Tradizioni
L'IMMACOLATA TRA
SOLENNITA' RELIGIOSE E TRADIZIONI CULINARIE
Il giorno della vigilia e quello della festa si
accompagnano ancora oggi con antiche tradizioni che
suggellano momenti di fede e convivialità
La tradizione è
il passaggio tra generazioni di un insieme di consuetudini,
di riti, di abitudini e credenze custoditi nell'anima
di un popolo. Raccontare questi aspetti non è
semplice, in particolare quando alla religione si mescola
la cultura popolare in una combinazione tra devozione
e superstizioni, un viaggio nei ricordi che si tramanda
nel tempo, modificandosi e adattandosi alle circostanze.
È ciò che è avvenuto anche per
la secolare pratica devozionale del digiuno in occasione
della vigilia dell'Immacolata Concezione, un
esercizio religioso-popolare che trae origini nel Seicento
proprio nella provincia di Terra d'Otranto, più
esattamente a Casalnovo, il piccolo borgo che
oggi prende il nome di Manduria.
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Fontespizio del Libro Magno
del digiuno dei forestieri
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Statua dell'Immacolata a Manduria
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La memoria popolare
racconta che gli abitanti del piccolo paese, oggi nella
provincia tarantina, terrorizzati dai danni e dall'elevato
numero di morti, sia di uomini che di animali, causati
da fulmini e dai temporali, chiesero consiglio a suor
Maria Villani, la mistica napoletana dell'Ordine
di san Domenico. La fondatrice del monastero del Divino
Amore suggerì di organizzare dei cicli di astinenza
dove "ogni giorno qualcuno o parecchi digiunassero
a pane e acqua in onore dell'Immacolata" (R.
Jurlaro, 1970).
La pratica, iniziata nel 1638 nella cittadina messapica,
si rivelò efficace e si diffuse in tutta la nazione
e anche in buona parte dell'Europa, tanto che il rettore
della locale confraternita, don Andrea Durante,
dovette scrivere nel prezioso "Libro Magno del
Digiuno", migliaia di nomi e di date stabilite
per l'astinenza dal cibo. Al piccolo ma significativo
sacrificio aderirono persino alcuni regnanti, come Francesco
I e Ferdinando II di Borbone (l'Immacolata
Concezione era patrona dell'antico Regno delle Due Sicilie),
la regina Maria Teresa d'Asburgo e la sovrana
di Svezia, ma anche ambasciatori, legati esteri, membri
di corte, vescovi e cardinali, nobili e feudatari, sindaci
e decurioni, e tanta povera gente.
I loro nomi sono riportati nell'importante volume, costituito
di circa duemila pagine, nel quale furono registrati
i titoli della gente vissuta tra il 1638 e il 1862 con
il relativo giorno destinato al digiuno. A costoro veniva
resa la "Carta di Casalnovo",
una xilografia su cui era rappresentata l'Immacolata
coronata di stelle tra due angeli, e sotto all'immagine
sacra "il nome dello iscritto e la data stabilita
per il digiuno, più un distico in cui si inneggiava
al potere della Vergine".
L'originale esercizio di culto ha preceduto persino
l'istituzione della festa canonica dell'Immacolata,
decisa nel 1661 dal pontefice Alessandro VII
per l'8 dicembre, e l'ufficializzazione della pratica
religiosa stabilita nel 1853 da Papa Pio IX,
quando si celebra il dogma nel quale è sancito
che la Madre di Gesù non solo nacque assolutamente
pura, ma venne concepita da Sant'Anna immune dal peccato
originale, quindi "immacolata" e senza macchie.
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La tipica puccia della vigilia
dell'Immacolata (clicca per ingrandire)
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La caratteristiche pettole fritte
e (dx) con le rape e capperi (clicca per ingrandire)
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La tradizione devozionale
della vigilia, ancora molto sentita nell'intero Salento,
si è modificata ed arricchita nel tempo con mille
sfumature diverse, infatti sino a non molti anni fa
si digiunava l'intero giorno per ringraziare la Madonna,
un sacrificio inteso come purificazione del corpo e
dell'anima. Oggi nell'intera Puglia, soprattutto nei
paesi della provincia, secondo una consuetudine profondamente
radicata e diffusa, il 7 dicembre si osserva
un digiuno cristiano purificativo inteso come astinenza
dal mangiare carne: a pranzo si consuma esclusivamente
la "puccia", un panino morbido
e profumato, bianco di farina (in riferimento alla purezza),
con o senza le olive, guarnito di alcuni tipici ingredienti
locali, come tonno sott'olio, pomodori, "franfullicchi"
(pesciolini conservati sott'aceto), formaggio pecorino,
capperi, talvolta arricchito anche di peperoni, melanzane
e altre verdure, un pasto veloce da tenere, secondo
tradizione, unicamente in piedi.
La cena invece è decisamente più completa:
immancabile il baccalà, con la pasta o le patate,
in umido oppure fritto, le cime di rape e soprattutto
le fragranti e profumate "pettole"
(il termine deriverebbe dal latino "pitta",
piccola focaccia), le squisite palline di pasta lievitata
molto morbida fritte e dorate nell'olio bollente, da
consumare assolutamente calde, vuote o farcite con cavolfiore,
alici, olive e altri ingredienti.
A Brindisi, così come in alcuni paesi della provincia
e nel tarantino, è di uso riproporre le pettole
anche nel periodo natalizio, rustiche o dolci, semplici
o arricchite, anche in sostituzione del pane, oppure
come antipasto. La cena conviviale è di solito
completata con verdure crude (sedano, finocchi e cicorie),
arance e mandarini. L'importante è rispettare
il "fioretto" - un proponimento offerto
alla Madonna - ovvero che dalla tavola siano banditi
per l'intera giornata la carne e i suoi derivati, da
sostituire con il pesce e formaggio.
L'8 dicembre,
il giorno della festività nazionale religiosa
e civile, è una delle ricorrenze più importanti
dell'anno che apre il cammino simbolico dell'Avvento.
L'antica solennità della Concezione di Maria
ha origine nelle comunità monastiche della Palestina
verso la fine del VII secolo, mentre nella Chiesa d'Occidente
la festa è apparsa quando in Oriente il suo sviluppo
si era fermato. Nel Medioevo la celebrazione venne chiamata
festa della nazione normanna, poi riconosciuta in tutti
i paesi d'Europa. Nel febbraio del 1476, il pontefice
Sisto IV l'estese in tutta la Chiesa latina e
concesse l'indulgenza a coloro che assistevano agli
Offici Divini della solennità. Il dogma fu poi
fissato da Pio IX nel 1854 con la bolla "Ineffabilis
Deus" emessa proprio l'8 dicembre, data individuata
per il concepimento di Maria, anticipando esattamente
di nove mesi la Natività della Beata Vergine.
Nel corso di questa giornata tanto attesa, la tradizione
vuole che la famiglia inizi a preparare il presepe e
addobbare l'albero di Natale.
I vigili del Fuoco di Brindisi
mentre depongono l'omaggio floreale alla statua dell?immacolata
in Piazza Duomo
Dal 1949 si officia
anche un'altra importante celebrazione in onore dell'Immacolata
Concezione: la deposizione di una corona di fiori sulla
statua bronzea della Madonna posizionata sulla colonna
di piazza di Spagna a Roma. È una consuetudine
affidata ai Vigili del Fuoco che l'8 dicembre di ogni
anno, utilizzando un'autoscala, rendono omaggio alla
Madonna non solo nella capitale, ma anche in tante altre
piazze d'Italia, un momento particolarmente sentito
e seguito dalla popolazione e dalle istituzioni civili,
militari e religiose. Al termine della preghiera un
lungo suono di sirene viene diffuso per la città,
come ringraziamento, devozione e protezione.
La celebrazione si svolge anche a Brindisi, in piazza
Duomo, con l'omaggio floreale offerto alla Madonna Pellegrina
che si erge sulla colonna al centro della piazza, un
monumento sorto a memoria dell'anno mariano del 1954
e inaugurato l'8 dicembre 1955 dall'arcivescovo Nicola
Margiotta.
Le ele dell'Immacolata nelle
chiese di Brindisi (clicca per ingrandire)
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Tela dell'Immacolata (Episcopio)
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Tela dell'Immacolata(chiesa
di S.Maria degli Angeli)
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L'immagine sacra di
Maria Immacolata nella nostra città è
altresì presente su due interessanti tele del
XVII secolo: la prima è conservata nell'Episcopio,
l'altra è nell'omonima cappella della chiesa
di Santa Maria degli Angeli, entrambe di autore ignoto.
La Vergine è sempre raffigurata con i suoi tradizionali
elementi iconografici: una donna bellissima circondata
dalla luce di Dio, con la mezzaluna calante ai suoi
piedi, segno della purezza che contrasta l'impero delle
tenebre, nell'atto di schiacciare il serpente, simbolo
e figura del diavolo, a significare l'inequivocabile
vittoria del bene sul male.
Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n. 176 del 4/12 /2020
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