LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
I BRONZI DI BRINDISI
Sulla rivista Archeo
fu definita da Sabatino Moscati come la "più
grande scoperta archeologica dell'estate", si trattava
del ritrovamento di oltre duecento reperti recuperati
sul fondale nelle acque in località Punta
del Serrone, due miglia a nord dall’imbocco
del porto di Brindisi, poco prima delle spiagge di Punta
Penne, divenuto un importante riferimento per l'archeologia
subacquea del territorio.
Nel suo articolo il Moscati le definisce come "antiche
opere d'arte ammirevoli, se pur frammentarie, che riemergono
dal fondo del mare... sono gli ormai celebri Bronzi
di Brindisi".
La
scoperta risale al 19 e 25
luglio del 1992, grazie alle
esplorazioni marine di cinque appassionati di pesca
subacquea: Luigi Robusto (all'epoca
maggiore dei carabinieri), Teodoro
ed Aldo Sciurti, Giancarlo
Scorrano e Giuseppe Tamburrano.
All'ufficiale è dovuto il primo ritrovamento,
quello fatto alle ore diciannove circa del 19 luglio:
a pochi minuti di navigazione del vicino lido dei carabinieri,
il maggiore Robusto si immerge nelle acque non lontane
dalla "crocetta" di Punta del Serrone, una
zona di mare non distante dalle spiagge di Punta Penna.
Sul fondale a circa 400 metri dalla riva e a 16 metri
di profondità intravede un piede metallico che
fuoriesce dalla sabbia. Un altro reperto simile era
stato rinvenuto, nella stessa zona, circa 20 anni prima.
Gli altri ritrovamenti si sono avuti a circa una settimana
di distanza, quando il vento di tramontana ha permesso
al gruppo di sub di tornare ad immergersi nella zona.
Questa volta vengono avvistati più pezzi: mani,
teste, piedi e anche una prima statua. Il resto viene
successivamente recuperato dalle squadre specializzate
della cooperativa Aquarius, coadiuvata
dal GRAS (Gruppo Ricerche Archeologiche
Subacquee) di Brindisi dal 6 agosto al 2 settembre 1992
durante il quale furono recuperati, in un'area di circa
300 mq, circa settecento frammenti bronzei
di varia tipologia e dimensione, di cui duecento identificabili.
Tra queste i più interessanti sono i due torsi
di personaggi maschili di dimensioni reali
risalenti alla prima età imperiale romana, le
due teste barbate tipo figurativo del
"Filosofo", due teste di personaggi
maschili di età imperiale romana, una
delle quali ritrae l'imperatore Tiberio, una testa molto
frammentata ritenuta somigliante ai ritratti dell'imperatore
Caracalla, due teste femminili di buona
fattura e una di bambina, due frammenti riferibili a
una coppia di grandi ali accuratamente
decorate che appartenevano ad una statua alta circa
2 metri raffigurante Nike, la dea che porta
la vittoria in guerre e competizioni, e numerosi frammenti
di arti e di panneggi.
Contestualmente presso il Museo brindisino fu allestito
un laboratorio di pronto intervento per il trattamento
di desalinizzazione e di disidratazione dei materiali
recuperati.
Nello stesso specchio di mare
già nel 1972 fu recuperato un un piede
sinistro in bronzo riferibile ad una
statua di notevoli dimensioni, alta almeno 4
metri e rappresentante una figura femminile
che indossava una pesante veste. Alla stessa
statua, risalente al II secolo d.C, appartengono
anche gli altri frammenti di panneggio ritrovati
nel 1992.
Si
è tanto discusso sulle cause che hanno portato
sul fondale brindisino questi reperti, la loro provenienza
e soprattutto sulla loro effettiva qualità artistica
e storica: alcuni studiosi affermavano che si trattava
di scarti di fonderia gettati in mare durante una tempesta,
una ipotesi prima abbandonata (considerando le buone
rifiniture che presentavano alcuni dei pezzi) e poi
rivalutata, dopo la verifica in fase di restauro, dell'avvenuto
smembramento di alcune statue prima del loro imbarco.
Si è anche parlato di importanti opere trafugate
in medio-oriente.
Tutte ipotesi mai confermate, così come non si
conosce ancora con certezza la provenienza, l'epoca
ed il tipo di "incidente" avvenuto, infatti
non ci sono elementi per affermare che c'è stato
il naufragio dell'imbarcazione che li trasportava, o
se durante una tempesta la nave avesse perso o abbandonato
una parte del proprio carico.
La datazione dei reperti comprende
un ampio periodo compreso tra la seconda metà
del IV secolo a.C. e l'età romana imperiale.
Sono opere definite di "alto livello stilistico-formale",
di vario aspetto tipologico, con raffigurazioni di divinità
e di personaggi appartenenti a famiglie prestigiose
o di potere.
Le lunghe fasi del restauro sono state svolte presso
l'Istituto Centrale per il Restauro di Roma e - per
i due busti - presso il laboratorio di restauro di Firenze
Una delle statue, inizialmente
indicata come un civis romanus
nelle vesti di togato, è stato poi la
individuato dalla prof.ssa Katia Mannino (UniSalento)
come Polydeukion, giovane del
II secolo d.C. scomparso a soli 15 anni. Polydeukion
era l’allievo prediletto del celebre sofista
e miliardario ateniese Erode Attico, maestro
dell’imperatore Marco Aurelio e grande
mecenate.
L'altra statua è costituita da due frammenti,
una testa completa di collo ed un busto con
il braccio destro scoperti in punti diversi
del fondale, rappresenta un principe
ellenistico (foto
in alto a destra). Secondo lo storico
dell'arte greca e romana Paolo Moreno la scultura
raffigurerebbe il console romano Lucio
Emilio Paolo, vincitore della guerra
di Macedonia nel 168 a.C.
La statua del "Principe
ellenistico" è esposta dal 14 marzo
al 21 giugno 2015 nel Palazzo Strozzi di Firenze
alla grande esposizione "Potere e pathos.
Bronzi del mondo ellenistico". L'esposizione
si sposterà al J. Paul Getty Museum di
Los Angeles dal 28 luglio al 1° novembre
quindi alla National Gallery of Art di Washington
dal 6 dicembre al 20 marzo 2016.
Le statue e gli altri interessanti
reperti di archeologia subacquea, hanno trovato sede
definitiva nella sala di esposizione dei "Bronzi
di Punta del Serrone" presso il Museo
Archeologico Provinciale "Francesco
Ribezzo" - MAPRI - di piazza Duomo (scheda),
con foto illustrative e la descrizione delle fasi del
recupero in mare.
Immagini (foto Soprintendenza
Beni Archeologici):
- Il busto del console romano Lucio Emilio Paolo
- Ritrovamento e recupero della statua del civis
romanus (togato)
Fotogallery
- clicca per ingrandire |
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1 - Testa barbata (filosofo)
2 - Statua del giovane Polydeukion
3 - Piede sinistro in bronzo di una statua femminile
(ritrovato nel 1972)
4 - Ala in bronzo della statua di Nike
5 - Frammenti bronzei vari di volti e capigliature
maschili e femminili
6 - Testa e braccio di una bambina presumibilmente
di 7- 8 anni |
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Riferimenti
bibliografici:
» Giuseppe Andreassi,
Bronzi di Punta del Serrone: ricerche archeologiche
subacquee a Brindisi nel 1992, suppl. a "Bollettino
di Archeologia", Roma 1992
» Marcello Miccio, Il restauro del torso
di Brindisi, 2004 (link)
» AA.VV., I Bronzi di Brindisi,
in Suppl. Nuova Meridiana - ott. 1992
» Lionello Maci, Il Novecento,
2001
Sitografia:
» I bronzi di Brindisi,
a cura dell'Ammin. Provinciale (web
link)
» Sulla Rotta dei Bronzi - grandi statue
(web
link) |
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