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BRINDISI ATTRAVERSO LA STORIA

I MESSAPI (2^ parte)
La civiltà messapica e gli insediamenti

La Civiltà messapica
I Messapi inizialmente formavano gruppi tribali, successivamente risentirono degli influssi ellenistici, in particolare dopo la fondazione di Taranto avvenuta nel 706 a.C.
Anche la lingua messapica, dapprima di impronta illirica, divenne successivamente laconico–tarantino. E’ possibile suddividere il tipo di scrittura in due fasi, quella arcaica e quella classica, differenziata sia dal verso che dalle proporzioni delle lettere. Si conservano nei musei di tutto il Salento circa 350 iscrizioni messapiche, testi non sempre facili da comprendere, in particolare quelle risalenti all’età arcaica.
Un grande studioso delle iscrizioni messapiche fu Francesco Ribezzo (archeologo e glottologo illustre - 1875-1952) al quale è dedicato il Museo Provinciale di Brindisi.

Originariamente questo popolo non viveva in vere e proprie città, ma in piccoli gruppi residenti in capanne sparse nel territorio. Gli abitanti dei capanni si riunivano nei centri fortificati per difendersi da attacchi nemici o per celebrare feste e riti. Secondo gli studi di Ippodamo da Mileto solo dopo il VII secolo a.C. l’urbanistica messapica risentì dell’influsso greco.
Anche la religione fu influenzata da quella ellenica e forte divenne il culto verso la dea Demetra, dea del grano e dell’agricoltura. Uno dei santuari più importanti dedicati alla dea e a sua figlia Persefone si trovava presso il Monte Papalucio ad Uria, l’attuale Oria.
I defunti inizialmente venivano inumati e coperti da cumuli di pietra, solo dopo il VII secolo a.C. iniziarono le sepolture in tombe ipogee detti a camera e a semicamera; all’estinto veniva posta una moneta in bocca come obolo per pagare il passaggio nell’aldilà, come già in uso nella cultura greca.


Vasi messapici: cratere, scifo, trozzella, càlato

Il simbolo di questo popolo è diventata la Trozzella, tipica forma della ceramica vascolare messapica. E' un’anfora dalla forma ovoidale più o meno rastremato al piede, con alte anse nastriformi, verticali, che terminano in alto, e all’attacco col ventre, con quattro trozze o rotelline plastiche, che presenta elementi decorativi geometrici come: cerchi, scacchiera, quadrati, triangoli, accanto ad elementi fitomorfi come fiori e foglie. La trozzella venne prodotta nel Salento nel VII e VIII secolo a.C. e risentì dell’influenza proto geometrica nata a Micene 1050 anni a.C.
Un altro tipico esempio di ceramica messapica sono i pesetti da telaio o piramidetti.

Gli insediamenti messapici a Brindisi
I resti di insediamenti messapici sono sparsi in gran parte del Salento. Tra i più importanti sono, in ordine sparso, Brindisi (Brention), Oria (Orra), Valesio (Valesium), Muro Tenente (Scamnum - area archeologica tra Latiano e Mesagne), Ceglie Messapica (Kaìlia), Egnazia (Gnathia), Nardò (Neriton), Manduria (Mandyrion), Lecce (Rudiae), Cavallino (Sybar Sallentina), Otranto (Hydruntum), Vaste (Bastae), Alezio (Alixias), Gallipoli (Anxa), Ugento (Ausentum), Roca Vecchia, Muro Leccese e Soleto. In provincia di Brindisi altri ritrovamenti messapici sono stati effettuati anche a Pezza Petrosa nel territorio del comune di Villa Castelli, a Francavilla Fontana, e nell'area denominata Castello d'Alceste del comune di San Vito dei Normanni.

I Messapi occuparono Brindisi intorno al XI – XII secolo a. C. Molti studiosi ritengono che il nome della città di Brindisi, Brention in lingua messapica, derivi dalla conformazione ramificata del suo porto, a "testa di cervo", il quale, ancora oggi, è il simbolo della città assieme alle due colonne romane.


Il porto naturale di Brindisi, a forma di "testa di cervo"

Poco rimane dell’antica città di Brention ormai in gran parte sepolta sotto strati di varie epoche.
L’insediamento urbano si sviluppava sulla collina di ponente del porto interno, difeso da possenti mura megalitiche che sfruttavano le differenze di livello con terrapiani di cui ne è un esempio il tratto ancora oggi visibile tra Corte Capozziello e Via Pasquale Camassa. Successivamente queste mura vennero rinforzate dai romani. Un altro tratto simile fu scoperto nel 1877 in piazza Sedile.

A Brindisi sono state scoperte diverse tombe del periodo messapico, dal cui corredo funebre è possibile notare come ci sia stata una forte influenza magno greca che ha, per certi versi, limitato lo sviluppo della cultura messapica.
Nel gennaio del 1955, durante lo scavo delle fondazioni di un edificio in via Bari, angolo con via Gallipoli, gli operai si imbatterono in tre lastre di tufo duro, si trattava della copertura di una sepoltura messapica del V secolo a. C., con forti influenze della Magna Grecia.
Sollevate con trepidazione queste tre lastre, alla presenza degli operai e di curiosi affollatisi intorno, apparve lo scheletro nella sua interezza e un ricco corredo di vasi ai fianchi e ai piedi. Oggi il corredo composto da 13 pezzi è conservato ed esposto nella sezione messapica del Museo Archeologico Provinciale “F. Ribezzo” di Brindisi (MAPRI).
Il reperto più importante è il bellissimo cratere a colonnette (kelebe) decorato a vernice nera con figure rosse. In uno dei due riquadri vi è Dionisio barbato, in lunga tunica a larghe pieghe, preceduto all’altare - che è nel fondo - da satiro avente la cetra fra le mani, seguito da baccante. Mentre sul riquadro opposto si possono osservare tre figure con al centro un giovane virile e ai lati due personaggi barbati avvolti da un mantello, appoggiati entrambi a lunghi bastoni.
Fra gli altri reperti ricordiamo una trozzella, di dimensioni superiori alle comuni, di argilla giallo-rossiccia con decorazione di colore rosso bruno a motivi geometrici e vegetali, e una coppa a forma di tazza (skiphos) decorata con vernice nera lucente a figure rosse, raffigurante in entrambi i lati palestrida nell’atto di effettuare esercizi ginnici; questo permette di dedurre che l’ospite della tomba sia stato un palestrida premiato o un tifoso del gioco del salto.
Nel corredo erano presenti anche reperti in bronzo, come un recipiente di forma cilindrica (cista) con doppio manico semicircolare e una brocca in bronzo (oinochoe).

Un altro importante esempio di tomba messapica del IV secolo a. C. è proveniente dalla vicina area archeologica di Valesio ed è integralmente conservata nel MAPRI: su una delle lastre laterali interne è inciso un rettangolo sormontato da una fiaccola demetriaca con all'interno l'iscrizione messapica Tobaroas Damatrioas, che significa "(tomba) della sacerdotessa di Demetra".

fiaccola demetriaca nella lastra della tomba messapica
MAPRI: lastre funerarie e tomba rinvenute a Valesio e lastre funeraie di altre aree di epoca messapica.
A destra il rettangolo sormontato dalla fiaccola demetriaca incisa all'interno della tomba

Per quanto riguarda gli altri ritrovamenti in Brindisi esposti nel Museo Archeologico, va ricordata una lapide in pietra dura con iscrizione messapica scoperta in Via Bettolo, e il cratere a colonnette del V - IV secolo a.C. ritrovato all’interno di un’altra tomba rinvenuta in via Lauro.
Un’altra lapide con iscrizione messapica venne scoperta nel tempio di San Giovanni al Sepolcro nel 1765, poi andata dispersa.

Nei primi del ‘900, in via Tor Pisana, fu scoperta una necropoli protocorinza (prima metà del VII secolo a.C.) , una delle più antiche testimonianze della città di Brindisi. Furono effettuati due scavi: nel primo furono scoperte cinque tombe con all’interno piatti, tazze, vasi ed anfore, mentre nel secondo scavo furono ritrovate ventitre tombe con all’interno piccoli vasetti, fibule, trozzelle e un cratere apulo.
Sempre nello stesso luogo, negli anni ’50, furono trovate tre tombe ad incinerazione ed una ad inumazione. Di particolare interesse fu il pithos con all’interno cinque vasetti ariballoi.
Negli anni ’60 furono scoperte tombe ad inumazione contenenti quattro vasetti.

Testo e foto di Danny Vitale e Antonio Mingolla (Gruppo Archeologico Brindisino)

 

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Foto Gruppo Archeologico Brindisino
1. Brindisi - resti delle mura messapiche su via Camassa
2. Brindisi - Tomba di Via Bari, Cratere attico a colonnette (scena Dionisiaca). MAPRI
3. Brindisi - Tomba di Via Bari, cista in bronzo a doppio manico semicircolare. MAPRI
4. Brindisi - Tomba di Via Bari, skiphos con palestrida nell'atto di effettuare esercizi ginnici. MAPRI
5. Brindisi - Tomba di Via Bari, trozzella. MAPRI
6. Brindisi - Tomba di Via Lauro, cratere attico a colonnette. MAPRI
7. Brindisi - ceramica protocorinzia della necropoli di via Tor Pisana. MAPRI
8. Brindisi - pithos della necropoli di via Tor Pisana. MAPRI
9. Brindisi - vasi protocorinzi della necropoli di via Tor Pisana. MAPRI
10. Brindisi - iscrizione messapica proveniente da una tomba di via Belvedere. MAPRI
11. Iscrizione messapica su lamina di bronzo. MAPRI
12. Iscrizione messapica su orlo di un vaso. MAPRI
13. Pesetti da telaio o piramidetti. MAPRI
14. Capitello dorico ritrovato a Carovigno. MAPRI
15. Valesio - elmo messapico ex-voto. MAPRI
16. Valesio - trozzella. MAPRI
17. Valesio - tomba della sacerdotessa di Demetra. MAPRI
18. Trozzelle messapiche esposte al Museo Archeologico (MAPRI)

Bibliografia:
- Gabriele Marzano. Il Museo Provinciale F.Rribezzo di Brindisi, 1961
- Cesare D'Aquino. I Messapi, il Salento prima di Roma, 2007
- Pannelli illustrativi del Museo Archeologico Prov.le di Brindisi (MAPRI)
Fonti storiche:
- Esiodo, poeta greco VII sec.a.C.
- Erodoto, storico greco V sec.a.C.
- Varrone, letterato romano I sec.a.C.
Video:
» La necropoli di Pezza Petrosa (TG Leonardo - Rai3)
» Francesco D'Andria racconta delle civiltà preromane dell'Italia antica (da Archeologiaviva)
Documenti e link correlati
» I Messapi, gli antenati dei brindisini
» Parco Archeologico di Muro Tenente
» Japigi e Messapi. Quei lontanissimi nostri avi
(da Spigolature Salentine)
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