LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
IL PASSAGGIO
DA BRINDISI DEI PRINCIPI DI PRUSSIA
4 marzo del 1903
Nei primi mesi del 1903 transitarono dal porto di Brindisi
autorevoli personalità europee,
dai principi di Germania ai Romanov, i Gran Duchi di
Russia
Con il completamento
della sistemazione del porto, avvenuta dopo l’unità
d’Italia, lo scalo brindisino ritornò ad
assumere un ruolo di primo piano nel traffico merci
e passeggeri da e verso importanti destinazioni del
Mediterraneo. Già dalla seconda metà dell’800
a Brindisi sbarcarono personaggi illustri, transitarono
principi e reali europei e sostarono nobili esponenti
della cultura nazionale ed internazionale, in qualche
modo si tornò a percepire atmosfere già
vissute in epoche antiche, quando la città si
elevò a snodo fondamentale nelle relazioni internazionali
e nelle missioni militari verso oriente.
Le cronache dei primi anni del ‘900 raccontano
del passaggio in città di autorevoli personalità,
alcuni di questi ricordi sono racchiusi nelle immagini
in bianco e nero catturate da “fotografi dilettanti”,
grazie a loro è stato possibile il consolidamento
e la rivalorizzazione di alcuni aspetti della cultura
urbana e della memoria storica cittadina. Uno degli
scatti più caratteristici ricorda il transito
da Brindisi dei principi di Germania Federico
Guglielmo (Federico Guglielmo Vittorio Augusto
Ernesto di Hohenzollern) e del fratello Eitel
Federico, rispettivamente primo e secondogenito
di Guglielmo II, ultimo imperatore
tedesco e re di Prussia, e di Augusta Vittoria di Schleswig-Holstein.
Il principe erditario Federico
Guglielmo con il padre, l'ex imperatore Guglielmo II,
ed il figlio Guglielmo (1927)
I “graziosi
principi” giunsero in treno, alla stazione
centrale, il 4 marzo del 1903 accompagnati nel loro
viaggio dall’aiutante di campo e da “parecchi
ufficiali tedeschi addetti al loro seguito”;
furono ricevuti dal sottoprefetto cav. Selmi,
elogiato dalla stampa locale come “meritevole
d’encomio per lo splendido servizio disposto”,
dal console germanico Oscar Nervegna
e dal cav. Verde, comandante della
nave militare Iride, seguito dall’aiutante di
bandiera. La Real nave italiana fu fatta venire espressamente
da Taranto, su esclusivo ordine del Governo italiano,
per rendere i dovuti onori militari al passaggio delle
importanti figure reali germaniche. Nella circostanza
giunsero a Brindisi anche “moltissimi tedeschi”
che colsero l’occasione per salutare il loro erede
al trono Federico Guglielmo. Il principe, che all’epoca
non aveva ancora compiuto ventuno anni, era già
tenente dell’esercito tedesco e stava ancora ricevendo
la rigida educazione militare secondo le inflessibili
regole della milizia prussiana. Lo seguiva il fratello
Eitel “più alto di figura quantunque
più giovane di un anno”.
Brindisi, 4 marzo 1903. I principi
di Germania Federico Guglielmo e del fratello Eitel
Federico mentre salgono sullo Yacht Sapphire (foto Alberto
Monticelli-De Marzo)
I due augusti ospiti,
arrivati alle ore undici “direttamente dalla
Germania passando da Milano”, qui “smisero
l’incognito, viaggiando ormai in forma ufficiale”,
e vennero fotografati da Alberto Monticelli-De
Marzo, uno dei giovanissimi appassionati all’arte
fotografica che quel giorno non mancarono all’evento:
il fotogramma mostra il momento dell’imbarco dei
reali tedeschi sul noto yacht “Sapphire”
(Zaffiro) del Duca di Bedford, un bellissimo
veliero a vapore da 142 tonnellate ancorato proprio
di fronte alla stazione del porto. L’imbarcazione
inglese era nota in quei primi anni del nuovo secolo
oltre che per il lusso e l’eleganza, anche perché
veniva utilizzata nella maggior parte del tempo per
i viaggi della duchessa di Bedford, appassionata all’hobby
dell'ornitologia. I due reali “dopo le presentazioni
d’uso, presero immediatamente posto sul ponte
di comando per assistere alla manovra della partenza”,
e mentre lo yacht innalzò sull’albero di
maestra la bandiera da guerra germanica su autorizzazione
diretta dell’ammiraglio britannico, dalla nave
italiana Iride partirono le ventuno
salve di cannone di saluto, colpi ripetuti quando il
panfilo uscì dal porto esterno, con l’equipaggio
che “fece il saluto alla voce”.
Durante il viaggio di crociera verso l’Egitto
e altre destinazioni, i due principi alloggiarono proprio
nelle cabine solitamente utilizzate dalla duchessa durante
i lunghi itinerari naturalistici nei mari del nord.
Quel giorno l’agente della compagnia Navigazione
Puglia, il cav. Angelo Titi, mise a
disposizione della stampa locale il piroscafo Iapigia
per assistere all’evento.
Il noto yacht “Sapphire”
(Zaffiro) del Duca di Bedford
Una settimana dopo
nel porto esterno della città ancorò l'imponente
incrociatore corazzato dalla marina imperiale russa
“Bayane” dotato di ben
38 cannoni; il capitano di vascello Wiren,
comandante della maestosa nave con 517 persone di equipaggio,
volle accogliere e far visitare la nave ad alcuni componenti
di note famiglie brindisine invitate dal console di
Russia, il cav. Antonio Sierra, e non
furono pochi coloro che nel primo pomeriggio riuscirono
a salire a bordo dell’incrociatore, accompagnati
da una lancia a vapore e da una a remi. I militari russi
“colmarono di gentilezze gli invitati
– raccontano le cronache dell’epoca - si
suonò della buona musica e si brindò da
ambo le parti, alla salute e prosperità dei sovrani
d'Italia e della maestà imperiali di Russia”.
Gli ufficiali “come ricordo del loro breve
soggiorno fra noi”, vollero farsi fotografare
in gruppo insieme alle "distinte signore e
signorine" che "indossavano splendidissime
toilettes".
Il porto di Brindisi i primi
anni del '900
Sempre nel mese di
marzo del 1903 giunsero da San Pietroburgo con il loro
seguito, il Gran Duca di Russia Georgij Michajlovic
della dinastia dei Romanov, conosciuto
in famiglia come Gogi, e la Gran Duchessa Maria
di Grecia, figlia più giovane del sovrano
ellenico Giorgio I. Anche in questa
occasione un comitato di accoglienza, composto dai consoli
di Russia e di Grecia, dal sottoprefetto e dal comandante
dello yacht reale ellenico Amphitrite,
volle fare gli onori a gli illustri ospiti appena giunti
alla stazione centrale. Subito dopo i reali s'imbarcarono
sull’Amphitrite e partirono con destinazione Pireo.
Tre anni dopo la principessa, soprannominata la “Minny
greca”, transitò nuovamente
da Brindisi ma questa volta insieme al padre, erano
di ritorno dalla capitale italiana dopo la visita ufficiale
alla famiglia reale e al parlamento italiano (leggi
la storia). Maria Georgievna ormai trascorreva
molto tempo lontano dalla Russia, ufficialmente per
migliorare la salute delle due figlie, in realtà
per allontanarsi dal marito Georgij che non aveva mai
amato.
i granduchi di Russia Georgi
Romanov e Maria di Grecia. A destra la principessa Maria
Georgievna
Il mese successivo
fu la volta del ministro della pubblica istruzione francese
l'on. Joseph Chaumié, il membro
del governo transalpino proveniva da Roma dove aveva
partecipato ad un importante congresso internazionale
latino; anche a lui fu riservata una calorosa accoglienza
da parte delle autorità locali prima dell’imbarco
sul piroscafo Scilla della Compagnia
di Navigazione Generale Italiana diretto ad Atene.
In quegli anni il grande movimento di navi e di piroscafi
rendeva il porto di Brindisi particolarmente animato,
tutto ciò attirava ladri e “molestatrici”:
nelle cronache non mancano infatti riferimenti a furti
e presenza sulle banchine di alcune donne, ”per
di più forestiere” che all’arrivo
dei piroscafi “molestano con una insistenza
che suscita veramente rabbia” molti dei passeggeri
e marinai che sbarcavano dalle navi appena ormeggiate
nel porto interno. I media “reclamavano”
tali comportamenti all’addetto del servizio al
porto Raffaele D’arpe e sollecitavano
in più occasioni la Pubblica Sicurezza a prendere
i dovuti provvedimenti di legge.
Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.117 del 4/10/2019
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