LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
GUADALUPI, IL
LATTE PIU' AMATO DAI BRINDISINI
Lazienda fu fondata da «Don Ciccio»
nel 1956 e chiuse nel 1993: unavventura meravigliosa
che attraversò quasi 40 anni di storia brindisina.
Segnata dalla tragica morte del suo fondatore
Nella prima fase dello
sviluppo industriale del Mezzogiorno, all'indomani del
secondo dopoguerra, le piccole imprese famigliari hanno
rappresentato un determinante patrimonio nel sistema
economico meridionale, strettamente integrato al tessuto
produttivo nazionale. Le aziende del sud, fortemente
ancorate alle specificità, ai valori affettivi
e alle tradizioni del territorio, apportarono un notevole
vantaggio competitivo fatto di unicità e soprattutto
di qualità dei loro prodotti. Tra queste rientra
a pieno titolo il "Centro Pastorizzazione Latte
Guadalupi", una ditta individuale fondata nel
1956 dal lungimirante imprenditore brindisino Francesco
Guadalupi, che ne ha determinato - congiuntamente
ai propri famigliari - la crescita e l'affermazione
nel settore alimentare italiano, suscitando anche l'interesse
accademico.
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Francesco Guadalupi
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Confeszione piramidale del latte
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Ai successi ottenuti
da "don Ciccio" Guadalupi, che
seppe affrontare negli anni un mercato in continuo cambiamento
sempre più consumista, è stata infatti
dedicata una interessante e ricca tesi di laurea in
storia contemporanea, elaborata e discussa nel 2014
dalla dott.ssa Debora D'Amico (facoltà
di Lettere e Filosofia dell'UniSalento), un accurato
e sistematico lavoro di ricerca bibliografica e documentaria
che ripercorre e ricostruisce le vicende imprenditoriali
della ditta attiva nel settore lattiero-caseario tra
gli anni '50 e gli anni '90 del secolo scorso, sino
a quando fu completamente inglobata dalla Parmalat.
Un validissimo contributo alla storia d'impresa brindisina
- e alla stesura della presente nota - valorizzato dall'indispensabile
ed apprezzato apporto professionale di Fortunato
Guadalupi, figlio di Francesco, oggi riconosciuto
e pluripremiato manager di livello internazionale, "costretto"
ancora giovanissimo a prendere in mano le redini dell'azienda
dopo la morte del padre, ferito mortalmente durante
un tentativo di rapina.
Negli anni Cinquanta
particolare importanza rivestiva in Italia la commercializzazione
del latte igienicamente trattato, attività gestita
fino ad allora dalle Centrali del latte, strutture pubbliche
sorte nel 1937 per volontà del regime fascista,
assenti però nel territorio brindisino. Con la
loro chiusura l'iniziativa passò ai privati,
a Brindisi fu Francesco Guadalupi, classe 1925, ad intravedere
i possibili vantaggi di questa professione, così,
una volta terminati gli studi in agraria, decise di
investire in questo settore emergente, una scelta coraggiosa
che però in un primo momento entrò in
contrasto con la volontà del padre, noto enologo
e imprenditore agricolo nel settore vinicolo, che considerò
l'idea utopica e azzardata. Il progetto venne invece
appoggiato dalla sorella Fernanda, e solo successivamente
sostenuto anche dal loro genitore: Fortunato Guadalupi
senior concesse ai figli l'utilizzo della masseria in
contrada Villanova, a sud del capoluogo, nome dal quale
poi derivò il marchio utilizzato per i prodotti
aziendali, come il Latte Villanova, anche se nel ricordo
popolare rimane sempre Latte Guadalupi. Fu scelto come
logo lo stemma di famiglia, una lupa che attraversa
il fiume su un piano rettangolare, stampato su ogni
tipo di contenitore adoperato nella distribuzione. Nel
primo periodo il latte proveniva quotidianamente dai
pochi capi di bestiame allevati nella masseria di famiglia
sita nei pressi di Punta della Contessa, trasportato
e lavorato nello stabile di proprietà ubicato
in via Santabarbara, nel centro storico della città,
dove vi era un piccolo impianto di riempimento in bottiglie
di vetro a rendere.
I camion per la distribuzione
del latte alla sede del rione Casale
La piccola ditta cominciò
a registrare sempre maggiori successi commerciali, si
viveva in un periodo di assoluta crescita economica
con un netto miglioramento delle condizioni di vita,
ciò portò all'aumento dei consumi di prodotti
alimentari, tra cui il latte, che nel giro di pochi
anni triplicò le quantità distribuite.
Francesco Guadalupi decise inoltre di puntare sia sulla
novità, ampliando la gamma delle proprie offerte
per far fronte alla crescita del mercato di massa, introducendo
prodotti innovativi - cosiddetti di lusso - come panna
e burro, ma anche sull'innovazione e l'adozione di moderne
tecnologie: nel 1961 infatti gli impianti furono trasferiti
in via Venezia, al rione Casale, dove esisteva già
una struttura di famiglia molto più grande, in
grado di accogliere pure i nuovi macchinari. Contestualmente
si decise di sospendere la produzione in proprio del
latte, pratica ritenuta alquanto onerosa anche per i
continui furti di bovini dalla masseria. Una strategia
decisamente vincente, sorretta altresì da una
politica dei prezzi molto contenuti e dalla garanzia
della qualità di tutti i prodotti commercializzati.
Due anni dopo venne acquisito un nuovo macchinario all'avanguardia,
il quarto in Italia per il confezionamento del Tetrapak,
il contenitore in cartoncino dalla caratteristica forma
tetraedrica (piramidale) ideato in Svezia, al quale
seguirono successivamente il Tetra-brik da 200, 500
e 1000 ml. Tutto ciò portò ad una inaspettata
risonanza mediatica nazionale, difatti sul diffusissimo
notiziario "Il mondo del latte"
si parlò ampiamente dei sistemi innovativi dell'azienda
brindisina, lanciata ad occupare nuove fette di mercato.
Tali successi, dovuti all'intuizione e alla brillante
capacità gestionale del dott. Guadalupi, consentirono
di accorpare all'impresa di famiglia il Centro Raccolta
Latte di Fasano (era la fine degli anni '70) e successivamente
il caseificio Angelini, già operante a Brindisi.
In quegli anni gli utili raddoppiarono, tanto da permettere
nuovi investimenti: macchine imbottigliatrici e incapsulatrici
per bottiglie in plastica, adeguamento dell'intero parco
automezzi e delle celle frigorifere, in ottemperanza
delle nuove normative nazionali in materia, il tutto
con la consueta e oculata organizzazione delle risorse
umane. Ma da lì a poco cominciarono a presentarsi
le prime difficoltà, causate dal ritardo nella
riscossione dei crediti, dal disastro di Chernobyl,
ma anche dalla concorrenza sul territorio, in alcuni
casi scorretta, messa in atto dalla ditta casertana
Latte Sud, produttrice del latte Matese. A ciò
si aggiunse l'affermazione e la diffusione del latte
UHT, meglio conosciuto come a lunga conservazione, più
economico e preferito dai consumatori a quello fresco
pastorizzato.
Il latte nelle bottiglie in vetro
a rendere
L'11 ottobre 1986,
durante un tentativo di rapina presso lo stabilimento
del Casale, Francesco Guadalupi, che all'epoca copriva
anche il ruolo di presidente di Assindustria, venne
seriamente ferito da un colpo di fucile, morì
il 30 novembre, dopo una lunga agonia. Fu una mazzata
terribile per l'itera comunità brindisina e soprattutto
per la famiglia, distrutta dall'incolmabile danno affettivo.
L'azienda passò nelle mani di Fortunato, appena
ventiduenne, sostenuto dalla zia Fernanda. Ma i nuovi
importanti investimenti e il grande impegno del talentuoso
giovane imprenditore, all'epoca legittimato persino
dal quotidiano economico-finanziario "Il Sole 24
Ore", non bastarono a garantire negli anni gli
utili economici, la particolare congiuntura finanziaria
nazionale ed internazionale e una serie di eventi negativi
sconvolsero ancor di più il mercato del latte,
fu pertanto necessario instaurare un rapporto collaborativo
con la Parmalat Spa, che finì col possedere l'80%
dell'azienda brindisina, per poi chiudere definitivamente
nel 1993, dopo essere stata assorbita completamente
dalla società emiliana.
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Pubblcità dell'epoca
della confezione tetrapack
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Fortunato "Ninni"
Guadalupi, figlio di tanto padre, è stato
in ogni modo capace di imporsi con successo oltreconfine:
dopo circa dieci anni di lavoro nella Parmalat, dove
ha ottenuto ottimi risultati, oggi è un "top
manager di livello internazionale" dell'industria
lattiero-casearia, CEO (amministratore delegato) di
Terra Food, l'importante gruppo con sede a Kiev, in
Ucraina, dove da anni si distingue per l'innovazione
tecnologica e per i grandi risultati raggiunti, meritando
il prestigioso riconoscimento di "Persona dell'anno
2018", un premio che identifica "la personalità
straordinaria, le idee e la azioni creative, utili allo
sviluppo della scienza, della cultura, della tecnologia
moderna e del management ucraino". D'altronde
la storia ci racconta una grande verità: nessuno
è profeta in casa propria (cit. "nemo
propheta in patria").
Fortunato Ninni Guadalupi durante
la premiazione in Ucraina
Sarebbe opportuno
e doveroso riconoscere l'impegno e il sacrificio di
"don Ciccio" Guadalupi, persona leale e onesta,
orgoglio imprenditoriale di Brindisi e vittima innocente
della mafia, con una targa commemorativa, o ancora meglio
con l'intitolazione di una strada, una piazza o un luogo
della città, in maniera da onorare uno dei principali
protagonisti del panorama economico e sociale del nostro
territorio.
Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.178 del 18/12/2020
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