LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
LU SCATTUSU,
L'EPOPEA DEL FOLK MADE IN BRINDISI
Il gruppo folk fondato da Mimino Blasi e poi guidato
da Fedele Zurlo, è stato riconosciuto a livello
internazionale per la riscoperta e la diffusione della
cultura popolare e la musicale antica
Tradizioni e costumi
raccontati attraverso la musica popolare. Per quasi
mezzo secolo il noto gruppo folcloristico brindisino
"Lu Scattusu", fondato nella prima
metà degli anni '70 dal compianto maestro Mimino
Blasi, ha assunto l'importante ruolo di messaggero
della propria terra, promuovendo le tante espressioni
culturali di ascendenza popolare in numerosi spettacoli
ed eventi internazionali.
Almeno due generazioni di danzatori, musicisti e cantanti
hanno manifestato la propria gioia di vivere con canti
e balli d'amore, di corteggiamento e di sfida, ripercorrendo
a ritroso il sentiero della memoria alla ricerca delle
radici perdute.
Il gruppo Lu scattusu negli anni
'70
La profonda passione
per le tradizioni locali e per la musica antica condusse
Mimino Blasi a riunire un folto gruppo di giovani e
meno giovani intorno ad un progetto importante, riuscendo
a creare una compagnia di quasi quaranta elementi accomunati
dalla volontà di riscoprire e mantenere viva
la cultura della civiltà di un tempo, rappresentando
momenti di festa con canti e danze del passato. "Zio
Mimino ci coinvolse e ci raggruppò tutti nel
campeggio di Materdomini, dove trascorrevamo l'estate
- ricorda Fedele Zurlo, nipote del Blasi nonché
continuatore passionale della sua iniziativa - da
lì siamo andati spesso a fare le prove di canto
presso nel gabbiotto dell'EPT che si trovava in piazzetta
Dionisi, sul lungomare del porto; successivamente ci
siamo radunati alle Acli di via Bari prima di approdare
definitivamente alla sede di via Congregazione, dove
siamo rimasti per anni. Nei primi tempi eravamo piuttosto
timidi, un po' ci vergognavamo a cantare e a ballare,
anche tra noi. Poi col tempo sono entrati a far parte
del gruppo anche i nostri figli e molti amici, ci siamo
divertiti tantissimo, ottenendo grandi soddisfazioni".
Mimino Blasi premiato ad una
manifestazione
Il repertorio veniva
elaborato dopo un attento studio e la scrupolosa ricerca
delle memorie tramandate oralmente, come per i costumi
indossati durante le varie manifestazioni, realizzati
a mano riproducendo fedelmente quelli in uso agli inizi
del XVII secolo. Persino la scelta del nome si è
ispirata ad un indimenticabile personaggio locale realmente
vissuto, "era conosciuto da tutti come lu Scattusu
perché era un uomo stravagante, amante della
musica, che insegnò ad ognuno dei suoi figli
uno strumento musicale", spiega Zurlo. "Si
dice che nei giorni di festa, accompagnato dai suoi
numerosi figli, suonava per le strade della città
per trasmettere alla gente la sua spensieratezza e allegria".
Nel tempo l'Associazione si è sempre più
aperta alla comunicazione e alla condivisione del passato
popolare, e non solo con canti e balli. Tutti i componenti,
infatti, sono stati coinvolti in iniziative di formazione
e conoscenza delle tradizioni sonore tese a pubblicizzare
il territorio brindisino, ma anche a partecipare ad
attività creative finalizzate allo scambio di
esperienze. In numerose occasioni il gruppo folk brindisino
ha rappresentato la nostra terra in seguitissime sagre
e rassegne, sia in Italia che in Europa, riscuotendo
grandi consensi. Occasioni importanti per confrontarsi
con culture diverse e per stringere relazioni d'amicizia
e di collaborazione. Sono stati ospiti di vari programmi
televisivi di intrattenimento trasmessi sia sulle reti
Rai che su quelle Mediaset, inorgogliendo l'intera popolazione
locale. Ma l'apprezzamento più grande è
stato ricevuto nel 2011, in occasione del centocinquantesimo
Anniversario dell'Unità d'Italia, quando il Ministero
per i Beni Culturali ha voluto riconoscere Lu Scattusu
come "gruppo di interesse nazionale", un privilegio
riservato a poche associazioni che si sono costantemente
impegnate nelle varie iniziative di carattere sociale
e culturale, quindi qualcosa di più di un fenomeno
locale.
"In realtà
il gruppo originale è stato in gran parte rifondato
alla fine degli anni Novanta da me e da mia moglie Rosalia
Borsetti - precisa ancora Fedele Zurlo - dopo
che, per varie vicissitudini, alcuni elementi decisero
di lasciare. Provammo a ricominciare con nuove forze
e una rinata passione per le arti e le tradizioni popolari,
fortunatamente la risposta fu immediata e positiva".
Da quel momento si organizzarono giornate di studio
molto partecipate e un interessante laboratorio fono
gestuale presso le scuole, con l'obiettivo di contribuire
allo sviluppo e alla formazione della personalità
dell'individuo. Fedele Zurlo ha pure scritto testi di
canzoni, commedie e musical in vernacolo, una di queste
("ci ti lu tici lu cori", scritta a quattro
mani con Rodolfo Scarano) è andata in
scena con successo, in più repliche, al Teatro
Impero di Brindisi. Inoltre, insieme a Romeo Tepore,
ha organizzato numerose edizioni di "Brindisi in
Bicicletta", una manifestazione che ha visto punte
di partecipazione di diecimila iscritti, di ogni età.
Un vulcano di idee,
una persona sempre attiva e pronta a dare un valido
contributo alla riscoperta e alla divulgazione degli
usi e costumi della terra di Brindisi. Tutto ciò
gli ha permesso di ricevere, meritatamente, una serie
di premi, come quello di "Padre del Folklore"
riservato a sole dieci persone distinte in ambito nazionale
nella ricerca e valorizzazione delle tradizioni e della
cultura del popolo. Ed ancora il "Premio Tancredi"
per essersi distinto con impegno nelle attività
di miglioramento dei rapporti umani nella vita di tutti
i giorni, giusto per citare i più importanti.
Come consigliere della Federazione Nazionale Tradizioni
Popolari nel 2012 e nel 2013 riuscì a portare
a Brindisi rispettivamente la seconda edizione del Festival
della Musica Popolare, che si svolse nella multisala
Andromeda, e la storica rassegna giovanile "il
fanciullo e il folklore", organizzata nei teatri
Verdi e Impero, che vide la partecipazione di centinaia
di persone venute appositamente a Brindisi.
Lu Scattusu da qualche
anno però non si esibisce più, gli impegni
lavorativi e famigliari di tutti hanno impedito la continuazione
di questa lunga e ricca esperienza. "Abbiamo
cercato di creare una sorta di vivaio, attingendo dalle
scuole i ragazzi interessati a questi argomenti, per
coinvolgere e sensibilizzare le fasce giovanili alla
cultura del rispetto nei confronti di altre culture
e identità. Ma i ragazzi oggi, oltre agli obblighi
scolastici, hanno tanti, troppi impegni a cui non è
facile rinunciare; pertanto, alle riunioni si presentavano
in pochissimi, non c'erano le coppie sufficienti per
iniziare le prove, così abbiamo deciso di fermarci".
Fisarmoniche, chitarre
e tamburelli che per anni hanno scandito i ritmi delle
danze popolari sono al momento fermi, in attesa di un
nuovo inizio, sempre pronti ad esprimere tutta la loro
potenzialità e la forza evocativa nei repertori
classici e tradizionali, riarrangiati con lo spirito
delle influenze moderne. Non si può perdere così
un patrimonio di grande espressione musicale e sociale,
ci sarà certamente una nuova rinascita che partirà
da una nuova e più coraggiosa ondata di musicisti.
A gloria della nostra città.
Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.297 del 14/04/2023
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