Brindisini illustri - BENEDETTO MARZOLLA
Benedetto
Marzolla e Brindisi nel 1835
Benedetto
Marzolla, ingegnere, geografo e cartografo di fama, nato
a Brindisi il 14 marzo 1801 da Carlo ed Elisabetta They, a vent’anni
ingegnere topografo dell’Ufficio Topografico della Guerra di Napoli,
dimostrò anche un grande interesse per la storia locale e la
statistica. Il Gran Dizionario Geografico-statistico-storico, l’opera
che con tante altre lo rese celebre, contiene un’accurata descrizione
della città di Brindisi nel 1835.
Benedetto
Marzolla. Dipinto donato al locale Liceo Ginnasio
La
popolazione della nostra città, composta in prevalenza da contadini,
pescatori e artigiani, era allora di 7.504 persone (3.417 uomini e
4.087 donne). In buona parte, è precisato, i brindisini erano docili
e di buone maniere, con inclinazione all’inerzia. Il
clero era costituito da 68 persone, e le chiese erano 17.
La
fiorente agricoltura produceva in gran quantità grano, avena, vino,
formaggi, lana e cotone. Mancavano, invece, i legumi, la frutta,
l’olio, le patate e il granturco. Nell’abitato esistevano 21 mulini, e
altri 49 in campagna. I forni erano 61, di cui undici nell’abitato e 50
nelle masserie. A fronte di 90 bettole,
c’era una sola trattoria. Degli otto alberghi uno solo, che si trovava
nella rua (via) Maestra, era decente e poteva ospitare fino a otto
persone.
Nel
territorio comunale c’erano allora 16 boschi, che fornivano il legname
necessario per la costruzione di carri agricoli, aratri e piccole
barche da pesca. Si contavano 190 cavalli, 80 muli, 500 asini, 620
buoi, 400 vacche, 11.000 pecore, 130 maiali, 6.000 capre, 8.000 polli.
L’industria era costituita da due fabbriche di acquavite, un pastificio
funzionante con macchine e altri a mano; due fabbriche di sapone, tre
concerie e due di creta lavorata. Le barche da pesca erano 56, e tre
quelle da trasporto. Le fontane che fornivano acqua potabile alla
popolazione erano nove, di cui una nella piazza dei commestibili (ora
della Vittoria), fatta costruire dagli Spagnoli nel 1618.
Le
professioni e i mestieri di prima necessità erano
svolti da sette medici, 15 avvocati, quattro notai, sei farmacisti,
dieci salassatori, quattro levatrici, tre agrimensori, 40 muratori, 30
falegnami carpentieri, 13 ferrari, tre armieri, 80 sartori, 80
calzolai, tre pellettieri, 13 barbieri, dieci beccari (macellai). Non
deve sorprendere il gran numero di sarti e calzolai (ben 160 in una
città di 7.500 abitanti), in un’economia in cui era d’obbligo
“rammendare, rivoltare e risuolare”. Due erano gli ospedali: quello
civile poteva accogliere 20 ammalati, quello militare molti di più: 80.
Il bagno penale aveva una capienza di 600 “servi di pena”, com’erano
chiamati i condannati per reati penali, utilizzati per i lavori
pubblici più disagevoli e pericolosi.
Il Liceo
Ginnasio "B. Marzolla" in Corso Roma nel 1933, anno della sua
inaugurazione
Il
nome di Benedetto Marzolla, morto a
Napoli il 10 maggio 1858, fu dapprima dato a una via traversa di corso
Roma; poi, nel 1933, anche al Liceo classico,
per molti anni uno degli edifici scolastici più belli e imponenti della
città.
Testo
di Roberto Piliego
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