LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
LE
MAPPE DI BRINDISI: RASSEGNA STORICA E CURIOSITÁ
1^ parte
di Gianfranco Perri
Una antica immagine
topografica di Brindisi é stampata nel libro
con cui si pubblicó la versione in lingua volgare
del famoso libro di Giulio Cesare “I Commentari
di C. Giulio Cesare” ...con le figure in rame
de gli alloggiamenti, dé fatti d'arme, delle
circonuallationi delle citta` & di molte altre cose
notabili descritte in essi, fatte da Andrea Palladio
per facilitare la cognition dell'historia a chi legge.
Gli autori: Julius Caesar; Francesco Baldelli; Andrea
Palladio; Leonida Palladio; Orazio Palladio. L´editore:
Appresso Pietro De' Franceschi, Venezia M.D.LXXV [1575].
I fratelli Leonida ed Orazio morirono prematuramente
durante la preparazione delle stampe del libro e le
immagini per la stampa furono quindi completate dal
padre Andrea. Quella stampa del Palladio che illustra
l´assedio che Cesare impose a Pompeo in Brindisi
nel 49 A.C. ai tempi del De Bello Civili, inserita nel
libro edito nel 1575, puó essere storicamente
considerata la piú antica mappa di Brindisi.
Mappa del 1575 di Andrea Palladio
(180 x 136 mm)
Seguirono numerose
altre versioni illustrate di quel famoso testo di Cesare,
una di esse é quella in inglese curata da Martin
Bladen e pubblicata a Londra da Richard Smith nel 1705:
l´assedio a Pompeo é ancora illustrato
da un´incisione in rame intitolata “The
haven of Brindisi”. In questa stampa inglese corredata
da leggenda, a differenza di quella del Palladio, la
cittá entro le mura é chiaramente assimilata
da una testa animale, forse di un cervo.
The haven of Brindisi - Londra
1705 (190 x 142 mm)
Prima di quella inglese,
vi erano state anche altre edizioni illustrate del libro
di Cesare, e tra queste quella del Lezzi pubblicata
di nuovo a Venezia dall´editore Misserini nel
1635 in cui la cittá, a differenza delle altre
versioni, é rappresentata squadrata come un “castrum”
racchiusa nelle sue mura, con le sue porte e le sue
torri. E poi ci furono altre versioni ancora, anche
successive a quella inglese, nelle quali si evidenziano
i due bacini del porto "maior & minor"
riducendo i due seni ad un fossato che circonda la cittá,
tipo mappa di Blaeu.
A rigor di cronaca,
e prima di proseguire, é peró doveroso
citare una apparentemente ancor piú antica mappa
di Brindisi con il suo porto: quella datata intorno
al 1525 e che é attribuita al cartografo, nonché
grande ammiraglio ottomano, Piri Reis, vissuto tra il
1465 ed il 1554. Una mappa questa, che presenta la cittá
vista dal mare, e quindi con il Nord in basso.
Mappa di Piris Reis - 1525
L´ironia della
sorte vuole che quella che probabilmente puó
essere considerata la piú antica mappa ¨moderna¨
della cittá di Brindisi, tralasciando appunto
quella del Palladio ed i cinquecenteschi disegni sapientemente
elaborati dal condottiero navigatore ottomano, sia venuta
alla luce con un errore nientemeno che nel titolo: TARENTO.
Mappa del 1663 di Joan Blaeu
(515 x 412 mm)
La mappa, orientata
con il Nord verso l´alto, fu elaborata dal cartografo
olandese Joan Blaeu, divenuto in seguito anche cartografo
ufficiale della Compagnia Olandese delle Indie Orientali.
In alto a sinistra é rappresentato lo stemma
della cittá di Brindisi e a destra lo stemma
della famiglia Orsini. Nel cartiglio in basso ben 57
richiami, purtroppo non leggibili a occhio nudo.
Sono peró chiaramente
identificabili tutta una serie di importanti elementi:
Il castello di mare, e le isole Pedagne sul porto esterno,
con la catena sul canale d´entrata al porto interno.
La chiesa di Santa Maria del Casale con la strada che
la congiunge alla principale porta d´entrata alla
cittá dalla strada da Mesagne. Poi l´altra
porta di accesso dalla strada da Lecce attraverso un
ponte che sorpassa il seno di levante. Quindi le mura
di cinta complete dei vari torrioni distribuiti partendo
dal castello di terra. Dentro le mura primeggiano le
due colonne romane, di cui una giá crollata,
e la rete stradale é dominata dalla strada che
attraversando tutta l´urbe, collega Porta Mesagne
con Porta Reale sulla riva del seno di levante: la Rua
Magistris.
La mappa, con incisione
in rame e colorazione coeva, fu portata alla stampa
nel 1663 con il “Theatrum civitatum nec non admirandorum
Neapolis et Siciliae regnorum”, un atlante in
cui Joan Blaeu cambia impostazione nel concepire quello
che doveva essere un atlante di cittá. Mentre
quelli che aveva precedentemente prodotto per l´Olanda
sono una semplice serie di mappe e piante, questo per
l´Italia é un atlante molto piú
topografico che combina mappe geografiche con bellissimi
panorami prospettici mostranti cittá e paesaggi
agresti come pure disegni architettonici e monumenti.
L´attivitá
tipografica di Blaeu cessó drammaticamente nel
1672, quando un incendio distrusse il suo stabilimento.
Solo le mappe collocate in alcuni rami appartati della
tipografia e alcune precedenti edizioni immagazzinate
altrove, si salvarono dal fuoco e furono vendute all'asta.
Pierre Mortier, libraio belga che operava in Amsterdam,
compró le matrici delle cittá italiane.
Nel 1705 il Mortier
stampó il “Nouveau Thèatre d'Italie
ou description exacte de ses Villes, Portes de Mer,
Palais, Eglises, Principaux Edifices & c. et avec
cartes chorographiques sue les desseins de feu monsier
Jean Blaeu”, aggiungendo un quarto volume relativo
al nord Italia e Toscana. Nel Volume III, la tavola
25 riproduce la mappa di Blaeu.
Mappa di Joan Blaeu ristampata
nel 1705 da Pierre Mortier (496 x 410 mm)
Rispetto alla
carta originalmente stampata dal Bleau, vi son solo
dei piccoli cambiamenti: nel cartiglio centrale oltre
il titolo errato Tarento, dopo 41 anni non ancora corretto,
é aggiunto il sottotitolo “Ville du Royoume
de Naples situèe dans la Terre d'Otrante”;
nel cartiglio in alto a destra é scomparso lo
stemma della famiglia Orsini; la legenda ha sempre 57
richiami ma in basso a destra é aggiunto: “A
Amsterdam par Pierre Mortier -avec privil-”.
L´errore nell´intitolazione
é stato attribuito a quell´incendio,
immaginando che il materiale salvato alle fiamme avesse
subito un grande disordine (“Brindisi ignorata”
di N. Vacca - 1954), ma evidentemente ció non
rispoonde alla realtá, visto che la prima pubblicazione
contenente giá l´errore fu precedente
all´incendio.
Sulla pagina web della biblioteca
del Senato della Repubblica, cercando l´opera
postuma in tre volumi dell´Abbate Giovanni Battista
Pacichelli “Il Regno di Napoli in prospettiva
diviso in dodeci province” stampata nel 1703
a Napoli, appare una scheda bibliografica che contiene
la riproduzione delle 183 stampe che corredano l´opera,
e la stampa N°113 del Volume 2, si intitola BRINDESI,
e riproduce un´acquaforte di autore ignoto.
É interessante la didascalia
del cartiglio al piede della mappa, che identifica
e localizza 14 elementi: 1 Duomo. 2 S. Maria delle
gratie. 3 Carmine. 4 Castello di terra. 5 Fortezza
di mare. 6 Porto che si serra con catena. 7 Porta
reale. 8 Porta di Mesagne. 9 L´Assunta. 10 Cappuccini.
11 S. Fran.co di Paola. 12 S. M. degli Angioli. 13
La Maddalena. 14 Le Colonne.
Stampa del 1703 di autore ignoto
(168 x 122 mm)
Da osservare che con
il N°14 sono indicate le due colonne romane antistanti
al porto, rappresentate in piedi nonostante una delle
due fosse crollata nel 1528 a causa di un terremoto:
175 anni prima della stampa. Da notare inoltre, che
molte delle chiese sono rappresentate nelle loro strutture
medioevali. Potrebbe pertanto dedursi che questa stampa,
orientata con il Nord verso destra, sia stata verosimilmente
ricavata rielaborando una qualche opera precedente,
possibilmente realizzata tra gli ultimi anni del ´400
ed i primi del ´500.
Prescindendo da queste
considerazioni, si deve comunque osservare che trattasi
di una mappa decisamente meno avanzata di quella di
Blaeu del 1663, precedente di ben quaranta anni, che
il Pacichelli evidentemente non aveva nemmeno visto
giacché in essa tra l´altro, vi é
invece correttamente rappresentata una sola colonna
in piedi.
É solo del
1800, cioé di quasi cent´anni dopo, la
mappa di Brindisi che cronologicamente segue a quelle
stampate nei primissimi del ´700. E non é
piú una stampa, ma appartiene a un piano topografico,
disegnato a colori e identificato con il nome di Cittá
di Brindisi N°38, conservato nella biblioteca dell´Istituto
Geografico Miltare, con la descrizione seguente: Documento
N°27 del XIX secolo. Un foglio di circa 0,42 x 0,42
metri. Rilievo a scala 1/10000 del Tenente Lepier.
In effetti si
tratta del solo frammento destro di un piano geografico,
orientato con il Nord verso sinistra, che riporta il
rilievo topografico della costa di levante del porto
(quella di ponente era nel frammento mancante del piano)
e che nell´angolo inferiore destro presenta, a
mó di dettaglio, la mappa a scala 1/5000 della
cittá, con un indice di quattro punti (a. Castello
di terra, b. La Sanitá, c. La Dogana, d. Seminario
-?- ). Non é certo una mappa ricca di dettagli,
un quadrilatero con circa 10 cm di lato, ma comunque
permette di indovinare i limiti urbani e il contorno
della cittá edificata, colorata di rosso e differenziata
dai campi, colorati di verde.
Mappa a Scala 1/5000 - Dettaglio
del Piano del Porto rilevato da Lepier - 1800
Continua nella seconda
parte
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