La Frisa - Cenni storici: Pare che le sue origini risalgano a circa
il X sec. a.C., all’epoca della civiltà
Fenicia, quando i mercanti durante le loro navigazioni
erano soliti consumare ciambelle scure di grano
ammorbidite con acqua di mare e insaporite con
olio d’oliva. La frisa è sopravvissuta
nel corso dei secoli non solo grazie alla sua
bontà, ma anche per ragioni economiche.
Oggi le frise si sono “arricchite”,
si possono trovare frise di grano duro, d’orzo,
di farina integrale.
La loro preparazione è la stessa con tutte
le farine: si modellano dei cilindri di pasta
che vengono chiusi a ciambella; dopo una parziale
cottura a legna i pani, ancora tiepidi, sono sezionati
con uno spago in dischi ruvidi dalla superficie
irregolare; infine le frise vengono nuovamente
infornate, a temperatura inferiore rispetto alla
precedente, per la fase della biscottatura.
Procedimento:
La preparazione è di estrema semplicità;
è sufficiente ammorbidire le frise con
l’acqua (non esagerare altrimenti si sfaldano,
si consiglia di passarle sotto il rubinetto per
un paio di volte) adagiarle sul piatto tenendo
la parte ruvida verso l'alto ed aggiungere un
filo di olio lasciandolo assorbire per qualche
istante, quindi aprire in due i pomodorini e strofinarli
sulle frise in maniera da disporre il succo uniformemente,
anche la polpa e le bucce dei pomodorini vengono
lasciati sulle frise (possono essere sufficienti
anche 3-4 pomodorini per frisa), salare ed aggiungere
origano a piacere.
Possono essere accompagnate
con del formaggio tipo provola piccante ed essere
personalizzate aggiungendo anche della rucola,
o delle foglie di basilico fresco, ed ancora qualche
pezzettino di peperoncino piccante o in altermativa
qualche goccia di olio
"santo".
Nel brindisino è uso accompagnarle con
le cozze che per tradizione vengono consumate
anche crude.
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Link La ricetta delle Frise
al pomodoro, con l'immagine di Giovanni
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