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LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA

LO SVENTRAMENTO DELLE SCIABICHE: 1900 - 1959
1^ parte

di Gianfranco Perri

Le Sciabiche, dall´arabo “sciabbach” che significa rete da pesca, specificamente quella che calata in mare a semicerchio con il suo progressivo avanzamento cattura il pesce. Le sciabiche somigliano molto alle piú comuni reti a strascico, ma si differenziano sostanzialmente da queste ultime per la lunghezza dei bracci, che nelle sciabiche sono molto corti tanto che in realtà il corpo della rete praticamente si identifica con il sacco di raccolta.


Le sciabiche - da: “Toponomastica brindisina” di Alberto Del Sordo - 1988

Ma per noi brindisini Sciabiche era il rione che nell´800 aveva per confini sui lati di terra, via Montenegro a est, poi Santa Teresa e San Paolo a sud, e il largo Sdrigoli a ovest, e che per il resto si affacciava sul mare allungandosi per circa 400 o 500 metri sulla riva di nordovest del Seno di Ponente.
Quello stesso rione Sciabiche peró esisteva da molto tempo prima, tanto che fu proprio in quel rione, certamente il piú simbolico della cittá marinara, che il 5 giugno del 1647 esplose spontaneamente il forte malcontento dei pescatori, suoi incontrastati dimoranti, facendo scoppiare la sommossa un mese prima della più nota rivolta di Napoli capeggiata da Tommaso Aniello d'Amalfi, Masaniello, e dando di fatto cosí inizio a quell´insurrezione che finí per coinvolgere l’intero meridione italiano, che era Regno di Napoli dal 1509 e su cui regnava il re di Spagna Filippo III, con Pedro Girón viceré a Napoli.
Si racconta [Cronaca dei Sindaci di Brindisi - Pietro Cagnes e Nicola Scalese, 1529-1787]: “Fu la revoluzione nel Regno di Napoli, e precise in questa città, e il sindico Ferrante Glianes fu lapidato dal popolo, e fu pigliato da casa sua, e portato carcerato in una casa sotto la marina, dove lo trattennero tutto il giorno, e poi la sera lo mandarono libero in casa sua, e il capopopolo, o vero i capopopoli, furono Donato e Teodoro Marinazzo, e levarono le gabelle, non facendoli osservare come era di solito.” (scheda).
Ed ancor prima: ...”quel che nelle Sciabiche era rimasto del palazzo quattrocentesco della famiglia che era stata del condottiero Pompeo Azzolino, continuó in piedi fino giá addentrato il ´900.” ...“Pompeo Azzollino, vissuto nel XV secolo, fu un grande e valoroso condottiero brindisino. Ferdinando d´Aragona, stimandolo molto per le sue virtù militari e per la fedeltà che dimostrava verso la casa regnante, gli aveva affidato il governo della cittá. Fu un uomo che compì molte imprese tra le quali da ricordare quella del 1481 quando, insieme con i suoi uomini, liberò Otranto dai turchi. Poi l´anno seguente sconfisse in battaglia aperta il comandante veneziano Giacomo Marcello facendolo desistere dal rioccupare Brindisi. Ferdinando d´Aragona fu assai grato a Pompeo Azzolino della vittoria riportata contro i turchi e volle per questo eternare la sua memoria con un´iscrizione che fece incidere sopra una tavola di marmo collocata sulla facciata della casa di Azzolino situata nel rione Sciabiche.” [Le perle di Brindisi. Personaggi illustri brindisini - Franca Perrone e Angela Giosa, 2008].
Su tutte le piú antiche mappe della cittá di Brindisi in qualche modo assimilabili a ció che consideriamo essere un piano topografico e quindi elaborate a partire dal 1700, tutto il tratto di riva esposto a nordovest che parte dalla punta situata all´incirca all´altezza della discesa Montenegro e che si estende per quasi 500 metri fino alla base della salita Lucio Scarano, é chiaramente occupato da caseggiati: sono le case delle Sciabiche. .


Mappa del 1800 (dettaglio) e a dx Mappa del 1863 (dettaglio)

La fotografia piú antica che si conosca del rione Sciabiche risale invece al 1870, ed appartiene alla serie di quelle che cosí datate integrano gli Archivi Alinari e che furono esposte in occasione della mostra “Brindisi negli Archivi Alinari tra Unitá d´Italia e Prima guerra mondiale” a Palazzo Granafei Nervegna dal 18 Giugno al 9 Ottobre 2011. La foto originale, dalla quale é estratto il particolare riprodotto di seguito, é dello Stabilimento Giacomo Brogi.


Le Sciabiche - Dettalio da una foto G. Brogi del 1870

É curioro osservare come da questa stessa foto sembra sia stata poi tratta anche una stampa:


Le Sciabiche - Stampa di fine ´800

Praticamente contemporaneo di quella prima foto delle Sciabiche, é il piano della cittá che nel 1871 fu elaborato a scala 1/2000 da Carlo Fauch e dal quale é estratto il particolare riprodotto di seguito, relativo al rione Sciabiche.


Pianta della Cittá di Brindisi - Dettaglio dal piano di Carlo Fauch del 1871

Si possono osservare diversi dettagli interessanti:
La strada Montenegro e la strada S. Chiara scendono parallele tra di esse fino alla banchina. La strada Montenegro sbuca su largo Montenegro, delimitato a sud dall´omonimo palazzo e compreso tra due blocchi di case, quello ad est abbastanza piccolo si stende fino di fronte alla strada S. Chiara, quello ad ovest molto piú grande si allunga costeggiando la banchina che verso ovest va incurvandosi fino ad esporsi a nordovest.
Giusto alle spalle di questo secondo grande blocco di case c´é piazza Monticelli sulla quale sbucano, da sud le due viuzze cieche Azzolino e Capozziello (i cui nomi non sono riportati nel piano) parallele alla strada Montenegro, e da ovest la strada Sciabiche che scorre lunga e stretta, parallela alla banchina ma internamente, fino a sbucare su uno slargo (in seguito denominato largo Sdrigoli ed oggi largo Sciabiche) dal quale poi sul lato opposto inizia la salita verso Santa Aloy.
L´ultimo caseggiato a quel tempo presente lungo la banchina del seno di ponente é quello che appunto delimita quello slargo in coincidenza con l´inizio della strada in salita (inizialmente anch´essa denominata strada Sdrigoli ed oggi via Lucio Scarano).
Sulla strada Sciabiche scendono perpendicolari ad essa due pendii, uno breve ed accentuato da largo Santa Teresa e l´altro piú lungo e dolce, il pendio Marinazzo, dalla strada De Leo.
Sul piano sono finalmente identificati con colore marrone scuro: l´albergo delle Indie Orientali di fronte alla banchina della strada Marina (cosi é identificato sul piano l´attuale viale Regina Margherita) ad est, la Cattedrale e l´Ospedale su largo Cattedrale a sudest, e le chiese di Santa Teresa e San Paolo a sudovest.
Una Planimetria della Banchina Centrale del Porto di Brindisi fu elaborata a scala 1/1000 in data 1 Agosto 1882 (dettaglio riportato di seguito) in occasione dei lavori di riparazione di quel tratto di banchina e su di essa sono delimitati con precisione quei due blocchi di case delle Sciabiche piú propsicenti al mare, il piú piccolo dei quali é identificato sul piano con il nome di Corpo Piloti.


Planimetria della Banchina Centrale del Porto di Brindisi - Dettaglio dal piano del 1882

Questa porzione del piano, sopra riprodotta, include inoltre le seguenti legende: Sciabiche, Palazzo Montenegro, Consolato Britannico e Albergo Indie Orientali. Quella serie di numeri sul mare, sono i valori degli scandagli: 8,23 – 8,22 – 8,51 – 8,57 – 8,42 – 8,76.
Nel 1883 vide la luce il piano regolatore della cittá di Brindisi e per le Sciabiche fu un segnale d´inizio, o quanto meno premonitore, del processo demolitore, anche se in realtá solamente si previde demolire il piccolo blocco fabricato del Corpo Piloti antistante a Palazzo Montenegro, parti del blocco fabbricato grande prospicente al mare ed ancora un altro pezzo di fabbricato.


Piano regolatore della Cittá di Brindisi - 1883 - Dettaglio con le demolizioni in rosso

D´accordo a quanto riporta Alberto Del Sordo nel suo libro “Toponomastica Brindisina”, fino a tutto l´800 i due toponimi principali del rione furono strada Sciabiche, che era il lungomare, e via Forno Sciabiche, che era quella parallela alla prima e che internamente si allungava tra largo Monticelli ad est e largo Sdrigoli a ovest. Poi c´erano via Pompeo Azzolino e vico Capozziello, le due stradette senza uscita e parallele a via Montenegro, e poi vico Sciabiche I, vico Sciabiche II, vico Sciabiche III, vico Sciabiche IV.
Una delibera comunale del 1900 cambió i nomi delle due strade principali, sostituendoli con: via Lenio Flacco quella del lungomare, e via Sciabiche quella parallela interna. Anche i vari vico Sciabiche I-II-III-IV, cambiarono nome passando a chiamarsi vico Cannavese, vico Candilera, vico De‘ Mezzacapo, ed poi altri nomi ancora. Oggi, la denominazione Sciabiche é toponomasticamente attribuita unicamente a quello che era stato largo Sdrigoli.
Anche se non é dato conoscere la data e le circostanze precise in cui i primi fabbricati delle Sciabiche furono demoliti, certo é che entro la fine dell´800 in quel settore il piano regolatore del 1883 era giá stato parzialmente attuato, con la completa eliminazione del fabbricato piccolo antistante a palazzo Montenegro e con una parziale demolizione del blocco piú grande, una demolizione quest´ultima meno estesa di quanto indicato dal piano regolatore e che comunque aveva permesso di allineare la facciata est del blocco con la via Montenegro.
Probabilmente quelle prime demolizioni coincisero con la creazione della piazza Baccarini, con al centro la fontana detta dei delfini successivamente trasferita ai Giardinetti, circoscritta dal palazzo Montenegro quindi dalla banchina e, sul lato ovest, da quel grande blocco edificato prospicente al mare. “La piazza fu intitolata all´ex ministro dei lavori pubblici Alfredo Baccarini, morto nel 1890, in riconoscimento al suo apprezzabile e concreto interessamento ai problemi dei trasporti della cittá.” [Parliamo di Brindisi con le cartoline - G. Candilera, 1985].

Continua nella seconda parte

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