BRINDISI ATTRAVERSO LA STORIA
BRINDISI
NELLA PREISTORIA
Sin dai tempi più
remoti Brindisi si rivelò un posto ideale per
l’insediamento umano.
Infatti i primi abitanti preistorici (si tratta gia
di Homo sapiens sapiens) del brindisino risalgono
al Paleolitico superiore (Epigravettiano 12.000 anni
fa durante l'ultima era glaciale Würm); ne sono
prova gli utensili in selce ora custoditi nel bellissimo
Museo Archeologico Provinciale "F.RIbezzo”,
ritrovati a Torre Testa, lungo la costa nord brindisina.
sempre sulla costa sono stati fatti ritrovamenti che
attestano insediamenti risalenti al neolitico (8.000-6.000),
all'età del rame (6.000-4.500) e all'eta del
bronzo (4.500-3.000).
Altri ritrovamenti risalenti alla preistoria (XVIII-XII
sec. a.C.) sono stati fatti nella zona denominata "Punta
delle Terrare". In questo insediamento il ritrovamento
di ceramica micenea, prova la presenza di scambi e contatti
commerciali con le civiltà dell' Egeo.
TORRE TESTA
(Paleolitico superiore, Mesolitico,Neolitico, Eta’
del Bronzo)
Sul litorale nord
di Brindisi, in località Giancola a pochi passi
da Torre Testa, sono state ritrovate le tracce lasciate
da uomini del Paleolitico superiore. Questi antichi
abitanti del nostro litorale (si parla circa di 12.000
anni fa) trovavano riparo in cavità naturali
in prossimità della foce di un fiume. Questa
posizione strategica permetteva loro di usufruire di
diversi benefici offertigli dalla natura: acque dolci
con le quali dissetarsi, possibilità di pescare,
raccogliere molluschi dal vicino mare, e siccome è
noto come gli animali affollino spesso le rive dei fiumi,
essi cacciavano cavalli, cinghiali, cervi e anche una
specie di pinguino ormai estinto (Bos primigenius,
Sus scrofa, Equus ferus, Cervus
elephus, Equus hydruntinus, Alca impenne).
Nucleo e schegge di selce
La presenza di eccezionali
utensili in selce (materia che si ritrova in abbondanza
sul Gargano) lascia ipotizzare che questi uomini provenissero
dalla Puglia del nord via mare o, perlomeno, che avessero
rapporti con queste genti.
Durante il Mesolitico, un alluvione causato dai continui
cambiamenti climatici e l'abbondanza di piogge, portò
il fiume a straripare disastrosamente travolgendo l’insediamento
e costringendo gli abitanti della parte bassa a spostarsi
nella parte più alta, nei pressi della "casa
rossa" (schema).
La presenza di alcuni materiali ha reso possibile appurare
che questi uomini vennero a contatto con popolazioni
Neolitiche provenienti dal mare.
L’insediamento di Torre Testa ha dato alla luce
innumerevoli reperti in selce, resti di conchiglie Cardium,
patelle con tracce di apertura da parte dell’uomo,
bolas, asce in bronzo e ossidiana.
L’area fu abitata in diversi periodi: Paleolitico,
Mesolitico, Neolitico e età del bronzo.
APANI
(Bronzo medio)
Campagna di scavo archeologico
sugli Scogli di Apani (2008 - UniSalento)
Gli isolotti di Apani
sono posti a 400 metri circa dalla costa. Essi erano,
un tempo, uniti fra loro costituendo, forse, l’estremità
di un promontorio collegato alla terra ferma.
Lo scavo, effettuato sul maggiore dei due scogli, ha
interessato due differenti aree aventi un’estensione
complessiva di 60 mq circa. Esso ha permesso di accertare,
al di sotto del livello di frequentazione tardo-imperiale
romano, la presenza di strutture e materiali riferibili
ad un villaggio databile ad una fase avanzata del bronzo
medio (metà II millennio a.C.).
Nell’area è stata individuata la presenza
di strutture abitative (capanne) i cui spazi interni
sono delimitati da buche di palo, ed evidenziati da
abbondanti resti di intonaco delle pareti, oltre che
da numerosi contenitori ceramici.
Tali capanne, al cui interno sono stati rinvenuti anche
numerosi manufatti in argilla, osso, selce e pietre
dure, sono state distrutte da un incendio.
Molto importante è, inoltre, il rinvenimento
di una gran quantità di frammenti d’intonaco
di capanne che conservano ancora ben evidenti, le impronte
degli elementi lignei/vegetali che costituivano la struttura
portante delle pareti, oltre ad essere un’ indizio
per capire l’ambiente naturale circostante il
villaggio.
L’intero villaggio, dal lato di terra, era difeso
da una struttura muraria a secco.
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Insediamento
dell'età del Bronzo sugli Scogli di Apani e Torre
Guaceto
PUNTA DELLE
TERRARE
(Eta’ del Bronzo)
Resti dell'insediamento preistorico
a Punta delle Terrare
L’insediamento
preistorico di punta delle Terrare, nei pressi della
villa Monticelli/Skirmut, è situato nella parte
media del porto e risale alle varie fasi dell’età
del bronzo, in particolare fra la seconda metà
del XV e gran parte del XIII secolo a.C.
Fu scoperta dagli archeologi negli anni '60 e il materiale
oggi si trova in parte nel Museo Archeologico Provinciale
"F. Ribezzo" di Brindisi (MAPRI) ed in parte
nel Museo Nazionale di Egnazia.
Fra i reperti trovati sono di particolare interesse
i bellissimi vasi di tipo domestico (ceramica appenninica),
gli importanti vasi di importazione Egea che attestano
i contatti con questa civiltà, un ascia e un
pugnale. Nel sito sono state trovate diverse strutture
di capanne che attestano che esso fu frequentato in
più fasi, durante l’età del bronzo.
Di particolare interesse è una fornace a ferro
di cavallo.
Il villaggio era difeso da un muro di cinta. La scoperta
di macine, di numerosa ossa di animali domestici e selvatici
e di varie conchiglie marine, da l’idea di un
economia basata sulla pesca, l’agricoltura, l’allevamento
del bestiame e la caccia.
Santa
Maria del Casale
(Neolitico)
Nel terreno prospiciente
la chiesa di Santa Maria del Casale fu rinvenuta dal
Camassa e dal De Giorgi una tomba risalente al periodo
Neolitico.
Si trattava di una tomba in pietra a guscio d’ovo
contenente resti di scheletro in posizione rannicchiata.
Testo di Danny Vitale
e Antonio Mingolla (Gruppo Archeologico Brindisino) |