LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
I DUE «TEODORO
DI LI PADELLI» NELLA STORIA DEI BRINDISINI
Da tre generazioni la famiglia Carlucci rappresenta
un saldo punto di riferimento nella vendita di casalinghi
e degli articoli da regalo, tutto iniziò un secolo
fa con un carretto e un asinello
Per chi cercava un
articolo casalingo e per la casa, di quelli introvabili,
il riferimento era solo uno: il negozio di "Ghiatoro
di li padelli", al secolo Teodoro Carlucci.
La figura di uno dei commercianti più amati e
rispettati dai brindisini, venuto a mancare nel dicembre
del 1993, è sempre ricordata con grande affetto
da tutti coloro che lo hanno conosciuto, un'attività
storica avviata nel secondo decennio del '900 da Teodoro
"senior" ed oggi proseguita da Maurizio, l'ultimo
rappresentante della terza generazione di negozianti
che continua a garantire la lunga e riconosciuta esperienza
nel commercio dei prodotti casalinghi e da regalo, tra
tradizione e innovazione, rimanendo un completo punto
di riferimento dell'intera provincia.
Il carretto con l'asinello dei
Carlucci degli anni 30
Tutto prese origine
con Teodoro Carlucci "padre" già agli
inizi del secolo scorso, quando l'assortita mercanzia
veniva proposta sia in un piccolo negozietto del centro
storico che nei mercati settimanali di Tuturano, San
Pietro Vernotico, Mesagne e Brindisi. Per spostarsi
si utilizzava un carrettino in legno trainato da un
asinello, lo si faceva con ogni condizione atmosferica,
anche avversa: si doveva lavorare nonostante il freddo,
il caldo, con la pioggia e il vento. L'immagine in bianco
e nero risalente agli anni Trenta di quel piccolo "travino"
stracolmo di pentole, piatti, sedie, secchi metallici
e tanti altri prodotti per la casa, è conservata
gelosamente dai nipoti ed è stata sempre esposta
nei loro negozi, divenendo nel tempo una singolare icona
del commercio ambulante brindisino. La suggestiva immagine
ha attratto persino l'attenzione di Albano Carrisi,
il cantante salentino se ne innamorò subito e
ne volle una riproduzione da esporre nella sua tavernetta
privata a Cellino. La foto fu scattata davanti al negozio-deposito
di via Colonne, il primo emporio della famiglia Carlucci,
dove oltre a vendere gli innumerevoli articoli per la
casa, una parte dell'immobile veniva utilizzato come
abitazione, quella che una volta era detta "casa
e putea" (casa-bottega).
A coadiuvare l'attività
mercantile c'era la moglie Fiora, che si occupava
del negozietto a pochi passi dalle antiche colonne del
porto, e il terzogenito Teodoro, padre e figlio avevano
lo stesso nome di battesimo e per questo motivo è
stato naturale che ne ereditasse anche il simpatico
nomignolo di "Ghiatoro di li patelli" (per
alcuni, erroneamente, "Ghiatoro di li piatti").
Teodoro Jr. (classe 1921) ha seguito il padre sin dalla
tenera età, si svegliava di solito alle due di
notte per aiutare "lu tata" (termine
dialettale di origine latina, molto utilizzato all'epoca
per indicare rispettosamente il genitore nella famiglia
patriarcale), si doveva prima sistemare il carretto
e poi mettersi in viaggio, insieme, verso i mercati
popolari. Appena undicenne il piccolo Teodoro era già
in grado di recarsi da solo ai consueti appuntamenti,
nonostante la giovanissima età era responsabile
e maturo per gestire quel commercio basato soprattutto
sulla fiducia, senza alcun timore. La gente di Tuturano,
dove andava due volte a settimana, lo aveva quasi adottato,
c'era persino chi preparava qualcosa da mangiare a questo
simpatico ragazzino capace di riscuotere affetto anche
per la sua capacità di vendere "a credito",
una pratica tanto utilizzata in quegli anni: la merce
di solito si pagava a rate e il debito contratto veniva
segnato sulla parte interna dei portoni delle rispettive
abitazioni, senza bisogno di carte e registri. Non si
preoccupava del tragitto o dalle condizioni del tempo,
l'unico vero timore era quando transitava nei pressi
del cimitero, una zona di campagna disabitata e notoriamente
frequentata da balordi senza scrupoli, pronti ad assaltare
e rapinare i viaggiatori. Teodoro, per farsi coraggio
e scongiurare una possibile e temuta aggressione, parlava
ad alta voce e con intonazioni diverse per fingere di
viaggiare in compagnia di altre persone, fortunatamente
non è mai successo nulla di importante. Il padre,
nel frattempo, si occupava principalmente del negozio
del centro storico e dell'approvvigionamento dei tantissimi
articoli da proporre, per questo frequentava le migliori
fiere nazionali, come la Campionaria di Milano, dove
aveva la possibilità di scoprire le novità
e portarle a Brindisi.
Teodoro Carlucci
Quando durante il
secondo conflitto mondiale Teodoro Jr. partì
per il fronte come autista di ambulanze e di mezzi militari
(fu persino catturato e imprigionato in Albania), il
padre riuscì comunque a tenere in piedi l'avviata
attività commerciale nonostante le mille difficoltà
di quegli anni. Nel 1945 il punto vendita si trasferì
in via Conserva, in quella che è stata per tanti
anni la sede storica del negozio di casalinghi più
famoso di sempre e che molti brindisini ricordano ancora
bene. Il canone di affitto inizialmente era di cinquecento
lire, mentre lo stabile di via Colonne continuò
ad essere utilizzato come deposito sino agli anni '80,
un magazzino stracolmo di merce accatastata ma tutta
ben organizzata, c'era davvero di tutto. Altri locali
furono presi in locazione per lo stesso motivo negli
anni successivi (via Porta Lecce, via Marzolla, via
Bastioni e via Tor Pisani), erano necessari per via
del grande sviluppo dell'attività commerciale
avvenuta negli anni Sessanta: oltre a vendere al dettaglio,
si rifornivano di pentolame, piatti, detersivi e diversi
altri materiali, negozi, alberghi, ristoranti, navi
traghetto e tante scuole della città. La provata
competenza e il vasto assortimento di prodotti offerti
ha fatto sì che tra la clientela affezionata
si potevano annoverare anche personaggi famosi, come
ad esempio i cantanti Albano e Romina Power, l'attore
Ubaldo Lay e la soubrette britannica Gloria Paul.
I fratelli Carlucci
Dopo la morte del
padre, Teodoro Carlucci Jr. è stato affiancato
nella conduzione dell'attività commerciale dall'inseparabile
moglie Tina Guadalupi, chi l'ha conosciuta non
dimentica la gentilezza, la simpatia e il carattere
fantastico di questa donna sempre sorridente, affabile
e cordiale con tutti, una moglie molto accorta sia all'economia
aziendale che famigliare, ma soprattutto una mamma particolarmente
attenta all'educazione dei sei figli, ai quali entrambi
i genitori hanno saputo trasmettere i principi essenziali
per affrontare la vita e il lavoro con amore, onestà
e passione. Fiorella, Antonio, Daniela, Maurizio, Gianpaolo
e Tiziana sono cresciuti in quel piccolo-grande negozio,
in particolare i tre figli maschi si sono sempre dati
da fare per collaborare alle vendite, e si divertivano
pure, senza mai rinunciare agli studi.
Teodoro è stato insignito del titolo di Maestro
del Commercio, un riconoscimento meritato per l'impegno
quotidiano nei tanti anni al servizio dei clienti, anche
se la gratificazione più importante è
venuta dall'opinione e dalla considerazione della gente:
tutti raccontano di lui come una persona sincera, un
brav'uomo, un onesto lavoratore, sempre generoso e pronto
ad aiutare chi ne avesse bisogno. I sopraggiunti problemi
di salute costrinsero l'instancabile Teodoro a lasciare
le redini dell'emporio ai figli, sin quando ha potuto
è stato sempre lì, presente, seduto ad
osservare e consigliare, una figura di grande riferimento
e di garanzia per tutti. Nel 1981 Antonio e Fiorella,
con l'aiuto dei genitori, aprirono il noto negozio di
articoli da regalo Center Gallery, dove era possibile
trovare prodotti di assoluta qualità a prezzi
concorrenziali. Nel settembre dello scorso anno l'attività
è cessata dopo quarant'anni di onorata operosità,
era sempre in via Conserva, proprio di fronte a quello
di articoli casalinghi e piccoli elettrodomestici gestito
dal fratello Maurizio, che ha sapientemente proseguito
il mestiere paterno, inizialmente insieme a Gianpaolo.
Da alcuni anni il piccolo ma sempre fornitissimo esercizio
commerciale si è spostato al civico 46, poche
decine di metri più in là, conservando
il tipico ambiente familiare dove non si dimenticano
le basi della tradizione e quel modo speciale di soddisfare
con cortesia ogni singola richiesta del cliente, anche
la più difficile.
via Conserva (la freccia indica
il negozio di Teodoro Carlucci)
Teodoro e Tina sono
stati un modello esemplare di commercio, hanno contribuito
a cambiare la società brindisina attraverso lo
stare a tavola e l'arredare la propria casa con competenza,
affidabilità e tanto garbo, un patrimonio ineguagliabile
trasmesso ai loro figli insieme a quella caratteristica
che distingue da sempre i componenti della famiglia
Carlucci: farsi voler bene, da tutti.
Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.242 del 18/3/2022
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