LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
LE
ORIGINI DELLA CASA DEL TURISTA
l'arsenale dell'antica città
Il
sito ed il fabbricato in viale Regina Margherita (foto
a lato) restaurato dall'Amministrazione Comunale
di Brindisi e destinato ad uffici per le attività
turistiche, denominato "Casa del Turista",
è uno degli isolati storicamente più rilevanti,
poco conosciuti e documentati della città.
Interessato da vestigia di impianti termali di epoca
romana, fu riutilizzato quale area cimiteriale gravitante
attorno ad una chiesetta in cui veniva ufficiato il
rito greco e titolata a S. Giovanni, detto appunto "dei
Greci". Lo storico brindisino Giovanni Maria Moricino,
nel XVI secolo, così documentava l'isolato nel
suo prezioso manoscritto: "Intorno a questi
tempi (il XIV secolo) i Cavalieri Ospitalarij, o del
S. Sepolcro di Gerusalemme, accresciuti molto dalle
ricchezze et entrate già delli estinti Templari,
li quali passarono a loro, teneano molte Galere armate
con le quali correano tutti i lidi dal Mar Mediterraneo
sino alle frontiere d'Italia. Costoro con tanto che
i loro antecessori Templari avessero tenuto in Brindisi
la stanza o l'ospedale del S. Sepolcro, tuttavia essi
per comodità delle loro armate, che spessissime
volte, o per elezione o per fortuna o per forza dei
venti prendeano il porto brundusino, vollero avere nella
città nuovo albergo sotto il nuovo nome de la
religione, che particolarmente fusse comodo alle loro
marinaresche. Si fabbricaro dunque sul sito interno
del destro corno del porto, quasi al dritto dell'entrata,
che si dirama in due e sul principio del ramo destro
predetto, un altro Albergo con molti portici per comodità
de le Galere che ivi si traggevano a terra e degli artigli
maritimi, e sul loco medesimo edificaro una nobil chiesa
a loro nume tutelare S. Giovanni, la quale sino ai nostri
giorni è stata servita da sacerdoti del Rito
Greco et ora comincia già a rovinare per negligenza
de Commendatori di essa i quali attendono totalmente
a raccorre l'entrate senza aver cura di lei".
Tale
memoria, estremamente importante, ci parla quindi di
un arsenale o meglio darsena porticata costruita dai
Cavalieri Templari, passata successivamente, dopo l'abrogazione
del 1310 di quest'Ordine, ai Cavalieri Giovanniti, di
Malta o Ospitalieri che sullo stesso sito vi edificarono
una chiesa titolata a S. Giovanni Elemosiniere, loro
santo tutelare! La croce potenziata nella chiave di
volta dell' arco a sesto acuto (foto
a lato) messa in luce durante gli attuali lavori
confermerebbe l'affermazione del Moricino (edificio
dei Templari), essendo la croce giovannita diversa da
questa e per lo più rappresentata ad otto punte
(croce di Malta). Nei notarili del XVI e XVII secolo
i riferimenti a proprietà in tale zona indicano
indifferentemente S.Giovanni dei Greci o S. Giovanni
prope litus maris o seu barcaturo. In tal modo venivano
popolarmente indicate le due chiesette per distinguerle
tra loro pur se, a detta sempre dello storico brindisino,
già ai suoi tempi, S. Giovanni... comincia
a rovinare per negligenza dei Commendatori di essa...
dando I'impressione di confondere un tempio con l'altro.
Assurdo poi che in una chiesa dell'Ordine di Malta venisse
ufficiato il rito greco. Il passo del manoscritto ci
porta a ritenere che nel XVI secolo i due edifici di
culto rientravano in un'unica proprietà, quella
per l'appunto dell'Ordine di S. Giovanni Gerosolimitano
come attestato, del resto, dalla carta spagnola della
città del 1730. I due templi persero ulteriormente
la loro identità allorché gli interventi
di ristrutturazione e le nuove esigenze imposte dall'amministrazione
gerarchica dell'Ordine cercarono nuove destinazioni
d'uso. Indicativa è sempre nella richiamata carta
spagnola (Plano y Mapa en que se comprende la ciudad
de Brindisi...) l'estensione della proprietà
della Iglesia de la Religion de Malta che al
numero 34 del documento riporta l'edificio, evidentemente
strutturato in più ambienti, che dal vicolo di
S.Chiara raggiungeva il promontorio con le colonne romane.
Del resto gli ambienti compresi tra l'attuale Albergo
Internazionale e la Casa del Turista presentano, internamente,
vari archi voltati e campate simili a quelle liberate
nei recenti interventi di recupero.
La memoria architettonica e popolare si perse definitivamente
quando, dopo il terremoto del 1743, il Commendatore
di Brindisi e della Magistrale di Maruggio, Frà
Costantino Chigi, riedificò a proprie spese,
sul medesimo sito, la chiesa titolata al... Magno
Praecursore Hierosolimitano S.Giovanni. Tutto questo
ricordato in un'epigrafe datata 1752, oggi traslata
e murata nel Portico De Cateniano in piazza Duomo. L
'iscrizione commemorativa conferma, pertanto, l' esistenza
nei primi decenni del XVIII secolo della sola chiesetta
di S. Giovanni prope litus maris (che d' ora
in avanti chiameremo al lido), documentando la scomparsa
di quella dei Greci i cui ruderi finirono nell' essere
inglobati nei corpi di fabbrica posticci realizzati
liberamente dai vari proprietari e dagli stessi cavalieri
Gerosolimitani. Documenti importanti per la chiesa di
S. Giovanni al Lido sono alcuni acquerelli ottocenteschi
relativi alla planimetria e ad un prospetto ripreso
dal vicolo S.Chiara, nonché una memoria ottocentesca
di un viaggiatore di transito a Brindisi. La nota descrittiva,
in una lettera dell' aprile 1866, indirizzata al chiarissimo
signor Federico Odorici, direttore della biblioteca
Parmense, così recita: " Vicino al Porto,
S. Giovanni ha facciatina che direbbesi lombarda, con
frontone senza archetti, fatta a zone di pietre bianche
e nere. La porta principale, con tetto sostenuto da
due colonnette e stipiti scolpiti a foglie, ed una porticina
laterale senza ornati, servono d'ingresso. L 'interno
è a tre navate con quattro pilastri quadrati
per parte, i quali hanno capitelli di diverso disegno,
ed uno ne è notevole perché presenta due
ordini di foglie d'acanto, con volute formate dalle
estremità prolungate dalle foglie d'angolo. Tutto
ciò parmi non essere posteriore al XIII secolo
e probabilmente più antico. La chiesa è
piccola; I'altare principale trovasi in un rettangolo
più piccolo del principale e fa prospetto alla
porta; dietro ad esso vedesi una camera che doveva servire
da sacrestia Una lapide dice che la chiesuola fu restaurata
nel 1765 (ma errore per 1752), ma ora è senza
tetto, scoperta ed abbandonata alle cattive erbe che
vi crescono rigogliose".
Ciò che resta di S. Giovanni al Lido è
rappresentato da capitelli a motivo foliaceo in vario
stile e da avanzi della sacrestia recante una iscrizione
commemorativa del prefetto dell'Ordine committente i
lavori, Frà Stefano Galante -1707. Si tratta
di vestigia architettoniche oggi tutte comprese nel
cortile interno del palazzo INA affacciante su viale
Regina Margherita, già palazzo Bono, già
Cocotò.
In
definitiva il sito dell' originaria darsena templare
era adiacente e, forse, riutilizzava l' arsenale voluto
da Carlo I d' Angiò e denominato Domus Tarsjanatus
costruito per l'allestimento della flotta che da Brindisi
frequentemente tocca va le coste dell'Albania e della
Grecia dove il monarca mirava a recuperare i suoi diritti
nominali. A tale grande arsenale si affiancarono ben
presto le costruzioni porticate degli ordini monastico-cavallereschi
che a Brindisi tendevano fondamentalmente allo sfruttamento
dei prodotti agricoli ed al controllo delle rotte marinare
per l'oriente con i propri navigli. Un ultimo documento
da citare relativamente a questo antico arsenale è
il verbale di avvenuta consegna dei castelli brindisini
al governatore veneziano Priamo Contarini e la sua relazione
al senato della Serenissima (10 aprile 1496). In esso,
infatti, testualmente: 36 piccole bombarde da galea
che erano collocate nell'arsenale furono poste sugli
spalti della cinta muraria cittadina. E, ancora:
...ha il suo arsenale con 7 volte nel quale vi è
una galea inutilizzabile ed il cantiere attivo di un'
altra. Tutto il complesso delle attività
cantieristiche, di ricovero e manutenzione dei navigli
terminava verso ponente con l'area su cui insistevano
due chiesette titolate a S. Giovanni con complesso conventuale
e servizi. Nel tempo venuto meno l' interesse dell'Ordine
Gerosolimitano o 0spitaliero per Brindisi, le strutture
architettoniche, già danneggiate da incuria e
calamità naturali, disintegrate da confische
ed espropri finirono per arrendersi all'inarrestabile
degrado che favorì, fra l' altro, l'inserimento
di questi beni in ambiti di private proprietà.
Testo di Giuseppe Maddalena Capiferro
Pubblicato su concessione del settimanale Agenda Brindisi
Immagini nel testo
(dall'alto verso il basso):
- Casa del Turista: esterno
- Croce potenziata templare nella chiave di volta dell'arco
a sesto acuto (sull'ingresso)
- Colonna interna
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