Monumenti: L'AMMIRAGLIATO
L´Ammiragliato - 1929
Forse i piú
anziani lo ricordano con questo nome un pó suggestivo,
o con la denominazione di Comando Marina. Chi invece
è nato poco prima o poco dopo la seconda guerra
mondiale lo ricordano come “Lu Prisidiu”.
Il palazzo, che imponente risalta sullo sfondo (riprodotta
sul libro "Parliamo di Brindisi con le cartoline”
di Giuseppe Candilera), non esiste piú, ma proviamo
comunque ad orientarci.
Si tratta del palazzo adiacente alle strutture di quella
che in origine fu la caserma d´ariglieria “Ederle”,
dal nome di Carlo Ederle, maggiore di artiglieria nato
a Verona nel 1892 e morto sul Piave nel 1917, medaglia
d´oro al valor militare nella prima guerra mondiale.
La strada
sulla destra é l´attuale Viale dei Mille, vista
da Via Santa Aloy e subito a destra, non visibile
nella foto ma tutt´oggi esistente dietro gli
alberi, c´é la palazzina dell´Ammiragliato,
nella quale alloggió il Re Vittorio Emnanuele
III° durante il periodo del suo soggiorno a
Brindisi dopo l´8 settembre 1943 durante i mesi
in cui Brindisi fu la capitale d´Italia
(vedi foto 2 sotto).
La costruzione
bassa a forma di capannone con il tetto a due
spioventi sulla sinistra della foto invece,
esiste ancora completamente fatiscente e da
molti anni abbandonata: appartenne alla caserma
Ederle ed occupa tutto il lato Nord di Via Castello,
tra Via Rodi e Via Cittadella nuova (vedi
foto 2 sotto). Quella costruzione bassa
ha anche un secondo lato contiguo non visibile
nella foto, tipologicamente uguale e disposto
perpendicolarmente, occupando ancora oggi tutto
il lato ovest di Via Cittadella nuova, tra Via
Castello e Viale dei Mille e, ad angolo tra
Via Cittadella nuova e Viale dei Mille, c´é
il Circolo ricreativo della Marina.
Esattamente in quello
stesso angolo, fino a tutta la seconda guerra mondiale,
era invece posizionata la garitta del sentinella e,
me lo raccontava mia madre, il sentinella era puntualmente
presente al suo posto anche durante quella tragica notte
brindisina tra il 7 e l´8 novembre del 1941, mentre
infuriavano i bombardamenti inglesi: le bombe cadevano
in quell´area con sempre maggiore insistenza ed
una signora anziana che viveva al piano rialzato dell´edificio
con gli archi che si affacciava, e si affaccia ancora,
su Via Santa Aloy a pochissimi metri da quell´angolo,
scorgendo dalla sua finestra socchiusa il soldato, cominció
a chiamarlo ingiungendogli di venir fuori dalla garitta
e di rifugiarsi nel portone dell´edificio, molto
piú solido ed un pó meno esposto alle
bombe. Il sentinella non volle muoversi e la signora
dopo ripetuti quanto inutili richiami, scese per strada,
andó alla garitta e materialmente trascinó
il soldato fuori fino a farlo rifugiuare nel portone
dell´edificio. Erano trascorsi pochi minuti da
quel momento quando una bomba centró in pieno
la garitta: non ricordo il nome di quell´anziana
signora, ne mai seppi quello del giovane soldato.
Alle spalle dell´edificio
e per tutta la sua notevole ampiezza c´era un
grande cortile, una grossa piazza d´armi denominata
Piazza Castello. Al posto di quella piazza e dello stesso
palazzo “Lu Prisidiu” c´é oggi
la scuola Salvemini.
Dalla fine della
seconda guerra mondiale invece, tutto l´edificio
fu “temporalmente” destinato a civile abitazione
ed occupato da tante famiglie di sfollati, una temporalitá
che duró quasi vent´anni: alcuni dei miei
compagni di classe alle scuole elementari San Lorenzo
abitavano “intra allu Prisidiu”. Io sono
infatti nato e vissuto in Via Castello N°3, esattamente
all´angolo con Via Cittadella nuova, proprio di
fronte a ció che restava della caserma Ederle.
La caserma in origine occupava per intero tutto l´isolato,
che era perfettamente rettangolare e conteneva anche
il palazzo del Presidio Militare, essendo delimitato
dalle quattro strade: Via Castello, Via Cittadella nuova,
Viale dei Mille e Viale della Libertá, la quale
in effetti non esisteva ancora ed era una strada interna
alla Marina Militare, cosí come lo era anche
l´attuale Viale dei Mille.
La Ederle,
era poi divenuta una caserma di cavalleria,
ed ai tempi della mia infanzia oltre ai soldati
c´erano ancora i cavalli, poi negli anni divenne
un deposito di armi. Me li ricordo bene i cavalli,
dal balcone di casa li osservavo ogni mattina,
con i soldati che li facevano uscire dalle stalle
e li portavano a bere nel beveratoio al centro
del cortile, e poi li facevano passeggiare un
pó.
Testo di Gianfranco
Perri
Pubblicato sul quotidiano Senzacolonne
17 Febbraio 2012
Note
storico-architettoniche redatte da Gianfranco
Perri a commento delle foto pubblicate su Facebook
e su Senzacolonne, il quotidiano del Salento.
1 - La caserma di artiglieria
Ederle vista dal castello svevo - 1919
2 - Il Presidio militare
della caserma Ederle, di fronte la palazzina
dell´Ammiragliato - 1925
Le
immaggini attuali della caserma Ederle
Ex Caserma Ederle, esterno
da via Castello
Ex Caserma Ederle, cortile
interno
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