LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
IL TRANSITO DA
BRINDISI DI RE GIORGIO DI GRECIA
28 novembre 1906
Suscitò non
poche polemiche il mancato saluto ufficiale del sindaco
di Brindisi in occasione del transito di re
Giorgio di Grecia della nostra città
nel novembre del 1906. I giudizi di una parte della
stampa locale furono particolarmente duri, il settimanale
“Sancio Panza”, certamente
il più critico nei confronti dell’amministrazione
locale dell’epoca, nel raccontare gli eventi di
quel giorno commentò con l’asserzione “Brillava
veramente per la sua assenza la rappresentanza municipale”
la mancata partecipazione delle autorità locali
e del primo cittadino Federico Balsamo
alle iniziative organizzate per salutare il passaggio
da Brindisi del re ellenico, “che tante simpatie
gode nella nostra nazione e specialmente a Brindisi”.
Re Giorgio è stato il secondo monarca di Grecia
dopo l'indipendenza ottenuta dall'Impero ottomano, fu
nominato al trono all’età di diciotto anni,
dopo la deposizione di Ottone. Secondogenito del re
Cristiano IX di Danimarca, battezzato nella religione
luterana col nome di Guglielmo (Wilhelm Georg), assunse
il titolo – e il nome di Giorgio I - il 30 marzo
1863 su designazione delle tre potenze protettrici,
Francia, Inghilterra e Russia. Regnò per cinquanta
anni e rimase alla storia per il suo attivismo politico
e militare: a lui si deve l’espansione territoriale,
il progresso economico e la maggiore rilevanza della
Grecia nel panorama politico europeo. Sposò la
granduchessa e cugina dello Zar Olga Konstantinovna
Romanova, assicurandosi così l’appoggio
della chiesa ortodossa; dall’unione nacquero ben
otto figli. Il 6 aprile 1896, davanti a ottantamila
spettatori dello stadio di Atene, sancì l’inizio
della nuova epoca per lo sport mondiale, proclamando
aperti i giochi della prima Olimpiade dell'era moderna.
Re Giorgio di Grecia
Nel novembre del
1906 re Giorgio si era recato a Roma per una visita
ufficiale alla famiglia reale e al parlamento italiano,
con l’occasione volle incontrare anche Papa
Pio X. La visita a Vittorio Emanuele
III fu commentata con grande enfasi e soddisfazione
dalla stampa greca, che la definì utile a “ravvivare
la fratellanza tra i due paesi”.
Il suo rientro in
patria era stato organizzato via mare con partenza dal
porto di Brindisi, dove il sovrano giunse in treno mercoledì
28 novembre, accompagnato dalla figlia la granduchessa
Maria, da alcuni dignitari della Corte
Greca come il gran maresciallo Paparigopulos
e l'ammiraglio Cunturiotis e dai componenti
della missione militare italiana, capeggiata dal generale
Lamberti, dal contrammiraglio Marselli,
il colonnello Rovinazzi e i conti Giannuzzi
e Avocadro.
Tutta la zona della stazione marittima era stata popolata
già dalle prime ore della mattina da una folta
presenza di curiosi, tra loro “belle ed eleganti
signore e signorine”, e da numerosi componenti
della colonia greca locale. Ad attendere l’arrivo
dell’augusto personaggio anche molti ufficiali
militari, come il maggiore dei carabinieri il conte
cav. Vittorio Omati, il comandante
del porto cav. Trucco, il tenente dei
carabinieri Raimondo Massenti, assente
come già detto l’intera rappresentanza
municipale. Non era la prima volta che il monarca ellenico
passava da Brindisi, ma in questa occasione, sebbene
viaggiasse non in forma ufficiale, era stato preparato
un apparato di accoglienza e una serie di iniziative
che avrebbero richiesto anche l’intervento del
primo cittadino, e dunque - secondo la stampa locale
- sarebbe stato “un dovere del sindaco porgere
il saluto di Brindisi al capo di una nazione amica a
cui tanti vincoli di affetti e di relazione ci legano”,
una assenza ritenuta come “massima scortesia
a Re Giorgio”.
Re Giorgio di Grecia con la figlia,
granduchessa Maria
Alle ore 9.40 giunse
per prima la macchina staffetta guidata dal'ispettore
Montanari e dopo un quarto d'ora un lungo fischio
annunziò l’arrivo del treno reale. Un caldo
e prolungato applauso salutò re Giorgio che sorridente
rispose alle manifestazioni di simpatia della folla
mentre scendeva dal treno, contestualmente dalla real
nave Etruria furono esplosi alcuni
colpi di cannone e tutte le navi ancorate nel porto
innalzarono il gran pavese, una serie di bandiere che
le navi elevano in caso di particolari solennità.
Il re “visibilmente commosso per la festosa
accoglienza” rivolse in francese parole di
ringraziamento a tutti gli intervenuti. Subito dopo
il sovrano salì su una lancia per recarsi a bordo
dello yacht reale Amphitrite, ancorato
non lontano dalla banchina centrale del porto interno,
giusto il tempo per indossare l’uniforme da ammiraglio
e recarsi subito sulla nave italiana Etruria, dove il
comandante offrì dello champagne. Il passaggio
nelle acque del porto fu ancora una volta salutato dai
marinai delle tre torpediniere di stazione a Brindisi
che “gridarono per tre volte urrà e
la folla applaudì nuovamente”.
Porto di Brindisi, 28 novembre
1906. L'imbarco di re
Giorgio sullo yacht reale Amphitriti
Alle ore 11 sullo
yacht reale fu servita una colazione a cui prese parte
il console greco, i dignitari di corte e la missione
militare italiana. Il prof. Giovanni Pellegrino
elaborò un saluto che fu presentato “dal
solertissimo” console ellenico cav. Socrate
Cocotò, messaggio molto apprezzato da
re Giorgio I.
Alle 13.30 lo splendido yacht Amphytrite salpò
con destinazione Pireo, salutato dalle rituali salve
della nave Etruria e scortata sino all’isola Pedagna
da una torpediniera sulla quale aveva preso posto il
generale Lamberti.
Le cronache raccontano
altresì delle misure di sicurezza messe in atto
in occasione dell’importante passaggio, infatti
la stazione dei Real Carabinieri di Brindisi venne rinforzata
di circa 70 carabinieri, che insieme ad altri colleghi
del circondario, presero servizio lungo la linea ferroviaria
per garantire il transito del treno reale, e in città
per il servizio d'ordine all'arrivo del sovrano. Giunsero
a Brindisi anche “moltissime guardie di pubblica
sicurezza”, che svolsero il servizio di controllo
agli ordini del commissario Ricci.
Non si registrarono inconvenienti e tutto si svolse
con regolarità e senza incidenti.
Re Giorgio I venne
poi assassinato a Salonicco nel 1913 durante la guerra
balcanica, non facendo in tempo ad assistere alla vittoria
finale della Grecia.
Al sindaco Federico
Balsamo, possidente borghese divenuto conte nel 1903
e nipote di Antonio, primo sindaco della città
dopo l’unificazione nazionale, non fu dato modo
di spiegare le motivazioni della sua assenza e rispondere
alle accuse mosse nei suoi confronti. Forse oggi avremmo
raccontato un’altra storia.
Giovanni
Membola
per Il 7 Magazine n.71 del 2/11/2018
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Bigliografia
» Sancho
Panza, anno II - n. 34 del 6/12/1906
»
La Città di Brindisi, anno VII n. 42, 1/12/1906
» Gazzetta
Ufficiale del Regno d'Italia, n. 274 del 24/11/1906
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