Brindisini illustri - LEONARDO FERRULLI
Il Sottotenente
Pilota LEONARDO FERRULLI
una gloria brindisina
Coloro che,
sfruttando le capacità di Google
Earth, sorvolano il tratto del Casale a
ridosso di Viale Duca degli Abruzzi, non possono
non accorgersi che l’intersezione di tre
stradine disegna al suolo una lettera “H”.
Niente di straordinario si dirà, giacché
di incroci a forma di “H” nelle
planimetrie cittadine se ne trovano un’infinità.
Questa lettera,
però, ha qualcosa di particolare perché
a formarne le asti verticali sono le vie De
Pinedo e Baracca, mentre la via Ferrulli è
quella orizzontale che le unisce.
Ma in cosa consisterebbe la particolarità?
Nel fatto che “H” in latino è
l’iniziale della parola hero-rois,
cioè eroe. E che le tre vie sono intitolate
a tre Eroi della Regia Aeronautica caduti in
combattimento nel corso della Prima e della
Seconda Guerra Mondiale o, nel caso di De Pinedo,
mentre si apprestava a compiere un raid di 6.300
miglia da New York a Baghdad. Un caso fortuito
quello offerto dalla toponomastica brindisina?
Forse sì. Anche se a me piace pensare
che raggruppandole in questo modo si sia voluto
dare risalto alla figura di uomini eccezionali
di cui, uno, a noi molto vicino: il S. Ten.
Pilota Leonardo Ferrulli, brindisino doc, come
si direbbe oggi.
Peccato che
il nome scritto sulla targa stradale del Nostro
sia errato (compare una “A” invece
della “L” di Leonardo!), che manchino
le succinte notizie (S.Ten. Pil. - Medaglia
d’Oro al V.M.) in grado di spiegare ai
cittadini il motivo dell’intitolazione
della via, e che la stessa targa sia alquanto
malconcia. Ma questa, come direbbe Kipling,
è un’altra storia…
Ferrulli dunque
nasce a Brindisi l’1.1.1918, si arruola
in Aeronautica il 23 giugno 1935 e, il 5 marzo
1936, consegue a Grottaglie il brevetto di pilota
militare. Il 16 marzo 1936 viene assegnato alla
84^ Squadriglia del 4° Stormo, di stanza
sull’aeroporto di Gorizia. Per intenderci,
il giovane pilota brindisino, quale prima destinazione,
ottiene quella del 4° Stormo, vale a dire
di uno dei Reparti più blasonati della
Regia Aeronautica. Quello di Francesco Baracca.
Quello in cui si respirava aria di gloria. Anche
questo fu un caso? O non fu il Destino che l’indirizzò
nel luogo dove si forgiavano i caratteri degli
Eroi?
Con un lessico militare stilisticamente dannunziano
(ma efficace!), così un documento dell’Ufficio
Storico dello Stato Maggiore Aeronautica descrive
i tratti del carattere del Ferrulli: “…E
lo Stormo osservò la metamorfosi del
giovane; l’ingentilirsi delle manovre,
vide scomparire l’inesperienza e affermarsi
la sicurezza nel volo; ammirò l’audacia,
acclamò i virtuosismi acrobatici, ebbe
in lui fiducia illimitata…”.
Leonardo Ferrulli
Il
4° Stormo
Si tratta di uno dei Reparti più anziani
dell’Aeronautica Militare: i suoi ottanta
anni di vita sono tutti di ininterrotta attività
dal 1931 ad oggi. I due Gruppi e alcune sue
Squadriglie risalgono, addirittura, alla Prima
Guerra Mondiale. Le sue tradizioni, rappresentate
dal simbolo del “cavallino rampante”,
sono le più antiche della Caccia italiana,
nata proprio con le splendide vittorie di Francesco
Baracca.
Alla fine del maggio 1931 diciotto Fiat
CR.20 “Asso” delle Squadriglie
84^ e 91^ ricevono l’ordine di trasferirsi
dall’aeroporto di Ciampino Sud a quello
di Campoformido per concorrere alla formazione
di un nuovo Stormo: il 4° Stormo Aeroplani
Caccia, formato da due Gruppi, il IX e il X.
Quest’ultimo, con le squadriglie 90^,
84^ e 91^, nota come “Squadriglia degli
Assi” per la presenza di gente quale Baracca,
Piccio, Ruffo di Calabria…
Lo stemma del Reparto, in origine un uomo alato,
ebbe vita breve. Nel 1933 fu infatti sostituito
dal cavallino rampante, in quanto i due Gruppi
di volo avevano adottato i cavallini, bianco
su nero e nero su bianco, rispettivamente per
il IX e per il X Gruppo. Il nodo sabaudo a cornice
dello stemma, sormontato dalla corona ducale
comparirà in onore del Duca Amedeo d’Aosta,
Comandante e capo carismatico del 4° Stormo
nel periodo 1933-1934.
Alla fine
del 1939 vengono assegnati allo Stormo i primi
Fiat CR.42. Nel 1940, all’inizio
del secondo conflitto mondiale, lo Stormo è
equipaggiato con velivoli MC.200 “Saetta”.
Dopo molteplici vicissitudini il 4° Stormo,
dal novembre del 1962, risiede stabilmente sull’aeroporto
di Grosseto e, attualmente, ha in dotazione
il velivolo Eurofighter Typhoon.
Il
primo ciclo operativo
Ferrulli, il 12 febbraio 1937, parte per la
Campagna di Spagna e lì
riceve il battesimo del fuoco. Rientra in Patria
il 24 dicembre 1937 e viene assegnato prima
alla 90^ Squadriglia e poi alla 91^. Il 10 giugno
1940 lo “trovava in prima linea, impaziente
di misurarsi con il nemico. Sorretto da doti
morali di altissimo valore, aveva del proprio
dovere un senso di religiosa dedizione, per
il quale considerava la vita attraverso quella
visione astratta ed impersonale propria di quegli
eroici asceti combattenti per i quali la missione
che sentono di dover compiere si identifica
con la loro divinità, e solo nel servirla
vedono lo scopo e la giustificazione della propria
esistenza, solo nel sacrificio per essa il premio
della loro opera. E la sua divinità era
la Patria. Ogni peso, ogni fatica era per lui
un gioco quando sapeva che esso serviva il suo
altissimo ideale. Sorretto da questi sentimenti
viveva con gioia in prima linea; ogni suo desiderio
era rivolto al combattimento. Il suo primo ciclo
operativo è denso di fatti d’arme…”.
In Cirenaica,
infatti, il 19 dicembre 1940, ai comandi di
un CR.42, ottiene la prima vittoria abbattendo
un Hurricane nel cielo di Sollum. Sempre in
Nord Africa abbatte altri cinque Hurricane e
un Bristol Blenheim. Ma “questa è
per lui la fase preparatoria; egli desiderava
acquistare ancora esperienza, affinare ancora
con la precisione dell’occhio e la fermezza
del polso le sue possibilità; vuole che
ogni sua raffica sia micidiale. Nella guerra
che combatteva con la più radicata convinzione
e il più mistico ardore aveva potuto
vedere il mezzo più celere per la realizzazione
di quell’ideale di grandezza e di gloria
che tanto sognava per la sua Patria; e nella
guerra si era battuto con tutta l’irruenza
dei suoi giovani anni, con tutto il fuoco della
sua prepotente passione…”.
Il
ciclo della Sicilia
Ferrulli, con i Macchi MC.200 del X Gruppo,
viene trasferito in Sicilia per un ciclo di
operazioni contro Malta. “Decine e
decine di volte portò il suo apparecchio
sull’isola nemica. Ormai il suo animo
era allenato a ogni sorta di emozione; le avventure
più terribili, le lotte più accanite
lo lasciavano calmo e sereno. Allorché,
dopo gli epici combattimenti che la nostra Caccia
sosteneva sempre in condizione d’inferiorità
il S.Ten. Ferrulli scendeva dal suo apparecchio,
un fresco sorriso errava sulle sue labbra; sembrava
che ogni lotta superata rigenerasse in lui la
forza e l’audacia primitiva… Aveva
in ogni occasione superato in temeraria audacia
i più audaci piloti, attaccando il nemico
fino alle minime distanze, fino all’ultimo
colpo di mitraglia, senza curarsi se il suo
apparecchio veniva spesso colpito…”.
L’11
luglio 1941 rischia d’essere abbattuto
sull’“isola-fortezza”. Con
i piloti del suo Gruppo partecipa all’attacco
contro la base maltese di Micabba. È
uno dei gregari del Comandante di Gruppo, Ten.
Col. Carlo Romagnoli. Al ritorno, sul mare,
Ferrulli, vedendo il collega Devoto inseguito
da due Hurricane, vira, insieme a Franco Lucchini,
per aiutarlo. Ma sopraggiungono altri quattro
o cinque caccia nemici. Si sviluppa un violento
combattimento aereo. I tre Macchi si disimpegnano
a stento, filando a pelo d’acqua, inseguiti
per 20-30 miglia dai caccia inglesi che, alla
fine, virano per rientrare alla base.
Ferrulli ha
il velivolo colpito da molte raffiche e gravemente
danneggiato, ma non è ferito. L’azione
su Micabba viene considerata un successo e citata
sul Bollettino di guerra n. 402. Alla fine del
1941 il 4° Stormo viene equipaggiato con
il nuovo Macchi MC.202 e Ferrulli,
nel corso dell’anno seguente, abbatte
otto P-40 e uno Spitfire.
Il
ciclo egiziano
Al ciclo della Sicilia, dopo un breve periodo
di riposo, segue quello egiziano. L’entusiasmante
avanzata rianima tutti e Ferrulli è ancora
tra i primi e i migliori, fino alle gloriose
giornate di El Alamein. I disagi del clima e
dell’ambiente, le fatiche dei lunghi mesi
trascorsi sempre in prima linea non hanno indebolito
la sua fibra. Alla fine del ciclo ha raggiunto
17 vittorie personali ed è stato protagonista
di epici combattimenti, sempre pronto a intervenire
con tempestività nel porgere aiuto al
compagno in difficoltà.
L’ultimo
combattimento
Rientra in Italia circondato dal fascino di
un mistico alone. Ma duri avvenimenti si susseguono
e la Patria ha bisogno di tutti i suoi figli.
Nell’imminenza dello sbarco degli Alleati
Ferrulli parte per la Sicilia, pronto a gettarsi
ancora una volta con tutta la forza del suo
entusiasmo contro le preponderanti forze nemiche.
Ottenne le sue due ultime vittorie, nel cielo
della Sicilia, il giorno stesso della sua morte:
il 5 luglio 1943, poche ore dopo che il suo
amico e altro grande asso, Franco Lucchini,
era stato abbattuto non lontano dalla base.
Ferrulli decollò alle 14.20 con il Ten.
Giorgio Bertolaso e il Serg. Giulio Fornalé,
anch’essi della 91^ Squadriglia, per intercettare
un’imponente formazione di bombardieri
quadrimotori americani Boeing B-17 Flying Fortress
diretta a bombardare Gerbini, scortata da caccia
Lockheed P-38 Lightning e da una trentina di
Spitfire.
“Nel
cielo è un crepitare di proiettili. Centinaia
di mitraglie sparano rabbiose contro il temerario
che osa da solo l’inosabile…”.
Ferrulli fu visto abbattere un B-17. Ora tutta
la caccia nemica incalza con rabbia crescente;
vuole vendicare la perdita subita. Ma Ferrulli
abbatte ancora un bimotore da caccia P-38 prima
di essere attaccato dagli Spitfire di scorta.
Colpito, si lanciava con il paracadute dal suo
Macchi danneggiato, ma era troppo basso e urtò
il suolo morendo nei pressi di Scordia (CT).
Ad abbattere quello che era, in quel momento,
il pilota italiano con il maggior numero di
vittorie aeree (ventidue abbattimenti individuali
e uno collettivo!), fu un anonimo pilota alleato!
La
Medaglia d’Oro al Valor Militare
Per quest’ultima azione gli fu conferita
una Medaglia d’Oro al V.M. alla memoria,
con la seguente motivazione:
“Il
cuore generoso, l’audacia eccezionale,
l’abilità impareggiabile,
avevano fatto di lui il simbolo eroico della
nostra arma combattente.
In numerosi aspri combattimenti per 20 volte
piegò, vincendola, la
baldanza nemica. Non ritornò da un meraviglioso
combattimento
nel quale, solo contro trenta, aveva ancora
due volte fatto fremere il
sacro suolo d’Italia con l’urto
del nemico abbattuto. Nell’ora grave
della Patria, sfatando l’alone di invulnerabilità
che si era creato,
volle additare a noi, ingiustamente superstiti,
la via della gloria e
dell’onore. Esempio luminoso di una vita
posta con superba dedizione
al servizio della Patria”
Cielo dell’A.S.
del Mediterraneo e della Sicilia, 10 giugno
1940 – 5 luglio 1943
Questo prestigioso
riconoscimento andava ad aggiungersi alle precedenti
decorazioni che includevano quattro Medaglie
d’Argento al V.M., tre medaglie per la
Campagna di Spagna (“Medalla Militar”,
“Medalla de la Campana”, “Cruz
Roja”) e tre Croci al Merito di Guerra.
La
storia dei nostri tempi
Non era stata ancora dimenticata l’eroica
figura del Ferrulli visto che, a due anni dalla
morte, il 5 luglio 1945, l’Associazione
Provinciale Gente dell’Aria provvedeva
a sistemare sul muro esterno della vecchia sede
del Banco di Napoli, lato piazza Vittoria, la
seguente lapide:
PIÙ
CHE SUL MARMO
È INCISO
NELLA GRATITUDINE DELLA PATRIA
E NELL’ORGOGLIO DI BRINDISI
IL RICORDO DEL NOBILE OLOCAUSTO
DEL GIOVANE S. TEN. PILOTA
LEONARDO FERRULLI
DEL 4° STORMO CACCIA
CADUTO IN COMBATTIMENTO AEREO
PER L’ITALIA
IL 5 LUGLIO 1943
LA SPOGLIA MORTALE SPLENDENTE
DI QUATTRO MEDAGLIE D’ARGENTO
RIDISCESE DAI CIELI AUREOLATA
DI MEDAGLIA D’ORO AL V.M.
LO SPIRITO ELETTO RISALÌ NEI CIELI
NELLA GLORIA DEGLI EROI
La lapide,
unitamente a quella del brindisino Antonio Vincenzo
Gigante, Medaglia d’Oro, partigiano della
Resistenza (attualmente la lapide di Gigante
è sistemata nella piazzetta De Falco
– Sottile), alla fine degli anni Sessanta,
in occasione della demolizione del Banco fu
rimossa e momentaneamente accantonata
dal Comune in un deposito. Iniziò da
quel momento una tormentata discussione sul
luogo ove riposizionarla, dal momento che -
si disse - per motivi architettonici, non erano
più idonee a sostenerla le lastre marmoree
della nuova sede del Banco di Napoli. E, per
altri motivi, nemmeno le pareti dell’adiacente
sede INPS, né quelle dell’Archivio
di Stato in piazza Santa Teresa, o del palazzo
della Provincia, o del muraglione di via Pasquale
Camassa…
Così
la lapide del Ferrulli rimase per molti anni
a marcire in un deposito nei pressi del passaggio
a livello di Porta Lecce. Finché, per
quei giochi strani con cui il destino si diverte
a sorprendere gli uomini, non fu ri-scoperta
proprio da un Ufficiale dell’Aeronautica
(l’allora Ten. Col. Giuseppe Genghi),
in quel periodo “prestato”, in qualità
di Assessore alla Cultura e allo Sport, all’Amministrazione
comunale. La lapide, trovata in condizioni che
la rendevano molto simile a un reperto archeologico
della Brundisium romana, fu affidata alle cure
di uno dei marmisti (termine riduttivo perché,
in taluni casi, si trattava di veri e propri
scultori) che, a quei tempi, lavoravano su quel
tratto di via.
L’artigiano
ripulì il marmo offeso dall’incuria
umana più che dal tempo, restituì
la parola alle sbiadite lettere dell’epigrafe
e ne curò la sistemazione presso la sede
che l’aveva fortemente reclamata: l’Associazione
Arma Aeronautica di via Nicola Brandi 29. Quando
gli fu chiesto il costo della prestazione, rispose
con semplicità, ma anche con insolita
fermezza: “Niente! Per me è stato
un onore dedicare un po’ del mio tempo
a un concittadino che il suo l’ha offerto
tutto alla Patria”. Con questa risposta,
senza saperlo, quel brindisino riscattava la
vergogna di un’intera classe politico-istituzionale!
Ingresso della Sezione
brindisina dell’Associazione Arma Aeronautica
L’Associazione
Arma Aeronautica
La Sezione brindisina dell’A.A.A. è
una sorta di Vittoriale degli italiani…
Nel senso che la passione e l’attaccamento
dei Soci ai valori dell’Arma - in sintonia
con quelli del Vate per le glorie d’un
intero Paese - ha fatto sì che, nel tempo,
si raccogliessero nell’accogliente sede
cimeli della più svariata natura: dal
velivolo ultraleggero parcheggiato nell’attiguo
giardinetto, alle pregiate eliche di legno,
alle stele commemorative della Gente dell’Aria
e dei Caduti del 32° Stormo, agli aeromodelli
tra i quali fa bella mostra di sé il
glorioso Savoia Marchetti S.55, a una bella
statua della «Virgo Lauretana» Patrona
degli aviatori, ai crest dei Reparti dell’A.M.,
ai diplomi delle onorificenze, ai labari, alle
aquile scolpite nella pietra.
Senza contare
che, nella sala intitolata al Gen. Medaglia
d’Oro al V.M. Giovanni Del Vento, è
conservato addirittura lo studiolo (scrivania
e due mobili libreria) che una leggenda metropolitana
vuole si trovasse presso l’Ammiragliato
durante il soggiorno del Re Vittorio Emanuele
nella Brindisi Capitale del Regno del Sud!
La Sezione,
costituita il 7 ottobre 1989 e intitolata alla
memoria del Ten. Leonardo Ferrulli, in data
1 luglio 1994 ha occupato stabilmente la sede
di via Brandi. E finalmente, il 24 maggio 1995,
“per fugare l’oblio del tempo”,
la signora Adriana Formisano, nipote dell’Eroe
(e consorte di uno dei Comandanti del 32°
Stormo del periodo brindisino) ha potuto riscoprire
la storica lapide del 1945 e quella commemorativa
della Sezione A.A.A. Presenti alla significativa
cerimonia, tra gli altri, il Comandante la 3^
Regione Aerea, Gen. Vincenzo Manca, il Presidente
della Sezione, Gen. Abele Nania e il sindaco
della città, dott. Michele Errico.
Sembrerebbe non casuale la vicinanza di un semaforo
al portico che, al pari d’un sacrario,
custodisce religiosamente la lapide del Ferrulli.
La sosta, infatti, seppure limitata alla breve
durata di un “rosso”, è più
che sufficiente per suggerire al viandante un
pensiero di doverosa riconoscenza all’indirizzo
di questo illustre figlio di Brindisi.
Testo di
Guido Giampietro
|
Bibliografia:
- Ufficio Storico
dell’A.M. “Medaglie d’Oro
al V.M.” ed. 1969
- Brossura A.A.A. di Brindisi in occasione
intitolazione Sezione
Ricerca foto storiche a cura di Marco Cortese |
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1: Leonardo
Ferrulli
2: Leonardo
Ferrulli
3: FIAT CR.42
4: FIAT CR.42 bis
5: MACCHI MC.200
6: MACCHI MC.202 |
7: Ultraleggero nei
giardini dell'A.A.A.
8: A.A.A. – Stele ai Caduti
dell’Aria
9: Brindisi. La targa stradale errata
e incompleta
10: Cimitero Brindisi. Cenotafio
Ferrulli
11: A.A.A. - Sala Gen. Del Vento
12:Sezione A.A.A. Le lapidi commemorative |
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