LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
BRUNETTI, LA
STORICA MERCERIA DI BRINDISI
Il negozio, attivo sin dal 1884, non ha mai perso il
fascino originale né la capacità di stare
al passo
con i tempi, conservando la tipicità e i requisiti
di assoluta qualità. Anche con lultima
generazione
Percorrendo via Santi,
da Piazza della Vittoria verso il Nuovo Teatro Verdi,
uno sguardo attento non si lascia sfuggire l'insegna
della famosa Merceria Brunetti. La targa, nella
sua semplicità, catalizza efficacemente l'attenzione
dei clienti e dei passanti per la presenza dell'originale
marchio e di quel simbolo da sempre caro ai brindisini,
l'indimenticata Torre dell'Orologio. E sull'immagine
grafica si legge anche la data della fondazione del
noto esercizio commerciale, risalente al lontano 1884.
Persino i caratteri utilizzati richiamano quelli tradizionali,
ancora conservati sulle carte intestate di fine dell'Ottocento,
quando Angelo Brunetti volle aprire il suo primo
punto vendita proprio affianco alla torre campanaria
di stile barocco che si elevava nel cuore pulsante della
città, poi tristemente demolita nel febbraio
del 1956.
In realtà il
giovane Angelo, ancor prima di avviare questo negozietto,
proponeva già i suoi articoli di merceria in
giro per il centro cittadino trainandosi dietro un carretto
carico di mercanzia, era uno dei tanti venditori ambulanti
che quotidianamente, con la sua voce invitante, scandiva
i ritmi della giornata e richiamava massaie e casalinghe.
Poi evidentemente si rese conto che era necessario avere
più spazio per offrire una maggiore scelta di
tessuti e articoli da cucito e ricamo, così decise
di avviare quella che poi è divenuta una storica
bottega, un paradiso non solo per i sarti e le sarte
professioniste, ma di tutte coloro che si dilettavano
con ago e filo. La merceria è infatti il simbolo
di una tradizione famigliare virtuosa che si tramanda
con forte impegno e grandissima professionalità,
una realtà che per quasi centoquarant'anni ha
fatto da cornice a tutte le principali fasi del commercio
cittadino, mantenendo sempre quel fascino originale
e la capacità di innovarsi e guardare avanti,
senza mai perdere di vista le proprie radici. Qui sono
entrate generazioni di nonne, mamme e figlie alla ricerca
di qualcosa di unico, particolare, sfizioso per impreziosire
o rinnovare un vestito, perché, si diceva e si
dice ancora "vai da Brunetti che lo trovi di
sicuro".
Angelo Brunetti aveva visto giusto e ci sapeva fare,
in breve tempo era diventato una vera istituzione, tanto
che dopo pochi anni trovò il coraggio di aprire,
proprio lì di fronte, un altro negozio per la
vendita di mercerie all'ingrosso. Il locale si trovava
accanto all'edificio che nei primi decenni del Novecento
ospitava la Pretura, qui andavano a rifornirsi sarti
e altri rivenditori provenienti anche dai paesi limitrofi,
sapendo di trovare ampia scelta, qualità e convenienza.
Angelo Brunetti, il fondatore
della merceria
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Nel cerchietto la prima merceria
Brunetti
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Negozio all'ingrosso di prodotti
da merceria
(di fronte al negozio al dettaglio)
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Durante gli anni bui
del secondo conflitto mondiale l'attività subì
un energico rallentamento, in quel triste periodo i
principali prodotti della merceria divennero talvolta
merce di scambio con i principali generi alimentari,
all'epoca scarsi e razionati, soprattutto con lo zucchero,
la farina e il caffè, non si poteva fare diversamente.
Nel dopoguerra i negozi passarono sotto la gestione
dalla figlia Amalia e dal marito Angelo Di
Muri, entrambi ripartirono con un forte impulso
e l'attività commerciale tornò in breve
tempo ai fasti di sempre. L'anziano titolare, che aveva
insegnato il mestiere a tanti suoi commessi, continuava
a presenziare il negozio seduto davanti all'ingresso,
restava lì pronto ad accogliere i clienti, tutti
gli volevano bene, soprattutto quei ragazzini che lui
incaricava ad effettuare le consegne dietro una lauta
mancia.
Tutto cambiò quando si decise di demolire l'intero
isolato fatto di vecchie casupole situate nel quadrilatero
tra piazza Vittoria, via Rubini e piazza Sedile, compresa
l'elegante struttura campanaria settecentesca, per far
posto all'anonimo palazzo della previdenza sociale,
oggi sede dell'INPS. I Brunetti decisero pertanto di
acquisire - al prezzo di venticinquemila lire - l'attuale
locale al piano terra in via Santi, dove c'era un grande
camerone chiamato "la Provvida", e che successivamente
venne sopraelevato per realizzare l'abitazione di famiglia.
Anche nella nuova sede il flusso di clienti rimase costante
negli anni, oltre alle sartorie artigianali vicine,
come ad esempio quelle di Furio, dei fratelli D'Alò
e di "mestru Ninu" che si servivano esclusivamente
dai Brunetti, qui entravano coloro che amavano confezionare
o ricamare in proprio: tradizionalmente in ogni famiglia
si preparava il corredo per le figlie, la biancheria,
le lenzuola e le tovaglie venivano abilmente cucite
a mano (la cosiddetta "panina sei" o "panina
dodici"), pertanto la richiesta di tessuti, cotone,
aghi, filati e applicazioni era tanta, in ogni ora del
giorno nel negozio c'era sempre gente e spesso si faceva
fatica ad assistere tutti nonostante erano in sei, dietro
al bancone, a darsi tanto da fare, sempre con la consueta
dedizione e gentilezza. Se da una parte venne chiusa
l'attività all'ingrosso, dall'altra Angelo Di
Muri decise di ampliare l'offerta introducendo un vasto
assortimento di prodotti di abbigliamento, come guanti,
maglioni, camicie, semplici impermeabili, ma anche bigiotteria
e costumi da bagno. Era diventato un vero e proprio
emporio dove si poteva trovare praticamente di tutto,
il cliente riceveva un servizio personalizzato in linea
con le proprie esigenze, e raramente usciva dal negozio
senza ciò che gli occorreva. Venne anche aperta
una succursale in via Imperatore Augusto, al rione Commenda,
una fornitissima merceria gestita ancor'oggi dalla figlia
Ada Di Muri con la medesima serietà e
riconosciuta professionalità.
Amalia Brunetti e Angelo Di Muri
Dai primi anni '80
il testimone del negozio principale è passato
nelle mani di Roberto Di Muri e di sua moglie
Anna Latini, in tutti questi anni i coniugi hanno
saputo portare avanti la tradizione famigliare con l'identica
passione, mantenendo inalterato lo stile e garantendo
sempre cortesia e competenza. Il loro modo di fare,
di ascoltare e di consigliare sono riconosciute ed apprezzate
da sempre. A Roberto i suoi genitori hanno insegnato
la nobile arte del commercio e a coltivare la naturale
predisposizione nei confronti della clientela, Anna
ha portato con sé, invece, quelle conoscenze
e le abilità sartoriali e artigianali della sua
famiglia, dimostrando allo stesso tempo le spiccate
capacità nei rapporti personali: anche attraverso
il sorriso, sempre spontaneo e sincero, è riuscita
a conquistare e conservare credibilità e fiducia
da parte di tantissimi clienti.
Oggi in questa vera e propria bottega del tempo si continua
a trovare di tutto, ordinato in ripiani e in centinaia
di cassettini e scatole impilate fino al soffitto: aghi
per cucire a mano e a macchina, coloratissimi gomitoli
e matassine di cotone, lana e seta, rocchetti di filo
per il cucito, cerniere e chiusure lampo, spilli, bottoni
di ogni tipo e in qualsiasi forma e colore, filati,
elastici, perline, bordature per lenzuola, materiale
da ricamo, passamaneria fino ai pigiami e alla biancheria
intima sia maschile che femminile, un vastissimo assortimento
di merce e di marchi prestigiosi. Da un po' di anni
ormai la clientela è notevolmente diminuita,
così come le vendite, gli usi e costumi degli
italiani sono cambiati radicalmente, rimangono in pochi
a dedicare il proprio tempo al cucito, al lavoro a maglia
e a praticare l'arte del ricamo, quasi nessuno ritiene
necessario riparare i capi di abbigliamento, è
più facile ricomprarli che rammendarli. Inoltre,
la scelta dei vari articoli si è notevolmente
ampliata, non solo nei colori, ma anche nella tipologia
e nei materiali, servirebbe un impegno di magazzino
ancora maggiore.
Nonostante tutto ciò, chi entra nella merceria
Brunetti ha sempre l'impressione di immergersi in un
posto in cui il tempo si è fermato, un prezioso
luogo di ritrovo per gli amanti delle creazioni a mano
che qui trovano costantemente materiali autentici e
consigli utili per dedicarsi alla pratica della sartoria,
una occupazione - anzi, ormai un hobby - rimasto patrimonio
di poche appassionate.
Roberto Di Muri e la moglie Anna
Latini, attuali titolari della merceria
Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.249del 6/5/2022
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