LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
IL 32° STORMO
A BRINDISI
Qualsiasi Reparto,
a qualsivoglia Forza Armata appartenga, ha due vite:
quella in pace e quella in guerra. Ma è in guerra
che mette in mostra tutta la sua forza. Parlare quindi
del 32° Stormo riferendosi esclusivamente al periodo
di “pace” (anche se di una pace atipica)
trascorso a Brindisi vorrebbe dire sorvolare sulle pagine
di eroismo che ha scritto negli anni del secondo conflitto
mondiale. Per questo sono dell’avviso che si debba
raccontarne la storia ab initio…
I primi anni
del 32° Stormo
Il 32° Stormo B.T. (Bombardamento Terrestre) fu
costituito il 1° dicembre 1936 su due Gruppi di
volo: il 38° Gruppo (con la 49° e 50° Squadriglia)
dislocato ad Aviano (PN) e l’89° Gruppo (228°
e 229° Squadriglia) dislocato a Forlì. Lo
Stormo divenne però un Reparto omogeneo solo
il 24 febbraio 1937, poiché sotto questa data
i due Gruppi, dotati entrambi di velivoli trimotori
Savoia-Marchetti S. 81, furono riuniti
sull’Aeroporto di Elmas (CA). Il Comando dello
Stormo fu assunto dal Col. Vincenzo Napoli che il 3
aprile 1937 ricevette dalle mani di S.M. il Re la Bandiera
di Combattimento dello Stormo.
Durante tutto il 1937 lo Stormo, nel frattempo passato
sotto il comando del Ten. Col. Romeo Armellini, effettuò
numerosi voli di addestramento sul mare, segnando così
l’inizio di una tradizione che ha rappresentato
da sempre il suo vanto.
Nel 1938 l’89° Gruppo si trasferì sull’aeroporto
di Alghero mentre lo Stormo, dopo essere passato nelle
mani del Col. Emanuele Moscone, nel febbraio 1939 venne
dotato dei nuovi velivoli Savoia-Marchetti S.
79 “Sparviero” (costruiti in tela,
legno e tubi di acciaio…), riconoscibili per la
tipica “gobba” dietro l’abitacolo
che valse loro il nomignolo di “Gobbi maledetti”.
Nel luglio 1939 l’89° Gruppo rientrò
a Elmas e nell’aprile del 1940 il Comando dello
Stormo fu assunto dal Col. Luigi Gallo.
Il 3 giugno 1940 lo Stormo si trasferì a Decimomannu
(CA). In pochissimi giorni l’aeroporto venne approntato
per il suo impiego bellico e la guerra, dichiarata il
10 giugno 1940, trovò il 32° Stormo pronto
ai compiti che la Patria gli affidò.
S79
S 81
Il 32°
Stormo in guerra
Il 12 giugno 1940 lo Stormo, con ventiquattro S. 79,
bombardò la base francese di Biserta causando
notevoli danni al nemico, ma sette velivoli rientrarono
a Decimomannu colpiti dalla violenta reazione della
contraerea nemica. Il 13 giugno il Gen. Vespignani comunicò
allo Stormo l’elogio del Duce
per l’azione, presente il Gen. Cagna, Comandante
della 10° Brigata Aerea che comprendeva il 32°
e l’8° Stormo.
Il 9 luglio lo Stormo partecipò compatto alla
1^ Battaglia delle Baleari. Venti velivoli si lanciarono
contro un convoglio inglese: due velivoli dello Stormo
andarono persi, ma la formazione inglese rientrò
a Gibilterra con la nave da battaglia Hood, la portaerei
Ark Royal e due incrociatori gravemente danneggiati.
Per tale azione la Bandiera del 32° Stormo venne
decorata di Medaglia d’Argento al Valor Militare
“sul campo” con la seguente motivazione:
“Per
l’indomito coraggio dei suoi equipaggi
che, al di sopra di ogni pericolo ed oltre il
dovere, ne innalzavano ognora superbi e
splendenti i colori, segnava una pagina di
gloria imperitura nel cielo delle Baleari, in
una azione di massa contro una potente
formazione navale britannica, colpendone
numerose unità e costringendole quindi a
volgere per ripiegare verso le proprie basi”
Cielo del Mediterraneo
Occidentale, 9 luglio 1940
Il 30 luglio 1940
lo Stormo ebbe in dotazione due Savoia-Marchetti S.
82 “Marsupiale” per i bombardamenti
a lungo raggio.
Il 9 novembre lo Stormo, con venti velivoli, attaccò
un’ingente formazione navale inglese che tentava
il passaggio del Canale di Sicilia. Nonostante l’attacco
di caccia “Defiant” lo Stormo colpì
una portaerei e un incrociatore pesante. Tutti i velivoli
rientrarono, ma tre componenti degli equipaggi caddero
al loro posto di combattimento e altri sette furono
feriti.
Il 27 novembre il nemico ritentò il passaggio
e lo Stormo lo attaccò in due ondate successive.
Nella prima, protetta dalla caccia, colpì una
portaerei; nella seconda colpì due incrociatori
e cinque velivoli nemici caddero sotto i colpi dei mitraglieri
dello Stormo.
Il 9 gennaio 1941 lo Stormo, con dieci velivoli dell’89°
Gruppo, partì per bombardare un convoglio nemico
nel Mediterraneo Occidentale. Durante la rotta di avvicinamento
venne intercettato un convoglio da guerra sul quale
converse l’attacco: venne colpita la nave da battaglia
Malaja. Due velivoli dello Stormo non rientrarono e
furono abbattuti quattro caccia avversari.
L’8
maggio 1941 lo Stormo attaccò, nonostante le
pessime condizioni meteo, un grosso convoglio difeso
da due navi da battaglia, una portaerei, sei incrociatori
e quindici caccia torpediniere. Un velivolo partì
col compito di fare da radiofaro: il capo equipaggio,
Cap. Armando Boetto, non rientrò
e alla Sua memoria venne conferita la Medaglia d’Oro
al Valor Militare “sul campo”.
Nel giugno 1941, dopo il bombardamento di Gibilterra,
il Comando dello Stormo venne assunto dal Col. Leonello
Leone.
Il 25 luglio 1941 ci fu un altro epico scontro, nelle
vicinanze di Capo Buongaroni, tra otto S. 79 dello Stormo
e le forze nemiche. Un aereo andò perso e gli
altri sette rientrarono colpiti. Per questa azione un
membro del 32° Stormo fu decorato con la medaglia
d’oro al VM a vivente. Era il 1° Aviere
Rolando Ricci, motorista a bordo di uno degli
aerei attaccati. Si era posto a una delle mitragliatrici
laterali per concorrere alla difesa del velivolo. Una
raffica lo prese in pieno viso, accecandolo. Ricci,
col volto ridotto a una maschera di sangue, si trascinò
accanto ai piloti cercando d’essere utile con
i consigli durante il volo di rientro. Sopravvisse alla
tremenda ferita e, oramai cieco, prestò ancora
servizio in Aeronautica come centralinista telefonico
presso la 1^ Regione Aerea di Milano.
Nel settembre 1941, dopo altri bombardamenti a potenti
formazioni nemiche e intense missioni di ricognizione,
lo Stormo si trasferì sull’aeroporto di
Borgo Panigale (BO) per un turno di riposo. Per i brillanti
risultati fino a quel momento conseguiti, anche a prezzo
di dolorose perdite, allo Stormo fu tributato un elogio
(pubblicato su F.O. del 27.9.1941).
Il 1° novembre il 32° Stormo cambiò denominazione
e divenne Aerosilurante; gli vennero assegnati gli S.
84 in sostituzione dei vecchi, gloriosi “Gobbi
maledetti”.
Il 24 maggio 1942 lo Stormo si trasferì a Gioia
del Colle (BA) con l’89° Gruppo Aerosilurante
e il 38° Gruppo rimasto bombardiere. Furono effettuate
sedici scorte convogli per un totale di 520 ore di volo.
Nel novembre 1942 lo Stormo si trasferì sulla
Base di Villacidro, in Sardegna. Dopo aver effettuato
altre numerose missioni di bombardamento e siluramento,
alla fine del mese il Comando di Stormo e il 38°
Gruppo rientrarono a Gioia del Colle e, successivamente,
vennero trasferiti a Galatina (LE).
Il 10 gennaio 1943 il 32° Stormo - passato sotto
il Comando del Col. Vittorio Mariani - cambiò
di nuovo la sua denominazione e da Aerosilurante tornò
ad essere B.T. Sotto la stessa data l’89°
Gruppo Aerosiluranti diventò Autonomo ed il suo
posto in seno al Reparto venne preso dal 43° Gruppo
Combattimento del 13° Stormo.
Il 27 gennaio 1943 il 32° Stormo viene sciolto e
passa nella posizione “quadro”.
Il
32° Stormo a Brindisi
Il 1° settembre 1967 lo Stormo - intitolato alla
memoria del Cap. Armando Boetto - viene ricostituito,
con la denominazione C.B.R. (Caccia Bombardieri Ricognitori),
sull’aeroporto di Brindisi. Il 24 aprile 1968
ricevette la Bandiera di Guerra dall’allora
Ministro della Difesa on. Roberto Tremelloni.
È articolato su un solo Gruppo di volo - il 13°
- già facente parte del 2° Stormo ed è
dotato di velivoli Fiat G. 91R. Il
velivolo era un cacciabombardiere ricognitore monomotore
a getto ed ala a freccia, vincitore del concorso della
NATO del 1953 per la produzione di un aereo leggero
da supporto tattico. È stato a lungo il velivolo
della Pattuglia Acrobatica Nazionale “Frecce Tricolori”,
fino alla sua sostituzione con l’Aermacchi MB
– 339 PAN. Il G. 91R verrà riequipaggiato
con i bimotori Fiat G. 91Y, fino alla
loro sostituzione, negli anni Ottanta, con gli AMX Ghibli.
Fiat G. 91Y
Quando il 32°
Stormo iniziò a ricevere i nuovi velivoli il
suo Comandante – Col. Pil. Alberto Scarafia –
unitamente al Comandante del 13° Gruppo –
T.Col. Pil. Gino Maghelli – ideò per il
G. 91 Y del Reparto un’aggressiva e indovinata
colorazione, facendo dipingere sulle prese d’aria
una bocca di squalo, detta anche “shark mouth”.
L’idea derivava dal fatto che, come predatori
in mare, gli squali non hanno rivali e il 32°, unico
Reparto dell’A.M.I. a operare in simile contesto,
eccelleva nella difesa costiera e nei compiti antinave.
Il 32° Stormo è rimasto a Brindisi fino al
luglio del 1993 e in questi anni ha continuato l’attività
addestrativa e operativa secondo le direttive impartite
dallo Stato Maggiore Aeronautica. In particolare il
13° Gruppo ha partecipato ad alcune delle più
importanti esercitazioni svolte dall’Alleanza
Atlantica e agli Squadron Exchange finalizzati
all’addestramento dei piloti ai voli di navigazione
all’estero e a quello degli specialisti dei servizi
di manutenzione e supporto a interfacciarsi con l’organizzazione
tecnica e logistica delle basi NATO. Infine lo Stormo,
acquisendo la combat readiness, cioè
lo stato di prontezza al combattimento, è entrato
a far parte dei Reparti dell’A.M.I. assegnati
alla NATO e posto alle dipendenze della V ATAF di Vicenza.
Ripresa da fotocamera frontale
Le
tradizioni
Lo spirito di corpo ha sempre costituito una componente
importantissima della vita del Reparto a causa dei forti
legami esistenti tra piloti e specialisti, ma anche
tra il personale in servizio e quello in congedo. A
tal proposito Antonio Verdirame - un “vecchio”
pilota dello Stormo ai tempi della guerra - soleva dire
che “ex non significa proprio nulla perché,
quando si è stati aviatori per anni, lo si rimane
sempre anche senza divisa”.
Ma lo spirito di corpo veniva alimentato anche dalle
tradizioni religiosamente rispettate da tutti. Tra queste,
la più curiosa, era la cura giornaliera che l’ultimo
dei piloti assegnati al 13° doveva riservare al
falco (un falco un po’ irrequieto!), emblema del
Gruppo.
Gli stemmi
Al momento della sua costituzione lo stemma dello Stormo
rappresentava una zanzara che dal tromboncino esageratamente
ingrandito del pungiglione sputa una bomba (1).
L’emblema attuale è di origine postbellica
ed è posto sulla deriva del velivolo. Rappresenta
un falco con gli artigli protesi verso il basso, pronto
a colpire la preda (2),
facendo così chiaramente intendere quali fossero
le nuove finalità del Reparto. Ciò è
valso ai suoi piloti il nome di “Falchi”.
Lo stemma del 13° Gruppo è di recente definizione
e unisce due differenti rappresentazioni: la prima di
tipo classico (un’aquila nera in picchiata) e
la seconda, più moderna, è l’aquila
che lancia dei pugni “protonici” - alla
moda dei personaggi dei cartoni animati - che colpiscono
l’obiettivo con una enorme e coloratissima esplosione
(3). La scritta in verde
“13° Gruppo” completa lo stemma che
è di forma circolare.
I Caduti
del periodo brindisino
Se è vero che un Reparto - e gli uomini che ne
fanno parte - si esalta nelle azioni di guerra fino
a raggiungere le vette più alte dell’eroismo,
è pur vero che la Morte non fa distinzione tra
guerra e pace. Anzi, è più infida proprio
nei momenti in cui il clamore delle armi è lontano.
Né è da escludere a priori che non possano
esserci eroi anche in tempo di pace. Come il pilota
che tarda a lanciarsi fino a quando non riesce a portare
il velivolo lontano da un centro abitato (ma anche da
un cascinale sperduto nella campagna).
E allora qual è la differenza tra i Caduti in
guerra o in pace? Per assurdo direi: nessuna! Se non
quella che dei primi si ricordano le gesta riportate
nei bollettini di guerra e nelle motivazioni delle medaglie
al valor militare. Degli altri, invece, quelli più
vicini a noi, quelli con cui si è percorso insieme
un tratto di strada, si rammentano le voci, gli occhi,
la gioia di vivere, l’intimo convincimento di
svolgere un’attività bella per sé
e utile al Paese. In quest’ottica vanno considerati
i giovani Caduti del 13° Gruppo durante la permanenza
dello Stormo a Brindisi:
Ten. Pil.
Angelo Zizzi - Anno 1969
Ten. Pil. Carlo Faitelli - Anno 1972
Cap. Pil. Elio Sacconi - Anno 1979
Ten. Pil. Giovanni Pinto - Anno 1982
I Comandanti
I Comandanti del 32° Stormo
che, provenienti dalle varie regioni d’Italia,
si sono avvicendati (dopo un periodo di Vice Comando)
sull’aeroporto di Brindisi sono, in ordine cronologico:
Comandanti |
dal |
al |
Col. Giulio Milner |
26.10.66 |
20.10.67 |
Col. Olindo Casanova |
21.10.67 |
20.10.68 |
Col. Sergio Cioni |
21.10.68 |
20.10.69 |
Col. Ercole Andrei |
21.10.69 |
20.10.70 |
Col. Vitantonio Fiore |
21.10.70 |
20.10.71 |
Col. Salvatore Petrozziello |
21.10.71 |
20.10.72 |
Col. Salvatore Tartaglione |
21.10.72 |
23.10.73 |
Col. Alberto Scarafia |
23.10.73 |
23.10.74 |
Col. Vincenzo Piazzi |
23.10.74 |
23.10.75 |
Col. Silvio Moretti |
23.10.75 |
23.10.76 |
Col. Umberto Formisano |
23.10.76 |
23.10.77 |
Col. Vincenzo Iannotti |
23.10.77 |
23.10.78 |
Col. Domenico Santamato |
23.10.78 |
23.10.79 |
Col. Guido Olivero |
23.10.79 |
23.10.80 |
Col. Attilio Piacentini
|
23.10.80 |
23.10.81 |
Col. Tommaso Budellazzi |
24.10.81 |
25.10.82 |
Col. Giuseppe Schiavo |
26.10.82 |
24.10.83 |
Col. Gino Maghelli |
25.10.83 |
24.10.84 |
Col. Giampaolo Petrelli |
26.10.84 |
02.09.86 |
Col. Furio Volpi |
03.09.86 |
02.09.87 |
Col. Alessandro Pellegrino |
03.09.87 |
01.09.89 |
Col. Vitantonio Caponio |
02.09.89 |
29.08.91 |
Col. Franco Bressan |
30.08.91 |
30.06.93 |
Perché?
Già nel 1974 lo S.M.A., viste le crescenti difficoltà
causate dall’insufficienza dei fondi assegnati
alla Difesa, aveva preso in considerazione lo scioglimento
di alcuni dei suoi Stormi, tra i quali anche il 32°.
Nei mesi successivi, però, vista l’importanza
del Reparto nello scacchiere del Fianco Sud della NATO,
riconsiderò le precedenti decisioni.
Questo fino al luglio del 1993, allorché lo Stormo
fu dislocato ad Amendola (FG), diventando uno Stormo
da interdizione, operativo con il velivolo AMX e l’aereo
teleguidato (o UAV – Unmanned Aerial Vehicle)
“Predator”.
Ma perché, in quella afosa mattina di luglio,
la Bandiera di Guerra dello Stormo ricevette per l’ultima
volta gli onori nell’hangar dell’aeroporto
“terrestre”?
“D’ordine superiore” è la parola-chiave
con cui iniziava il dispaccio dello Stato Maggiore che
ne dispose il trasferimento. D’accordo. Ma - ripeto
- perché a spostarsi è stato proprio il
Reparto di Brindisi? Sicuramente non solo per le ragioni
strategiche legate ai cambiamenti geopolitici avvenuti
nell’area del Mediterraneo Orientale. E nemmeno
“soltanto” per la vicinanza delle piste
alla “polveriera” della zona industriale
(che già esisteva quando il 13° giunse a
Brindisi!). E allora? Diciamo che i motivi potrebbero
essere gli stessi che, nel tempo, hanno allontanato
dal territorio tante altre Istituzioni, governative
e non.
Rimane la consolazione che l’area aeroportuale
- già sede del glorioso Idroscalo “Orazio
Pierozzi” e dell’aeroporto civile “Antonio
Papola” - e le piste da cui decollarono i Maddalena
e i De Pinedo non siano state fagocitate dalla speculazione
edilizia che ha stravolto il giardino-Casale. Al posto
dei G. 91 “Yankee”, infatti, continuano
a operare le Compagnie Aeree e i velivoli cargo con
cui, dalla Base Logistica delle Nazioni Unite (UNLB),
il Deposito del WFP-UNHRD smista nel mondo gli aiuti
alimentari e i farmaci alle popolazioni colpite da calamità
naturali o guerre.
E poi chi ha detto che la Bandiera del 32° sia andata
via? Essa continuerà a sventolare negli occhi
e nei cuori di quanti, in quegli anni, hanno avuto modo
di apprezzare il valore e la generosità degli
uomini dello Stormo.
Testo di Guido Giampietro
Fotogallery
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1: Addestramento in Basilicata
2: Addestramento sul litorale
3: Armamento G91Y
4: Decollo notturno con postbruciatori
5: Cockpit G. 91Y
6: Coppia G91 Y lungo la costa calabra
7: Coppia G 91Y su Roccapietrosa
8: Coppia sul Salento
9: Formazione a bastone |
10: Formazione G91Y
11: Formazione G.91R
12: Formazione sullo Ionio
13: G91 Y sulla Valle d'Itria
14: G91 Y in Basilicata
15: G91 Y su Castel Del Monte
16: G91Y sulle Alpi
17: G 91 Y sul porto di Brindisi
18: Piloti del 32° (Biagiola, Sacconi,
Trinchi, Pallone)
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