LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
IL MERCATO
COPERTO
110 ANNI DI STORIA NEL CUORE DELLA SOCIALITA'
Pensato nel 1874, costruito dal 1903 e aperto solo nel
1911, il principale mercato cittadino
è caratterizzato dai suoi eleganti padiglioni
in stile Liberty. Ora ospita poche bancarelle
I
mercati sono i luoghi del commercio e della socialità,
la loro storia si intreccia con quella della città
e ne segue lo sviluppo e le trasformazioni. A Brindisi
gli spazi dedicati al mercato giornaliero del pesce
e dell'ortofrutta sono stati diversi, negli ultimi secoli
l'appuntamento quotidiano aveva il suo fulcro in Piazza
dei Commestibili, corrispondente all'odierna piazza
della Vittoria, e si sviluppava anche sul lato di San
Dionisio (via Pozzo Traiano) e su piazza Anime. Era
una realtà miserevole, dove i generi alimentari
venivano esposti senza una particolare cura dell'ordine
e attenzione alle prescrizioni della degenza e dell'igiene.
Per anni le cronache cittadine hanno criticato aspramente
"la vista di quell'accampamento, degno della
più sprovvista carovana di beduini da deserto",
vi furono ripetuti appelli affinché si prestasse
maggiore riguardo alle merci e ai luoghi, per non offrire
ai viaggiatori di passaggio uno spettacolo così
indecoroso, fatto di bancarelle e carretti maleodoranti,
rifiuti abbandonati e continue risse condite da un turpiloquio
becero e indecente. Non si riusciva in alcun modo migliorare
quel "famoso attendamento, a marcio dispetto
di chi vorrebbe vedere sempre più progredire
ed avviarsi alla civiltà moderna questa nostra
povera Brindisi".
Piazza dei Commestibili (oggi Piazza della Vittoria)
nel 1905
Già
nel settembre del 1874 si parlò della necessità
di spostare il mercato in un luogo più adatto
alla vendita, meglio se "coperto" per essere
protetto dalle intemperie, e più controllato
sotto il profilo igienico. A porre tale esigenza in
Consiglio Comunale fu il noto matematico Raffaele
Rubini, ma trascorsero quasi vent'anni prima di
individuare l'area da destinare al commercio dei prodotti
ittici e ortofrutticoli, cioè l'attuale piazza
mercato. Il primo progetto redatto dall'ingegnere Antonio
Rubino prevedeva la realizzazione di "un
pubblico mercato che rispondesse alle moderne esigenze,
scegliendo come località adatta quella occupata
dalle case Cuomo in via Angeli di proprietà comunale",
al programma però, "per ragioni che a
noi non è dato conoscere, non fu data esecuzione,
e così l'opera che si aveva in mente di costruire
rimase un pio desiderio" si legge sul verbale
del 13 maggio 1903 del Consiglio Comunale. Nella stessa
seduta fu proposta la riforma del progetto, conservato
presso l'Archivio di Stato di Brindisi, che comprendesse
uno spazio pari a 651 mq, da farsi sul luogo già
stabilito, ritenuto ideale poiché "più
igienico dell'attuale essendovi tra quello e questo
un dislivello di circa metri cinque, quindi più
arieggiato".
Piazza dei Commestibili (oggi
Piazza della Vittoria) lato Corso Garibaldi e piazza
Anime
Prendeva
così forma l'idea del Mercato Coperto, con l'ingresso
principale pensato su via Angeli (oggi via F. Fornari)
affianco al quale dovevano trovare posto otto locali
per la vendita della carne e cinque locali per l'ufficio
della Polizia Municipale; l'altro ingresso alla piazza
era previsto da Largo S. Giuliano (oggi via G. Pisanelli),
oltre ad un accesso secondario con scale da via Ferrerie
(attualmente via C. Battisti). Al centro dell'area si
doveva costruire un pozzo di acqua sorgiva per ogni
necessità e per il lavaggio della piazza e dei
quattro padiglioni coperti (presto ridotti a tre) da
realizzare in ghisa, con tettoia in ferro e lamiera
ondulata, dove collocare rispettivamente 24 posti adibiti
alla vendita di pesce, dei frutti di mare e del baccalà,
15 posti per la vendita di frutta verde e secca e 20
posti per la vendita del pane. L'intera superficie doveva
essere pavimentata con lastre di pietra, "sotto
il quale si costruirebbe in reticolo di tombini nei
quali convogliare le acque luride". L'incarico
fu affidato agli ing. Raffaele D'Errico e Adolfo
Santostasi. Ma i lavori andarono a rilento prima
di essere fermati per via di alcuni ripensamenti: l'idea
era di ampliare ulteriormente lo spazio da destinare
a mercato con l'esproprio di altri immobili da demolire,
fu anche richiesto un sussidio governativo, che però
venne negato.
Progetto del mercato coperto
1903
Le
opere ripresero nel gennaio del 1910 con un più
moderno progetto compilato dall'ing. Ferdinando Nisi
che includeva la realizzazione di ulteriori locali da
affiancare al nuovo ingresso monumentale su via C. Battisti,
dotato di doppia scalinata. Un anno dopo, mercoledì
1° febbraio 1911, il mercato finalmente venne inaugurato
e il giorno successivo aperto alla pubblica fruizione,
anche se non ancora completo di tutte le dotazioni previste.
Furono realizzati solo due dei tre padiglioni con copertura
a doppia falda metallica e "tegole tipo Marsiglia",
una splendida struttura in stile Liberty che conferiva
lustro ed eleganza alla piazza. Ancora oggi queste raffinate
tettoie conservano una notevole importanza non solo
sul piano urbanistico, ma soprattutto per la loro valenza
artistica e storica, peccato siano stati rimossi inopportunamente
i caratteristici banchi in marmo sistemati su supporti
in piombo, sui quali era evidente lo stemma cittadino
in rilievo.
Il mercato coperto con i due
padiglioni in stile Liberty
Nel
giugno del 1911 venne istituito il mercato all'ingrosso
dei generi alimentari, che doveva avere luogo "ogni
mattina, dall'alba sino alle ore dodici, in via S. Giuliano,
e precisamente sul tratto ad est dell'edificio scolastico
femminile, in corso di opera". Nello stesso
documento veniva deliberato il nuovo regolamento dei
mercati, integrato l'anno successivo con il divieto
"di sgozzare tacchini, pollame, ovini ed ogni
altro genere di bestiame nel recinto del mercato nuovo,
nei magazzini aperti ivi compresi e negli altri spacci
della città, del pari esposti al pubblico",
normativa ampliata e modificata otto anni dopo.
Il mercato coperto e le bancarelle
all'aperto
Nel
1930 lo spazio destinato a mercato coperto era diventato
"insufficiente ai bisogni della cresciuta popolazione
di questa città", fu deciso pertanto
di estenderlo con la costruzione di una nuova "tettoia
pensilina in cemento armato". I lavori furono
diretti dall'ing. Ernesto Ricci e affidati all'impresa
brindisina di Giuseppe Minunni, che in corso
d'opera modificò in meglio e a proprio carico
il progetto originale del "nuovo mercato coperto".
L'opera tra via Vanini e via Pisanelli venne completata
nel 1932 e in seguito destinata esclusivamente alla
vendita del pescato (pesci, crostacei e molluschi).
Piazza Mercato con i due padiglioni
in stile Liberty
Antiche
foto in bianco e nero raffigurano la "Chiazza"
sempre molto animata, era un luogo caratterizzato dalla
genuinità dei prodotti e la franchezza dei rapporti
diretti con chi li produceva e qui ci lavorava. Intorno
ai padiglioni si disponevano numerose bancarelle degli
ortolani, sempre attenti ad esporre con grande dedizione
la propria merce, pezzo per pezzo, rispettando forme
e colori, come se si trattasse di una preziosa opera
d'arte. Tutto intorno le botteghe di alimentari e le
tanto rinomate macellerie. L'acquirente veniva affascinato
e accolto in un'atmosfera cordiale e allegra, arricchita
da un repertorio di espressioni folcloristiche ed allusive
gridate dagli esercenti per invitare a provare la loro
mercanzia, garantita come la migliore in assoluto. Si
racconta di alcuni giovani venditori che, per far colpo
sulle ragazze, affermavano di lavorare "alla banca",
spiegando solo all'occorrenza di avere un'ampia bancarella
di frutta e verdura in piazza e non una scrivania all'istituto
di credito. Con l'apertura e lo sviluppo dei nuovi mercati
rionali e soprattutto con l'avvento dei centri commerciali,
il Mercato Coperto di Brindisi ha perso gran parte della
clientela, non c'è più quel tipico via
vai di persone intenti a fare la spesa quotidiana in
quel vasto assortimento di prodotti agroalimentari tipici
del territorio, dal profumo e dal sapore autentico.
Piazza Mercato con i due padiglioni
in stile Liberty (2012)
Nel
2014 il Soroptimist Club di Brindisi propose
di intitolare la piazza alla giovane letterata brindisina
Clodia Anthianilla, esponente di una famiglia
di alto rango vissuta nel secondo secolo d.C., la cui
statua e il relativo basamento in marmo furono ritrovati
proprio qui durante i primi lavori per la costruzione
del mercato, insieme a numerose statue e reperti di
epoca romana, tutti esposti all'interno del Museo Archeologico.
Tali importanti rinvenimenti hanno consentito di ipotizzare
la presenza sul sito del Foro, il cuore pulsante del
municipio romano, il punto nevralgico e d'incontro dei
cittadini dove era possibile partecipare agli affari
amministrativi, politici, economici e religiosi. Tutto
ciò a conferma del grande valore storico e artistico
di questo straordinario luogo, da sempre centro della
socialità cittadina.
Fotogallery (clicca per ingrandire)
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Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.196 del 23/4/2021
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Bibliografia:
» Archivio di Stato
di Brindisi: progetti originali e relazioni del
Consiglio Comunale del 30/9/1874, 22/7/1891, 2/12/1903
e 24/11/1907 (Archivio Comune di Brindisi: cat.
4, cl.12 b.2 e b.3 e successivi)
» Antonio Caputo.
Piazza Mercato in Piazze, luoghi e quartieri
di Brindisi, 2009
» Giacomo Carito.
Il Mercato Coperto in Brindisi Nuova
Guida, 1994
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Documenti
correlati
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