LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
L’incendio
del Monastero di San Benedetto
29 settembre 1694
Era
la notte della vigilia di san Michele Arcangelo,
quando le fiamme infuriarono e distrussero almeno
un terzo del convento delle suore di clausura
attiguo alla chiesa di san Benedetto.
Il 1694 non fu particolarmente fortunato per
Brindisi, sofferenze ed emergenze si susseguirono
durante tutto il volgere dell’anno. La
popolazione locale, che già versava in
una situazione miserevole, fu ulteriormente
fiaccata da una grave carestia di generi alimentari
di prima necessità, come grano, vino,
orzo e fave, e terrorizzata da uno spaventoso
terremoto avvenuto il primo settembre, fortunatamente
le tre forti scosse che fecero tremare i muri
delle case e “scommosse”
il mare non produssero particolari danni, ma
solo una intensa puzza di fango che durò
oltre mezzora.
La chiesa di San Benedetto.
Acquarello di Salvatore Quarta (1890). Coll.
Privata
Trascorsero
solo poche settimane quando un nuovo infausto
evento sconvolse la città: il 29 settembre
un terribile incendio si sviluppò nel
monastero femminile di san Benedetto, dove le
fiamme, partite da un ripostiglio attiguo alla
cucina dove era accatastata la legna, si estesero
rapidamente alle altre zone del convento, facendo
crollare i soffitti e quindi le camere dei dormitori
al piano superiore, tra cui la cella della badessa
Cecilia Pilella. Non appena
le monache si accorsero dell’incendio
gridarono chiedendo aiuto, fu subito avvertito
l’arcivescovo Francesco Ramirez,
il quale giunse prontamente sul luogo e dispose
l’apertura della clausura in maniera da
mettere in salvo tutte le religiose e permettere
ai soccorritori di entrare nel monastero. Molta
gente comune e tanti “marinari”
si introdussero disordinatamente nei locali
nell’illusorio tentativo di fermare il
fuoco, infatti la mancanza di mezzi e di organizzazione
non produsse alcun risultato.
Mancavano un paio di ore all’alba quando
le suore, terrorizzate e infreddolite poiché
“mezze vestite e quasi scalze”,
furono fatte spostare nell’attigua chiesa,
dove vi rimasero per circa un’ora. Quindi
furono condotte in processione, seguendo il
santissimo Sacramento, alla chiesa di Santa
Maria degli Angeli, dove per quattro giorni
furono ospitate nel monastero dalle clarisse,
prima di fare ritorno nei locali salvati dal
rogo.
Secondo le cronache dell’epoca l’incendio
fu domato solo grazie all’intervento diretto
di Dio, che compì il miracolo di fermare
prontamente le fiamme: il prelato prese l’Agnus
Dei, ovvero l’ostia consacrata simbolo
dell’Agnello di Dio, e dopo aver fatto
il segno della croce la divise a metà
e la gettò nel fuoco, che subito si fermò
risparmiando gli altri locali del convento.
Una parte della cialda benedetta fu ritrovata
integra alcuni giorni dopo, annerita solo da
un lato.
I danni furono ingenti, calcolati in oltre cinquemila
ducati, di questi più di duemila causati
dal furto di tanti oggetti di valore, come monete,
mobili, paramenti della chiesa, argenti e ori
sacri, in sostanza tutto ciò che il fuoco
aveva risparmiato fu razziato dal popolo durante
la notte.
Il convento della chiesa
di san Benedetto (2017)
Il monastero
delle benedettine si sviluppava sui tre lati
del chiostro medievale, fu interamente ricostruito
nel ‘700 e collegato alla chiesa attraverso
il locale poi utilizzato come ufficio del parroco,
in questo modo fu occlusa una parte della facciata,
smontato il portale che fu quindi ricostruito
sulla fiancata.
Le monache
abbandonarono definitivamente il convento la
sera del 19 giugno 1866, in conseguenza al provvedimento
soppressivo degli Ordini e delle Corporazioni
religiose emanato con regio decreto. I fabbricati
conventuali furono così incamerati dallo
Stato e successivamente utilizzati come sede
della Polizia stradale.
Da qualche decennio però questi locali
sono tristemente abbandonati.
Il convento della chiesa
di san Benedetto (2017)
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Bibliografia:
» Cagnes
Pietro - Scalese Nicola. Cronaca dei
sindaci di Brindisi (1529-1787) 1978
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