Monumenti - LA CASA NATALE
DI CESARE BRAICO
In
via Ferrante Fornari, al civico 20, si trova la
casa in cui, il 26 ottobre 1816, nacque da Bartolomeo
e Carolina Carasco l’unico brindisino che
partecipò attivamente, da medico e da soldato,
alla spedizione dei Mille di Garibaldi.
La via, che allora
si chiamava strada degli Angeli, era il tratto
centrale di quello che una volta era il “corso”
di Brindisi, la via maestra, che comprendeva nella
parte iniziale via Carmine (nome che deriva dalla
chiesa e dal convento dei Carmelitani che vi si
trovavano), e in quella finale via Filomeno Consiglio.
Sulla facciata
della casa di Braico fu posta nel 1893 un’epigrafe
in marmo su cui si legge: |
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Qui a 26
ottobre 1816 nasceva
CESARE BRAICO
olocausto giurato alla libertà della Patria
sopportò prigionie esilii condanne di morte
finché da Marsala schierato fra mille eroi
Duce Garibaldi
alla ricalcitrante Europa
impose l’indipendenza d’Italia
La società dei reduci
pose a 9 febbraio MDCCCXCIII |
Nel 1968, a cura dell’Università
del Tempo Libero (già Università Popolare),
di cui è stato animatore uno dei più illustri
e fecondi storici locali, Alberto Del Sordo (appassionato
studioso - tra gli altri – proprio di Braico),
fu eretto sul corso Roma, di fronte alle scuole elementari
“Perasso”, un busto in bronzo dell’eroe
brindisino, opera dell’ottimo scultore Alessandro
Fiordegiglio (foto in basso a
sx); nel sito in cui si trovava una delle tante
fontanelle dell’Acquedotto Pugliese.
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Alessandro
Fiordegiglio. Busto in bronzo di Cesare Braico
(Brindisi, corso Roma) |
Sepolcro
di Cesare Braico al cimitero di Brindisi |
Si preferisce in genere
sorvolare sugli anni successivi alle funzioni, svolte
dal 1861 da Cesare Braico, di deputato
del primo Parlamento italiano, e sull’infermità
che rese particolarmente triste l‘ultimo periodo
della sua vita; ma per amore di obiettività è
giusto darne notizia. Nel 1869 fu costretto a fare il
consigliere di Prefettura ad Alessandria prima, e a
Forlì poi, lavoro per il quale non aveva vocazione
e alcuna attitudine.
Dal 9 gennaio 1873 prestò servizio all’Archivio
di Stato di Roma, mentre cominciava ad essere afflitto
dall’infermità mentale che lo avrebbe obbligato,
negli ultimi quattro anni di vita, ad essere rinchiuso
nel manicomio di S. Maria della Pietà in via
della Lungara a Roma (dove si trova il carcere di Regina
Coeli), e dove morì il 27 luglio 1887.
Le sue spoglie riposano
in un sepolcro, chiuso da una lastra di pietra che porta
la data del 30 luglio 1887, sul vialetto principale
del cimitero di Brindisi, a poche decine di metri dall’ingresso.
In occasione del primo centenario dell’Unità
d’Italia (1961), l’Amministrazione Comunale
diede una più dignitosa sistemazione al sepolcro
con un’epigrafe commemorativa.
Testo di Roberto Piliego
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