LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
14 MAGGIO 1909
QUANDO REVEL ENTRO IN PORTO
AL TIMONE DI UNA CORAZZATA
Lalto ufficiale, con una ardita manovra,
riuscì a dimostrare le notevoli potenzialità
mercantili e militari del porto di Brindisi, sfatando
una infelice leggenda
Erano trascorsi meno
di due anni dall'ultimo piano regolatore e l'avvio delle
opere di sistemazione del porto di Brindisi, ma ancora
non si riuscivano a superare le ataviche diffidenze
sulle reali capacità del nostro scalo naturale.
Fu necessaria una energica azione dimostrativa, messa
in atto dall'allora Capitano di Vascello Paolo Thaon
di Revel, al comando della la modernissima corazzata
Vittorio Emanuele, per riuscire a placare le polemiche
tra le autorità marinare italiane e la compagnia
di navigazione della Valigia Australiana, "la
quale asseriva che il porto interno di Brindisi, per
l'insufficienza dei suoi fondali, non fosse adatto a
ricevere piroscafi di vasta mole che dovevano servire
la linea" (Vittorio Amedeo Caravaglios, 1940).
Ma tale "dimostrazione praticissima, che parve
a non pochi temeraria" servì principalmente
ad avvalorare le notevoli potenzialità militari
del nostro porto, come strategica e sicura base navale
del basso Adriatico.
Brindisi, porto interno, seno
di ponente. Nave militare e barche nei primi anni del
'900
Alle ore undici di
quel fatidico venerdì 14 maggio 1909, per la
prima volta "una nave da battaglia del tonnellaggio
di circa tredicimila tonnellate, dalla pescagione di
metri 8,40 e della lunghezza di 133 metri"
attraversa il Canale Pigonati, entra nel seno di levante
"prendendo due boe di prua ed una di poppa",
e con una brillante manovra "che provò la
singolare perizia del comandante" riesce ad ormeggiare
alla banchina davanti alla Capitaneria e la Dogana,
senza l'ausilio dei rimorchiatori e senza stendere una
cima.
Sarà lo stesso ideatore della magnifica ed ardita
operazione, poi riconosciuto come il Grande Ammiraglio
della Real Marina italiana, a raccontare nella sua lettera
del 18 maggio, compiaciuto, le festose manifestazioni
della popolazione e l'entusiasmo delle autorità
locali. Infatti, il Consiglio Comunale venne in seguito
riunito in seduta straordinaria per votare un indirizzo
di plauso al Comandante della prima corazzata italiana
che era riuscita ad entrare nel porto di Brindisi. Il
biografo Enzo Ferrante ricorda inoltre come il coraggioso
ufficiale "sempre schernendosi, secondo il suo
carattere, scriverà: << il n'y a eu rien
de special en entrant dans le port, si ce n'est qu'aucun
navire de ma grandeur n'avait osè le faire >>"
(non c'era niente di speciale che entrava nel porto,
tranne che nessuna nave della mia taglia osava farlo).
L'ammiraglio Paolo Thaon di Revel
Le cronache di quel
giorno raccontano dell'immensa folla che gremiva le
banchina, non c'erano solo brindisini ma anche tanti
forestieri accorsi per ammirare lo spettacolo offerto
dalla grandiosa e bella corazzata a torri attraccata
al molo, proprio nel cuore della città: la gente
non credeva ai propri occhi, ammirava attonita ed estasiata
la presenza di questa maestosa nave da guerra a due
passi dalle abitazioni, tra loro anche i tanti scettici
che avevano scommesso sull'impossibilità dell'impresa.
La "Vittorio Emanuele", una delle quattro
veloci e sofisticate unità da battaglia della
classe "Regina Elena", ideate per i compiti
devoluti dal patto militare difensivo della Triplice
Alleanza alla Marina italiana per contrastare il dominio
navale dei probabili avversari, con veloci incursioni
contro le loro linee di traffico, era giunta a Brindisi
insieme ad altre navi della Regia Marina in occasione
dell'importante vertice tra il re d'Italia Vittorio
Emanuele III e l'imperatore di Prussia e Germania Guglielmo
II, nazione a noi coalizzata insieme all'Austria-Ungheria,
un incontro organizzato due giorni prima proprio a bordo
della moderna corazzata, per confrontarsi e curare gli
ormai precari equilibri politici tra gli imperi alleati.
I sovrani tedeschi e italiani partirono lo stesso giorno
rispettivamente per Vienna e Roma, mentre la real nave
ed il suo dinamico comandante rimasero nella rada di
Brindisi per preparare quello straordinario ingresso
nel porto interno, utile a dissipare ogni dubbio sulla
possibilità di ospitare sui moli interni non
solo il naviglio leggero e le siluranti, ma anche i
"legni di notevole tonnellaggio".
La corazzata veloce Vittorio
Emanuele
La notizia, ovviamente,
non passò inosservata, ma ebbe ripercussioni
ben più vaste soprattutto all'estero, dove venne
da subito compresa l'importanza di quanto dimostrato
da Thaon di Revel, ovvero che l'Italia aveva ritrovato
una determinante base per i traffici commerciali, ma
soprattutto come la Marina italiana avesse di colpo
acquisito un nuovo formidabile e funzionale scalo militare,
pronto per eventuali scopi bellici.
"Per festeggiare
l'entrata nel porto della nave - si legge nelle
cronache di quel giorno - l'Amministrazione comunale,
con lodevolissimo pensiero, dispose per un servizio
musicale al Corso Garibaldi. Il sindaco e la Giunta
si recarono a porgere al Comandante il saluto della
cittadinanza brindisina". Da parte sua il nobile
Paolo Thaon di Revel, il 16 maggio volle far pervenire
al sindaco della città, il comm. Federico
Balsamo, un saluto augurale accolto con gratitudine:
"La prima grande nave da battaglia Vittorio
Emanuele, ospite di questo porto, augura alle sicure
sue acque di raggiungere presto l'importanza, cui, per
ragioni di storia e di geografia, hanno diritto".
Sui giornali non mancarono però le critiche per
la condotta inaspettata del Comandante del porto cav.
Trucco, che "sino ad allora aveva saputo
conciliare gli interessi della Real Marina con quelli
del commercio" ma che nell'occasione "si
era opposto di fare attraccare alla banchina la Vittorio
Emanuele", probabilmente per evitare di spostare
l'ormeggio della Peninsulare e conseguentemente dei
piroscafi delle altre compagnie, non certamente per
timore di un incagliamento.
Panorama del porto interno di
Brindisi nel 1909
In quegli anni si
viveva in pace ma soffiavano minacciosi i primi venti
di guerra: con l'affermarsi sempre più prepotente
dell'impero austro-ungarico, l'Adriatico assunse un'importanza
primaria nella geostrategia della nazione, pertanto
si rese necessario potenziare a fini militari le basi
italiane sulla sponda occidentale del mare, da contrapporre
a quelle balcaniche di Pola e Cattaro: furono fortificati
i porti di Venezia e di Ancora e creata ex novo una
fondamentale base più a sud, nel porto di Brindisi,
viste le potenzialità logistiche che questa rada
offriva anche per le controllare con maggiore rapidità
le operazioni nel canale d'Otranto. Negli anni successivi
vennero portate avanti con tenacia e slancio le opere
di ampliamento delle servitù militari, fu disposta
una nuova sede del Comando Marina nel Castello Svevo,
sino ad allora adibito a bagno penale, e furono costruite
le Batterie difensive di Capo Bianco, di Fiume Grande,
sull'Isola di Sant'Andrea e di Forte a Mare, mentre,
a spese dell'esercito, le Batterie con le artiglierie
pesanti a Punta Cavallo e nei pressi del faro di Punta
Penna. Altri interventi riguardarono lo scavo e il drenaggio
dei seni di ponente e di levante, così da permettere
l'attracco di navi di grande stazza, oltre all'istituzione
di una importante stazione per gli idrovolanti.
L'ammiraglio Paolo Thaon di Revel
Il Duca del mare Thaon
di Revel, allo stato civile Paolo Camillo Margherita
Giuseppe Maria, nobile dei marchesi Thaon di Revel,
dei conti di Sant'Andrea, dei signori di Castelnuovo
e dei conti di Pralungo, al termine del primo conflitto
mondiale volle conferire alla città di Brindisi
la Croce al merito di guerra, per la "magnifica
prova di coraggio e di fede" e per l'efficace contributo
"al raggiungimento della vittoria finale".
Il simbolo della croce fu poi aggiunto allo stemma della
città.
Nel 1919 la città aveva dedicato al Grande Ammiraglio
"la larga via lungo la banchina del porto di ponente
dal punto in cui s'inizia la zona militare" e nel
maggio del 1924 gli fu anche conferita la cittadinanza
onoraria.
Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.199 del 14/05/2021
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Bibliografia:
- Vittorio Amedeo Caravaglios,
Il porto di Brindisi, 1942
- Ezio Ferrante, Il grande
ammiraglio Paolo Thaon di Revel in Rivista
Marittima, 2017
- Giacomo Carito, Brindisi
nel primo quindicennio del ventesimo secolo
in La Puglia, il Salento, Brindisi e la Grande
Guerra, atti dell'XI Convegno Nazionale
di Studi e Ricerca Storica, Brindisi 2014-2018,
2020
- Giuseppe Teodoro Andriani,
Breve storia del porto di Brindisi in
La Base navale di Brindisi durante la Grande
Guerra (1915-1918), 1993
- Maurizio Politi, La Marina
a Brindisi in Notiziario della Marina,
giugno 2010
- La Città di Brindisi
del 15 maggio 1909
- Alberto Bottini. L'ammiraglio
Paolo Thaon di Revel e la Grande Guerra
in Marinai dItalia, 1922
- Ciro Paoletti. Thaon di
Revel e la Grande Guerra in Marinai dItalia,
ottobre-novembre 2016
- Ciro Paoletti. I lavori
portuali durante la Grande Guerra in
Marinai dItalia, marzo 2016
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