Monumenti
LA SALA MOTORI
SACA
un patrimonio di archeologia industriale da salvaguardare
Larchitetto Antonio Monte spiega limportanza
del recupero e della conservazione di un monumento del
lavoro dal grande valore storico culturale
Larcheologia
industriale è una disciplina nata in Inghilterra
intorno alla metà degli anni Cinquanta del Novecento
con lo scopo di studiare, conservare e valorizzare tutte
le testimonianze della civiltà industriale e
del lavoro. Lesigenza di intervenire a difesa
della memoria architettonica, tecnologica e dei processi
produttivi ha generato una serie di operazioni culturali
finalizzate alla salvaguardia della storia dei luoghi,
degli edifici e delle macchine dismesse. Tutto ciò
ha determinato una importante restrizione agli abbattimenti
e alle distruzioni cui andava incontro lintero
patrimonio industriale italiano. Grazie a queste iniziative,
infatti, è stato possibile conservare alcuni
importati siti i cui valori sono legati a originali
meccanismi di sviluppo e alla vita di tanti operai,
che con il lavoro hanno animato gli spazi della fabbrica.
Il Complesso della Sala prova
motori a reazione
(fonte: opuscolo illustrativo dellattività
Saca (Archivio Alenia Aeronavali Brindisi)
Anche nel territorio
salentino sono state avviate una serie di procedure
per la riqualificazione di frantoi ipogei e di antiche
distillerie, tutto ciò è stato possibile
grazie anche allinteressamento dellarchitetto
Antonio Monte, vicepresidente nazionale dellAIPAI
ETS (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico
Industriale), che è riuscito nel compito di dare
nuova vita alle strutture in disuso, in molti casi abbandonate
e in altre addirittura sotterrate. Il ricercatore del
CNR di Lecce, nonché docente della Scuola di
specializzazione in Beni Archeologici di Matera (Università
degli Studi della Basilicata) è spesso presente
anche a Brindisi dove negli anni si è occupato
dei fari di Punta Penne, Forte a Mare, Punta Riso e
Pedagne nellambito di un programma transfrontaliero
Italia-Croazia, di archeologia industriale marittima
allinterno dellArsenale della Marina Militare,
e negli ultimi anni sia del Motore del porto
(leggi)
che della sala prova motori a reazione situata all'interno
del complesso industriale Saca Motori.
Il complesso Sala prove motori
nei pressi della Chiesa di Santa Maria del Casale
Proprio per questultima
struttura, ben visibile nei pressi della trecentesca
chiesa di Santa Maria del Casale, è stata inviata
lo scorso maggio alla Soprintendenza Archeologia, Belle
Arti e Paesaggio per le Province di Lecce e Brindisi
la richiesta di dichiarazione dellinteresse culturale
del bene, ai sensi del Decreto Legislativo 42/2004.
A sostegno della segnalazione firmata dal dott. Monte
per lAIPAI e da Maria Ventricelli per la
sezione di Brindisi di Italia Nostra, vi è una
ricca documentazione fotografica e la Legge Regionale
n° 1/2015, approvata all'unanimità dal Consiglio,
riguardante proprio la Valorizzazione del patrimonio
di archeologia industriale.
Linteressante
manufatto risale alla fine degli anni Cinquanta del
secolo scorso, si distingue bene per la sua caratteristica
torretta poligonale e la presa d'aria retrostante. E
un esempio singolare, anche dal punto di vista architettonico,
di sala prova dei motori per velivoli interamente costruita
in cemento armato e dotata di importanti sistemi di
isolamento acustico e di assorbimento delle vibrazioni
tali da renderla compatibile con la zona in cui sorge.
La completa insonorizzazione delle sale interne comprendeva
inoltre la pavimentazione e la superficie esterna circostante,
ricoperta da uno strato di cemento.
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Un motore sul
banco prova e il reparto revisioni.
Fonte: opuscolo pubblicitario Motoravio Sud Spa,
archivio Maurizio Cretì
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Non ci sono
ancora studi approfonditi sull'argomento
spiega larchitetto Monte - ma sembra che già
negli anni Quaranta in quest'area vi fosse già
un banco prova motori mobile dell'O.R.M., lOfficina
Riparazione Motori dellAeronautica militare.
In effetti, secondo quanto riportato negli studi pubblicati
dallArchivio di Stato di Brindisi ottimamente
curati da Elena Lenzi, lO.R.M. nacque nel
1942, con al comando lallora capitano della Regia
Aeronautica Vincenzo Jacovazzi. Si trattava di
una officina mobile che assicurava le pronte riparazioni
dei motori nelle retrovie del fronte, divenuta operativa
dapprima in Nord Africa e solo dopo che gli eventi bellici
si volsero al peggio, fu trasferita a Brindisi
al fine di preservare il prezioso complesso tecnico
formato da automezzi speciali, carri officina, carri
per ricambi, macchine utensili, nonché da tecnici
e specialisti militari e civili.
Il Complesso della Sala prova
motori a reazione (2007. ph Antonio Monte)
In primo piano le prese d'aria
e a destra la torretta poligonale
A Brindisi, dal settembre
del 1943 al giungo del 45, le Officine resero
incalcolabili servigi allAeronautica
italiana riparando, revisionando e collaudando motori
di ogni specie. Qui, in particolare, furono
ispezionati, controllati e sistemati ben 570 motori
per caccia, di questi un centinaio erano provenienti
dallAlfa di Pomigliano dArco. Durante lo
stesso periodo il Servizio tecnico dellAeronautica
si avvalse non solo delle strutture operative proprie,
ma anche di cinque ditte organizzate per le attività
di manutenzione e di ricostruzione del parco aeromobili,
di cui faceva parte anche la Saca.
Risultavano particolarmente laboriosi e complicati i
collaudi e i rodaggi dei motori, da smontare e rimontare
dal velivolo, per questo motivo lO.R.M.
progettò, organizzò e costruì un
vero banco prova permanente in muratura capace di collaudare
due motori per volta nel sito ubicato al limite
del sedime aeroportuale, nelle vicinanze della
chiesa di Santa Maria del Casale.
Nella prima metà degli anni Quaranta la Società
per Azioni Costruzioni Aeronavali (SACA) trasferì
qui una cinquantina di suoi operai motoristi specializzati
sui motori a reazione. Lazienda, costituita il
24 maggio 1934 come Società Anonima Cantieri
dAeroporto, contava su due siti operativi: il
Cantiere di riparazione negli hangar dellIdroscalo,
e il Cantiere di costruzione nei capannoni
di via Provinciale San Vito. A questi nel 1959 si aggiunse
la concessione dellarea di circa trentamila metri
quadrati che era del demanio aeronautico, proprio a
ridosso dellantica chiesa in stile gotico romanico.
Il conferimento fu attuato alla neo costituita Saca
Motori, una società fondata ad hoc proprio per
assorbire lO.R.M., contestualmente una parte del
personale militare più anziano, circa una ventina
di risorse, fu assunto dalla Saca come maestranza civile,
tra loro lex maggiore Jacovazzi che divenne il
responsabile della sezione.
La sala controllo della Sala
prove (2007 - ph. Antonio Monte)
Fu proprio lufficiale
a realizzare tra il 1953 e il 1955 la Sala prova
per la revisione generale dei turbogetti e dei motori
a pistoni, definito il fiore allocchiello dellintero
reparto. La struttura venne realizzata nella porzione
più a ovest dellintero complesso inglobando
una struttura a L in tufo e cemento armato,
insonorizzata e dotata di ingressi ausiliari daria.
Gli impianti e la strumentazione di uno dei banchi di
prova erano stati ceduti dagli Stati Uniti allAeronautica
Militare Italiana nel dopoguerra, entrambi i banchi
venivano utilizzati per il collaudo dei motori revisionati.
Secondo una testimonianza rilasciata nel 2007 dallex
direttore del reparto revisioni motori Renato Magazzù,
nel 1976 la sala prova venne modificata e nel giro di
pochi mesi fu resa idonea al collaudo di più
tipologie di turbogetti. Si è continuato a operare
al suo interno sino alla prima metà degli anni
80 del Novecento, poi la struttura è stata
definitivamente abbandonata. Tutte le attività
furono man mano concentrate nellarea allinterno
del sito industriale operante nella zona di Punto Franco
(già Fiat Aviazione).
Interno della Sala Prove con
il sistema di assorbimento dei fumi
(2007 - ph. Antonio Monte)
L'edificio architettonicamente
più significativo è al vertice dellarea
recintata di proprietà dellAeronautica
Militare Italiana, ben individuabile da via Ruggero
De Simone (la strada che conduce allaeroporto
civile) per la sua caratteristica torretta utilizzata
come ciminiera per il deflusso dei fumi di combustione
dei motori. Allinterno del lotto sono ospitati
altri fabbricati e capannoni con copertura a capriata
risalenti ai primi anni 40, ormai fatiscenti,
che facevano parte della divisione e utilizzati in quegli
anni come officine per la revisione, magazzini e uffici.
Lultimo sopralluogo allinterno dellarea
risale al 2007, quando il dott. Monte ha effettuato
una ampia ricognizione del bene industriale, acquisendo
ulteriori informazioni sulle tecniche di collaudo dei
motori e sui vari sistemi di controllo delle procedure.
Dall'ingresso si accede direttamente alla sala
prova illustra lo studioso - la sala conserva
ancora la staffa alla quale venivano ancorati i motori
e un padiglione per lo scarico dei fumi dei motori,
direttamente collegato alla torretta poligonale. Di
fronte al padiglione sono visibili le prese d'aria.
Uscendo dalla sala e attraversando un corridoio si accede
alla retrostante sala di controllo ancora interamente
arredata.
Interno della Sala Prove con
la staffa sulla quale veniva ancorato il motore e ilsistema
di assorbimento dei fumi
(2007 - ph. Antonio Monte)
Il sito rappresenta
per la città di Brindisi una peculiare testimonianza
della sua storica attività svolta nel campo dellindustria
aeronautica brindisina prosegue Antonio Monte
- per questo insieme allassociazione Italia
Nostra abbiamo deciso di avviare la procedura per il
riconoscimento di interesse culturale, in maniera che
venga rilevato lintrinseco valore patrimoniale
e la struttura diventi a tutti gli effetti un monumento
di archeologia industriale da conservare e valorizzare.
Al momento non abbiamo ricevuto risposta, ma siamo consapevoli
della quantità di lavoro e delle tante pratiche
urgenti a cui la Soprintendenza deve dare risposta,
potendo contare su un numero ridotto di personale. Restiamo
comunque fiduciosi sullesito della nostra richiesta.
Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n. 386 del 16/1/2025
Bibliografia:
- Archivio di Stato
di Brindisi, Anai Sezione di Brindisi. Tra cielo
e mare. Ottantanni di aviazione e industria
aeronautica a Brindisi. Mostra documentaria. A
cura di Elena Lenzi. 2007
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