LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
Il salvataggio
dell’esercito serbo (1915 – 1916)
Le occupazioni
belliche in Grecia, dopo l’inasprimento
dei contrasti degli anni precedenti, furono
gli episodi cruciali dei primi venti anni del
XX secolo.
L’occupazione dell’isola di Corfù
da parte della triplice alleanza fu motivata
dalla salvaguardia dell’esercito serbo
i cui soldati ricevettero a Brindisi una calorosa
accoglienza fra la fine del 1915 e i primi mesi
del 1916.
Sx: Il vecchio
e malato generale Serbo Putnich viene trasportato
a terra.
Dx: Il principe Alessandro di Serbia incontra
le autorità militari subito dopo il suo
arrivo a Brindisi
Foto tratte dal libro "Il Novecento"
di Lionello Maci (Archivio "Briamo"
in BAD Brindisi)
“Una
pagina gloriosa della nostra Marina fu il salvamento
dell’esercito serbo. L’Italia su
era impegnata di fare il possibile per portare
soccorso all’esercito di re Pietro, sconfitto
e fugato dagli austriaci e tedeschi.
Primo arduo compito era quello del rifornimento
e del vettovagliamento che fu affidato alla
Marina italiana. Dalla metà di dicembre
1915 al 24 febbraio 1916 furono trasportati
dall’una all’altra sponda dell’Adriatico
sotto la scorta di unità della nostra
flotta e di navi, 260.000 uomini.
Meravigliosi furono in quell’impresa difficile
e complessa gli sforzi compiuti dal Comando
di Brindisi e dalle forze da esso dipendenti.
Per comprendere la gravità dell’eroico
sforzo compiuto dalla nostra Marina è
bene ricordare che fra i numerosi prigionieri
austriaci, ridotti a veri scheletri per la continua
denutrizione, e poi fra gli stessi serbi, affranti
dalle lunghe marce e patimenti, e pure loro
in stato compassionale, si manifestarono con
gran violenza parecchie malattie infettive,
specialmente colera.
In quel momento tragico rifulse maggiormente
la grandezza d’animo e lo spirito di sacrificio
dei nostri ufficiali medici e dei loro dipendenti,
che con magnifico altruismo adoperarono ogni
cura nel sollevare tanti infelici e nello strappare
a sicura morte migliaia di soldati. Ed è
degno di ammirazione il contegno nobilissimo
dei nostri marinai e dei nostri infermieri,
molti dei quali furono vittime del loro generoso
altruismo, per sollevare la vita ai serbi ed
agli austriaci”
(da S. La Sorsa “La Puglia e la guerra
mondiale” Bari, ed. Casini, 1934)
In ricordo
di sì memorando avvenimento fu murata
a Brindisi il 10 febbraio 1924 la seguente epigrafe:
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