Monumenti - FONTANA TANCREDI
LA FONTANA
TANCREDI
Le caratteristiche storico architettoniche
della più antica fontana brindisina realizzata
nel 1192 dai Normanni su una preesistente struttura
di epoca romana
Se ci soffermassimo
a osservare con maggiore attenzione le forme,
a volte enigmatiche, dei monumenti cittadini,
e a leggere i nomi impressi sulle loro epigrafi,
scopriremmo tante storie, spesso ricche di passioni,
di intrighi, di sofferenze e di amori. Proviamo
a farlo partendo dal Fonte Grande,
la più antica fontana cittadina voluta
e intitolata a Tancredi, il
nobile condottiero normanno della dinastia degli
Altavilla, Conte di Lecce e re di Sicilia dal
1189 al 1194.
La Fontana Tancredi (ph.
G.Membola 2013)
La fontana
venne costruita nel 1192 proprio con i finanziamenti
elargiti da Tancredi in onore delle nozze tra
il suo primogenito Ruggero
e la principessa Irene, figlia
dell'imperatore di Costantinopoli, Isacco
Angelo II, un matrimonio organizzato
fondamentalmente per convenienza politica: in
questo modo veniva rafforzata la posizione del
sovrano normanno e, da parte bizantina, per
evitare l’integrazione del regno di Sicilia
nell'impero tedesco.
Le nozze vennero celebrate con grande solennità
nella cattedrale di Brindisi, dove in precedenza
vi era stata l'investitura ufficiale dello stesso
Ruggero a re di Sicilia, la prima volta di un’incoronazione
avvenuta fuori Palermo. Il giovanissimo principe
affiancò il padre nella conduzione del
regno fino al 24 dicembre 1193, quando a soli
18 anni, morì.
Ruggero (in posizione
centrale) con il padre Tancredi (a destra) e
il fratello Guglielmo
in una miniatura del Liber ad honorem Augusti
(da Wikipedia)
Un’iscrizione
su una lastra marmorea posta sul muro frontale
della fontana, abrasa dal tempo, rievoca le
circostanze del rifacimento, in effetti qui
c’era una preesistente struttura di epoca
romana “che segnava l’accesso
in città da nord, proprio dove è
possibile ipotizzare, sulla base di un rilievo
idrologico del 1700, la ricongiunzione nel tratto
di accesso alla città di arterie viarie
importanti, la via Appia e la sua variante Traiana,
che proprio in questa zona si fondevano prima
dell’ingresso a Porta Mesagne”,
racconta il dott. Dario Stomati,
affermato neurologo, scrittore e stimato studioso
medievalista, che ha presentato il suo lavoro
di ricerca sul monumento durante un convegno
sull’età normanna in Puglia. “I
romani avevano fatto di Brundisium il porto
da cui salpavano le legioni destinate all'oriente
e punto d’arrivo delle preziose merci
da quelle terre, fu quindi necessario dotare
la città di infrastrutture che potessero
soddisfare le esigenze della massa enorme di
persone in transito, oltre che dei residenti”.
Avevano scelto questo luogo sui rialti del Seno
di Ponente in quanto prossimo all’attracco
degli eserciti accampati fuori le mura e anche
perché “la zona presenta delle
sorgenti sotterranee tuttora attive: lo stesso
quartiere Minnuta, alle spalle della fontana,
prende il nome dalla caratteristica ubertosa
della sua terra, come una mammella o ‘minna’
femminile”.
La Fontana Tancredi nei
primi anni del '900
“L’attuale
aspetto del monumento non è certamente
quello originario – ricorda ancora
il dott. Stomati - la fontana fu restaurata
nel 1540 a cura del governatore della Terra
d'Otranto, Ferrante Loffredo”,
quando sindaco era il nobile Bartolomeo
Tomasino e la città contava
su poco più di ottocento famiglie. Nell’occasione
furono aggiunti gli stemmi araldici della città
di Brindisi, dello stesso governatore e di Carlo
V, insieme all’epigrafe che invita
i viandanti a dissetarsi con quest’acqua
benefica prima di proseguire il viaggio, un
testo scritto in latino leggibile ancor’oggi
al centro dell’opera architettonica.
“La
funzione delle fontane in epoca medievale poteva
essere di tipo decorativo, ispirate a modelli
classici, di cui si hanno numerose testimoniate,
o ‘a pila’, ovvero destinate all’uso
pubblico, dalle quali attingere l’acqua
per le più svariate finalità.
Solitamente, queste fonti presentano delle grosse
vasche idriche e sono localizzate, per lo più,
lungo assi viari”. L’antico
fonte brindisino rientra in quest’ultima
tipologia ed è servito durante tutto
il medioevo per l'abbeveraggio dei destrieri,
delle milizie e degli innumerevoli pellegrini
in transito da e verso la Terra Santa, ma anche
per irrigare i pregevoli e lussureggianti giardini
circostanti.
La Fontana Tancredi neL
19152
Nella seconda
metà del XIX secolo la fontana era ridotta
in condizioni pessime, per cui venne ricostruita
ed ampliata ad opera del Decurionato brindisino;
nel restauro vennero recuperate le memorie araldiche
ed epigrafiche e risistemate in modo diverso
da come erano state apposte secoli prima. Tra
i materiali reimpiegati anche i due mascheroni
che vediamo all'interno delle nicchie laterali,
risalenti al XII secolo, da dove attingevano
l’acqua le persone, mentre nella grande
vasca centrale si abbeveravano i cavalli e gli
animali di passaggio.
“Nella
stampa del 1797 realizzata dell’artista
francese Antoine-Laurent Castellan,
che si trattenne a Brindisi per motivi di quarantena
- rileva lo studioso medievalista (foto a lato)
- si potrebbe desumere anche un suo diverso
orientamento, rispetto alla posizione attuale.
Tuttavia, è possibile che l’artista
abbia voluto includere il maniero per esigenze
raffigurative. È possibile anche desumere
una differente copertura dei loggioni, che verosimilmente
erano a forma piramidale. L’attuale sistemazione
delle coperture con cupolette (di stile
arabo, ndr), potrebbe risalire proprio al
restauro ottocentesco, in accordo con gli stili
dell’epoca. Le foto degli inizi del secolo
scorso dimostrano inoltre come l’attuale
terrapieno, alle spalle del monumento, si sia
formato nel corso di pochi decenni. Ciò
potrebbe essere ascrivibile alla presenza di
una particolare pendenza del terreno, associata
a opere di sterramento per scopi edili. Immagini
aeree dimostrano chiaramente la possibile origine
antropica del terrapieno, lasciando ipotizzare
anche la probabile fragilità dello stesso.
Dato, questo, da non sottovalutare in rapporto
all’edificazione di nuovi palazzi nella
zona”.
L’assenza
di detto terrapieno è altresì
evidente nella caratteristica cartolina postale
edita da Nicola Passante, che ritrae la fontana
attorniata in ogni suo spazio dai bersaglieri,
rimpatriati nel dicembre del 1903 dopo una delicata
missione in Cina. Il battaglione della 7ª
Compagnia faceva parte del Corpo di Spedizione
italiano inviato a Pechino sin dalla primavera
del 1900 per proteggere le delegazioni italiane
a seguito della cosiddetta “Rivolta dei
Boxer”. L’originale posa dei militari
fu riproposta nel maggio del 1992 in occasione
del 40° Raduno Nazionale dei Bersaglieri.
Il 7° Battaglione
Bersaglieri sulla Fontana Tancredi nel dicembre
1903
Questo straordinario
e storico luogo di adduzione e di approvvigionamento
idrico, una fonte purissima e abbondante che
per la gradevolissima qualità delle sue
fresche acque era “considerata dai
medici e dai periti la migliore in assoluto
della città e dei dintorni”,
è stato oggetto di ulteriori interventi
di restauro conservativo completati nel 1999
e nel 2012, il Comune di Brindisi nell’ultima
occasione ha egregiamente riqualificato anche
i giardini circostanti creando suggestive aree
di sosta, con l’inserimento di panchine
e un più adeguato impianto illuminotecnico.
Giovanni
Membola
per Il 7 Magazine n.146
del 1/5/2020
Fotogallery
- clicca per ingrandire |
|
|
|
La fontana
|
Nicchia
laterale |
Stemma
cittą
ed epigrafe |
|
|
|
Arme
di
Carlo V |
La fontana |
La
Fontana disegnata da Castellan |
|