i tempi erano ormai maturi per organizzare qualcosa
di più impegnativo, pertanto su iniziativa della
Commessione del Touring Club Italiano, presieduta
dal senatore Giusepe Colombo, coadiuvato dai
membri cav. Arturo Mercanti e Antonio Mainoni,
per celebrare il cinquantenario dell'unità d'Italia
venne organizzata "una crociera motonautica
da Torino a Roma passando per il Po fino a Venezia e
poi costeggiando quasi tutta l'Italia - spiega l'ex
pilota Albero Mondinelli, giornalista con lunga
esperienza nella stampa nautica - non era vera gara,
ma voleva solo dimostrare la possibilità di circumnavigare
le coste della penisola". La competizione si
sviluppava su tre crociere distinte, la prima fluviale
da Torino a Pavia, partita il primo di luglio e riservata
a ventidue imbarcazioni a remi "diversissime
di foggia e di capacità", quindi, per
la maggior profondità del fiume Po, da Pavia
il 5 luglio venne iniziata la crociera motonautica con
canotti leggeri ed arrivo a Venezia tre giorni dopo.
Nella città lagunare il 9 luglio vi fu dapprima
l'esposizione dei sette motoscafi che presero parte
alla terza parte dell'originale manifestazione sportiva,
la Crociera Marittima, partita alle ore 4 del mattino
successivo dal bacino di San Marco, la più difficile
ed impegnativa. Le 1.200 miglia complessive del tragitto
vennero coperte in undici tappe, sei delle quali nelle
acque "ferrigne, amare e irose dell'Adriatico":
Venezia, Ancona, Ortona, Manfredonia, Bari e Brindisi.
La crociera proseguì poi nelle acque "convulse
e azzurre dello Jonio, alle tranquille, opaline del
Tirreno, alle bionde correnti del Tevere",
si legge ancora sul reportage del Touring, prima di
giungere al traguardo di Roma, dove la grande impresa
marinara, antesignana delle future competizioni di offshore
e concepita per unire via acqua la prima capitale dello
stato unitario con la capitale storica dell'Italia,
ricevette la meritata consacrazione del suo successo.
Le imbarcazioni ferme a Chioggia
(da La Stampa Sportiva)
Le
condizioni proibitive dell'Adriatico rallentarono la
corsa, la partenza della prima tappa fu dapprima rimandata
di un giorno e successivamente fermata a Chioggia dove
i "canotti-automobile" (termine usato
all'epoca) dovettero rifugiarsi per la furia delle onde;
si giunse nel porto brindisino domenica 16 luglio, con
un paio di giorni di ritardo rispetto al programma iniziale.
La sesta tappa di 62 miglia nautiche era partita al
mattino da Bari e venne accolta nel porto della nostra
città dal vaporetto Iris messo a disposizione
della Società Peninsulare, sul quale avevano
preso posto il sindaco Giuseppe Barnaba con l'intera
Giunta e le altre autorità civili e militari,
insieme a "diverse distinte signore".
Altre cinque imbarcazioni messe a punto dall'organizzazione
locale andarono incontro ai motonauti per "porger
loro il primo saluto di Brindisi". Un resoconto
minuzioso di quel giorno fu pubblicato su molti giornali
nazionali, "dai più grandi ai più
modesti", infatti al seguito della manifestazione
furono inviati i migliori e più validi rappresentanti
della stampa dell'epoca, come il noto avv. Longoni
del Secolo di Milano, con il compito di redigere un
resoconto giornaliero non solo della gara, ma anche
delle "bellezze scoperte dalla nostra Crociera,
gli scambi generosi tra i popoli delle diverse regioni",
allo scopo di far scaturire quel "desiderio
al viaggio per mare alla scoperta delle nostre coste
a beneficio di quella pratica del turismo nautico".
Le imbarcazioni partecipanti
alla Crociera Motonautica ormaggiate nel porto di Brindisi
(16 luglio 1911 - arch. G. Membola)
Le
cronache raccontarono inoltre dell'accoglienza e delle
feste organizzate in onore dei partecipanti alla "bene
ideata gara di turismo nautico", come fu definito
il riuscitissimo evento voluto dal Touring Club: il
corrispondente de "La Stampa Sportiva", supplemento
settimanale illustrato del quotidiano torinese, scrisse:
"Brindisi, giallognola e bassa, salutò
con una cordialità tutta meridionale i navigatori
dell'Adriatico", con riferimento al benvenuto
organizzato dalla società Brindisi Sport sulla
spiaggia di Sant'Apollinare, adornata da numerose bandiere,
un servizio prestato per l'occasione "dall'instancabilità
del suo segretario sig. A. Bonalumi, ed in modo veramente
ammirevole alla fenomenale operosità del suo
direttore nautico sig. Leopoldo Lococciolo",
ma anche all'inappuntabile servizio di allestimento
degli ormeggi preparati sul lungomare "con molto
criterio marinaresco, sulle disposizioni dell'ufficio
del porto ed eseguiti a cura dei bravi piloti, che hanno
prestato l'opera con ottimo risultato e senza la pretesa
di alcun compenso" (La Città di Brindisi,
23/7/1911).
La posa in mare dell'imbarcazione
Mimosa (da La Stampa Sportiva)
L'imbarcazione italiana Marietta
nel porto di Ancona (da La Stampa Sportiva)
Fu
altrettanto gradita la colazione offerta nell'ampia
sala del Grand Hotel Internazionale dai giornalisti
locali a quelli che accompagnavano gli intrepidi navigatori,
il tutto organizzato con precisione dal segretario dell'Associazione
della Stampa brindisina Giustino Durano. Il settimanale
locale diretto da Camillo Mealli dedicò
l'intera prima pagina all'evento, raccontando della
"grande cordialità e del buon umore"
che regnò fra i commensali, furono applauditi
tutti gli interventi, in particolare quello dell'avvocato
Vincenzo Fiori e del Sindaco della città,
questi aveva fatto preparare una pergamena da donare
al Sindaco di Roma sulla quale erano state riportate
"belle ed elevate parole" accompagnate
da un disegno realizzato dal "valente giovane"
Adolfo Bitonto.
Agli equipaggi della Crociera Marittima, tutti facoltosi
ed aristocratici dell'epoca, era stato predisposto un
"Saluto" contenente alcune frasi dettate dal
canonico Pasquale Camassa riguardanti la storia
millenaria della nostra città. Tra loro il conte
Elia Edoardo Corinaldi di Padova, proprietario
dell'agile ed elegante scafo "Eolo", con a
bordo altri tre nobili suoi concittadini, il conte ing.
Francesco Giusti del Giardino e i fratelli
Valeriano e Alberto De Tacchi; l'avvocato
bolognese Augusto Bellini in gara con il "Graziella",
l'unico scafo a vapore della Crociera; i genovesi Carlo
Enrico Frisoni con il "Mimosa" e i fratelli
Carlo e Tommaso Massone con il loro "Marietta".
Parteciparono alla competizione anche il parigino Adrien
Frilet con lo yacht-automobile "Nochette"
e i tedeschi Herbert Wendriner, con il dodici
metri "Paz Deuz", e Clements Pùndter
sul "Pùu V".
L'imbarcazione tedesca Paz Deutz
nel porto di Ancona (da La Stampa Sportiva)
Meritano
di essere riportate alcune simpatiche note di colore
scritte da un cronista locale con il "difetto di
buon gusto":"Quante
soavi bellezze pallide e pensose, cresciute a l'ombra,
sorrisero domenica scorsa al sole dardeggiante! Le elegantissime
innumerevoli addirittura. Le paglie nere incorniciavano
aristocraticamente il delicato pallore; gli abiti color
avana guarniti di pizzo ed alquanto scollati, una meraviglia
d'intonazione. Occhi nerissimi e lucenti trafiggevano
spietatamente i tormentati cuori; bocche rosate e piccolissime
si schiudevano al sorriso, quali scrigni di perle; i
colli bianchissimi di cigno si piegavano graziosamente
come al fremito d'una carezza. Un'auretta fortunata
e birichina penetrava ogni bellezza. Ed io, dopo poco,
lontano men fuggivo: avrei fatto una sciocchezza; avrei
baciata qualcuna in pieno sole..."
Signori in barca nel porto di
Brindisi (1920)
Il
mattino successivo le imbarcazioni partirono per la
settima tappa, la Brindisi-Taranto di 138 miglia con
il doppiaggio del Capo di Leuca. La vittoria finale
del lungo ed impegnativo percorso, che mise duramente
alla prova i natanti, andò al Mimosa,
un motoscafo di quindici metri "verde chiaro
serrato come uno sprone a prua, ma dilatato e tronco
a poppa, portante come segnacolo una leggera sopra struttura
di cristallo dietro a cui sta il pilota che montava
due motori Spa da 60-70 hp", seguito dal Marietta,
un undici metri con motori Volpi di 24 cv.
Le imbarcazioni della Crociera
Motonautica ormaggiate nel porto di Brindisi (16 luglio
1911 - arch. G. Membola)
È
trascorso giusto un secolo prima di far tornare la motonautica
nel porto di Brindisi, un sogno realizzato grazie all'impegno
di Giuseppe Danese e del Circolo Nautico Porta
D'oriente.
Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.194 del 2/4/2021
|