LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
DA
BRINDISI SALPA LA CROCIATA DI FEDERICO II
1ma parte
Nel corso dei due secoli di spedizioni
crociate (1096 - 1291), la città di Brindisi
recita spesso un ruolo di notevole rilievo, tanto da
essere scelta come unico porto di raduno e partenza
della VI Crociata, condotta dal sovrano più
carismatico dell'intero medioevo, Federico II di
Svevia.
Questi promise solennemente di diventare crociato durante
la cerimonia di incoronazione come re "dei Romani"
ad Acquisgrana, impegno rinnovato a Roma cinque anni
dopo - nel 1220 - allorché divenne imperatore.
Era certamente desideroso di portare a termine quanto
non era riuscito ai suoi predecessori della casa Hohenstaufen:
il nonno Federico I Barbarossa era morto annegato durante
la terza Crociata (1190) e il padre Enrico VI era deceduto
poco prima di partire per la crociata che aveva accuratamente
preparato (1197).
Dopo
l'insuccesso della V crociata nel 1221, il papa Onorio
III sollecita Federico II a intraprendere la spedizione
promessa, ma l'imperatore temporeggia, chiede al pontefice
altro tempo, che gli viene accordato, perché
ha bisogno di occuparsi dei tanti problemi del suo regno.
In realtà Federico non ha interesse ad allontanarsi
dall'Italia per combattere gli arabi, fondatori di una
cultura affascinante che apprezzava sin dalla gioventù.
D'altro canto il pontefice ha tutto l'interesse a tenere
lontano il pericoloso "rivale", un modo per
continuare a gestire il potere spirituale e temporale.
Il 9 novembre del 1225 a Brindisi Federico II prende
in moglie Isabella (o Jolanda) di Brienne,
erede della corona di Gerusalemme, figlia di Giovanni
che insieme ad Andrea II d'Ungheria ha condotto la sfortunata
spedizione del 1221.
Il papa, quasi centenario, muore nel
1227 e il suo successore Gregorio IX si dimostra
subito meno disponibile a rinviare la crociata ormai
da troppo tempo promessa.
Perciò Federico chiama a raccolta a Brindisi
principi e cavalieri crociati, per dare seguito finalmente
alla spedizione.
Ermanno di Salza, Maestro dell'Ordine dell'Ospedale
di S. Maria dei Teutonici, diffonde ovunque la notizia
e nel volgere di qualche mese da tutta Europa giungono
in Puglia migliaia di guerrieri, guidati da uomini intrepidi
come Ludovico, langravio di Turingia [1].
Alla fonda del porto di Brindisi la flotta imperiale,
composta da cinquanta tra galere e navi da trasporto,
è pronta ad imbarcare le migliaia di armati qui
convenuti: il loro numero è esorbitante, dalla
sola Inghilterra ne sarebbero giunti circa 60.000 [2].
Le imbarcazioni sono insufficienti ad ospitare tutte
le guarnigioni, presto cibo e acqua scarseggiano, inoltre
le condizioni igienico-sanitarie precarie, il disagio
e il caldo torrido di quell'estate provocano una terribile
pestilenza, probabilmente malaria, che in breve fa strage
di crocisignati. In tanti fuggono dalla città
e si spargono per l'Italia, diffondendo questo male
nella penisola.
Gli ospedali non sono sufficienti, l'aiuto agli infermi
viene dai benedettini di S. Maria Veterana e dagli ordini
militari attivi in città: Teutonici, Templari
e Ospedalieri.
Nel cimitero attiguo l'ospedale di San Martino (foto)
vengono sepolti numerosi crociati deceduti per questa
pestilenza, lo ricorda una memoria del 1674: "si
vede il pavimento del cimiterio, cavandosi un poco,
pieno d'ossa humane". Tra le vittime anche
i vescovi d'Angiò e di Augusta.
Per scampare all'epidemia, l'imperatore
decide di trasferirsi sull'isola di Sant'Andrea, all'imbocco
del porto, ma questa precauzione non basta.
Ad agosto la flotta inizia il viaggio verso la Terra
Santa, il 24 agosto parte il primo contingente di crociati,
seguito l'1 settembre dal secondo e l'8 dal terzo, con
questi ultimi anche Federico accompagnato dal suo luogotenente
Ludovico, il langravio di Turingia. Sono entrambi ammalati
e per questo il viaggio è breve: a Otranto, tre
giorni dopo, Ludovico muore. Federico "di ciò
si contristò tanto che decise di rimanere, di
affidare il comando di tutta la flotta al duca di Limburgo,
ch'era nella prima spedizione, e concedere per la partenza
venti navi al patriarca di Gerusalemme" [3]
e legato apostolico Geroldo.
La notizia giunge a Gregorio IX ma
il pontefice non crede ai fatti, sentitosi ingannato
il papa non perdona e il 29 settembre ad Anagni lancia
la scomunica contro lo svevo, sciogliendo il vincolo
di fedeltà dei crociati verso l'imperatore.
In una lettera inviata a tutti i vescovi, Gregorio IX
accusa Federico II di aver organizzato il raduno dell'esercito
in un periodo caldo nell'unico porto che ancora lo aveva
"in grazia", in un luogo notoriamente malsano,
di simulare la propria malattia per trattenere i crociati
e di non aver esitato ad uccidere Ludovico per impossessarsi
dei suoi beni.
Federico, a Pozzuoli per una cura di
bagni salutari [4], accusa
il colpo: ma decide di partire ugualmente l'anno successivo.
Nel frattempo nel castello di Andria nasce Corrado,
il figlio di Federico e Jolanda.
Guarito, riprende le preparazioni per la crociata. Invia
un'avanguardia di cinquecento cavalieri [5]
e, il 28 giugno 1228, si imbarca sulle navi radunate
nei pressi dell'isola di Sant'Andrea, dando l'avvio
proprio da Brindisi alla VI Crociata, interamente
partita da questo porto, passata alla storia come la
"Crociata degli Scomunicati" [6].
Il papa incredulo commenta. "Noi
ingoriamo quale stolto consiglio egli abbia seguito
o, meglio, quale diabolica astuzia lo abbia indotto,
senza penitenza e senza assoluzione, a lasciare in segreto
il porto di Brindisi, non facendo intendere con sicurezza
dove sia diretto" [2].
In realtà l'imperatore nelle sue lettere delinea
con estrema chiarezza meta e scopi della spedizione
[2].
» CONTINUA
NELLA 2da PARTE
Immagine nel testo:
ritratto di Federico II con il falco
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Riferimenti
bibliografici:
[1] Fulvio Bramato, Itinerari crociati in terra
d'Otranto. Documenti, monumenti, tradizioni. La
via Traiana, in Verso Gerusalemme (Atti del II
Convegno internazionale nel IX centenario della
prima crociata - Bari, 11-13 gennaio 1999), a
cura di F. Cardini - M. Belloli - B. Vetere, Lecce
2001 - (sul
web)
[2] Giacomo Carito, Brindisi in età sveva,
in Federico II e Terra dOtranto
(Atti del secondo convegno nazionale di ricerca
storica, Brindisi 16-17 dicembre 1994) Brindisi
2000
[3] Ryccardi De Sancto Germano, Notarii Chronica,
1227, ed. Garufi (1936-1938)
[4] Maria A. Stecchi De Bellis, Federico II e
le crociate (sul
web)
[5] Hubert Houben, La crociata di Federico II,
2002 (da Stupormundi.it)
[6] Carlo Fornari, La crociata degli scomunicati,
2002 (da Stupormundi.it) |
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nozze di Federico II e Isabella di Brienne
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