Chiese - CRISTO DEL PASSO
La chiesetta al centro
del rione Casale, un piccolo scrigno di storia e di
delicata bellezza sconosciuta alla gran parte dei brindisini,
conserva ben tre differenti denominazioni: “San
Nicolicchio”, “Cristo
del Passio” e “Cristo
del Passo”.
Situata al civico 15 di via Santa Maria del Casale,
la cappella dalla superficie interna di soli dodici
metri quadrati, è stata ottimamente preservata
durante la costruzione dei nuovi edifici che oggi la
circondano, anche se non è facile potervi accedere
ed ammirare gli interessanti affreschi di epoca medievale
che sono all’interno conservati.
Cappella del Cristo del Passo,
interno (ph. ASBR)
Le tradizioni popolari
attribuiscono proprio a queste pitture l'origine dei
nomi assegnati al piccolo edificio sacro, ovvero di
san Nicolicchio, diminutivo – vista l'esigua dimensione
della cappella - del Santo di Mira che qui è
rappresentato in atteggiamento benedicente, e Cristo
del Passio per la “Passione di Nostro Signore”
raffigurata sull'altro affresco, risalente probabilmente
al XVII-XVIII secolo, presente sulla parete al di sopra
dell’altare. La titolazione di “Sancti
Nicolicchi” è altresì documentata
nelle visite pastorali dei primi anni del XVII secolo,
che “ne evidenziano la sua costante valenza
devozionale” (G. Carito, 1993). La chiesetta
è stata inoltre disegnata sulla pianta topografica
della zona, compresa tra le attuali via Venezia e via
Santa Maria del Casale, all’interno della Copia
del Cabreo della Grancia del Santo Sepolcro risalente
all’anno 1777, conservato nel volume terzo delle
Corporazioni religiose di Brindisi.
Cappella del Cristo del Passo,
interno. Affresco della "Passione di Nostro
Signore" (ASBR)
L’atra denominazione
della chiesa, indicata come Cristo del Passo, è
storicamente attestata sulla base della posizione dell'edificio,
ovvero sul “passo” (percorso) dei
fedeli diretti al vicino Santuario mariano in occasione
della celebrazione della Natività di Maria. L’otto
di settembre, infatti, era in uso che “capitolo
ed il clero tutto si recassero in processione a Santa
Maria del Casale, sia il giorno della vigilia che in
quello della festa”, questi, insieme a numerosi
pellegrini, attraversavano il seno di Ponente del porto
interno sulla “Barca di Santa Maria”
per poi giungere a piedi alla bellissima chiesa dichiarata
monumento nazionale sin dal 1875. L’itinerario
prevedeva una sosta di raccoglimento e di preghiera
alla chiesetta situata a circa metà del percorso,
prima di proseguire il cammino di fede. Qui si “fermava
per meditare sul mistero della morte quasi in opposizione
a quello, gioioso, della nascita di Maria”,
infatti la Vergine era particolarmente invocata per
trovare scampo durante i naufragi o le altre avversità
che si incorrevano durante la navigazione e la pesca.
Il tragitto fu poi interrotto con l’allargamento
dello spazio assegnato all’aeroporto in corrispondenza
dell’attuale “precampo”.
La chiesetta è
di proprietà della famiglia Guadalupi,
titolari della nota azienda brindisina del latte ceduta
nel 1993 alla Parmalat, ed ha rappresentato per tanti
anni un riferimento anche per intere generazioni di
sportivi brindisini che percorrevano la strada che dal
molo della motobarca li conduceva allo stadio o al palazzetto
di via Ruta. Anche se era difficile trovarla aperta,
ed erano in pochi a conoscerne il nome, alcuni dei tifosi
di passaggio pronunciato preghiere di intercessione
a favore delle squadre locali, segnandosi la fronte
col segno della Croce davanti all’ingresso.
L'antica costruzione
ha origini cinquecentesche, si presenta con un prospetto
semplice a “capanna” dalla tipica architettura
minima locale, conosciuta con l'appellativo di “casa
a cannizzo”. Il caratteristico campanile a vela
a singola luce si eleva sopra la copertura a doppia
falda rivestita con tegole in argilla. I lavori svolti
per la costruzione dell’ampio complesso edilizio
limitrofo hanno permesso di separare la chiesetta dalla
casa che gli si affiancava e la rendeva poco distinguibile.
Con l’occasione la cappella fu anche parzialmente
restaurata e decisamente valorizzata grazie proprio
al lodevole intervento voluto dai proprietari.
Nonostante le piccole
dimensioni, la chiesa ha svolto per poco più
di due anni anche funzioni parrocchiali dell'Ave Maris
Stella: con il decreto dell’1 gennaio 1934, riconosciuto
agli effetti civili da Vittorio Emanuele III il 21 gennaio
1937, l’arcivescovo di Brindisi Tommaso Valeri
sancì la nuova parrocchia, stabilendo come sede
provvisoria la “pubblica cappella di proprietà
della Famiglia Guadalupi”, assegnando “come
dote per la congrua parrocchiale il Palazzo già
De Marco (De Marzo, ndr), di sua proprietà,
sito in largo Concordia”. La comunità
fu affidata alla cura di don Angelo Leuzzi e funzionò
da subito con l’amministrazione del primo battesimo,
il 21 gennaio 1934, mentre il primo matrimonio fu celebrato,
sempre nella cappella dei Guadalupi, il 15 aprile successivo.
L’angusta cappella risultava comunque inadeguata
alle funzioni e alle esigenze dell’intero quartiere,
ormai in pieno sviluppo urbanistico, pertanto nel 1936
fu stipulata una convenzione con Angelo Palazzo che
concesse in affitto un appartamento di proprietà
al piano terra di via Ammiraglio Cagni 26, appositamente
modificato con l’abbattimento di alcune murature
interne, e successivamente completato con l’acquisto
di nuovi arredi sacri (sino a quel momento erano stati
utilizzati quelli della cappella dei Guadalupi) e di
una nuova campana.
Il 22 giugno del 1958 finalmente fu inaugurata la nuova
chiesa, affidata ai padri Cappuccini.
Si ringrazia per la preziosa collaborazione
l’Archivio di Stato di Brindisi a cui appartengono
le foto dell’interno della chiesetta.
Fotogallery
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Esterno |
Affresco di
San Nicola |
Esterno |
Esterno prima
dei restauri |
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