La Chiesa di Santa
Lucia, o della S.S. Trinità, è
stata eretta nell'XI secolo a forma romanica.
La chiesa superiore ha una facciata monocuspidata
interrotta dalla lunetta che sormonta il portale. L'interno
è stato ampiamente modificato nel XVI secolo
con l'aggiunta di altari laterali di stile barocco e
la realizzazione degli archi bassi alla borgognona che
dividono l'aula in tre navate.
Nel XIII secolo alla
chiesa era annesso il monastero femminile delle
penitenti (riferimenti in un antico documento
del 1248) dette anche "monache bianche" dal
colore del loro abito. Il monastero di clausura, prima
di essere abbandonato dalle monache nel corso del XV
secolo, ha svolto anche iniziative a favore di donne
perse nel mondo della prostituzione.
Lungo la parete esterna
sinistra della chiesa, su via Lata, sono evidenti alcuni
resti romanici della chiesa, ovvero le mensole
sorrette dalla rappresentazione della Chimera
(mostro mitologico con il corpo di animali diversi,
così descritta da Omero nell'Iliade: "Era
il mostro di origine divina, lion la testa, il petto
capra, e drago la coda; e dalla bocca orrende vampe
vomitava di foco"), e le arcate delle
finestre che danno luce alla chiesa inferiore.
Con i restauri degli
anni '40 furono eliminati gli altari borocchi e vennero
messi alla luce gli affreschi della chiesa superiore
e della cripta, fu anche rifatta la copertura e modificata
la scalinata d'ingresso.
Molto interessanti
gli affreschi del XIII e XIV secolo che ricordano
la funzione monastica della chiesa, con evidente evidente
riferimento all’ordine domenicano (come le vicende
di vita di san Pietro da Verona,
martire dell’ordine domenicano, canonizzato nel
1253, noto anche per essersi preso cura della direzione
spirituale delle monache), e i dipinti, come il "Martirio
di Santa Lucia", del pittore brindisino
Giovanni Scatigno (1770) e il polittico cinquecentesco
della "Madonna del Dolce Canto",
che insieme al coevo Crocifisso ligneo,
completamente ridipinto, entrembi provenienti dalla
demolita chiesa di S.Maria del Ponte (scheda
sul restauro).
Un ciclo di nuovi restauri
furono voluti e programmati dal parroco don Damiano
Dadorante a partire dagli anni '80, con un primo intervento
sul campanile a vela, e completati nel 1997: una serie
di interventi che vide tra l'altro anche la ridifinizione
del presbiterio, con la messa in luce del tabernacolo
della seconda metà XIII sec, opera attribuita
a marmorari napoletani, occultato per anni alle spalle
dell'altare maggiore. Inoltre furono spostate sulle
pareti degli archi le due arme araldiche dell’arcivescovo
Giuseppe de Rossi, una recante la data del 1769 riferita
all’anno della risistemazione e ristrutturazione
degli altari, che erano sull’altare maggiore.
Un importante intervento fu eseguito nel 1992 nella
chiesa inferiore, con la realizzazione di un sottofondo
ventilato e l'apertura di una trincea sul lato esterno
a sud della chiesa, che ha messo in luce la struttura
muraria originale.
Tuttu questi interventi hanno riportato la chiesa alla
sua configurazione originale.
Fotogallery
della chiesa superiore - clicca per ingrandire
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Chiesa di S.Lucia. Facciata
Chiesa di S.Lucia. Facciata. Lunetta sul portale
Chiesa di S.Lucia. Esterno, lato sud. Muratura
originale della chiesa inferiore
Chiesa di S.Lucia. Esterno, lato sud. Particolare
della rappresentazione della Chimera (resti
romanici)
Chiesa di S.Lucia. Interno
Chiesa di S.Lucia. Polittico della Madonna
del Dolce Canto
Chiesa di S.Lucia. Giovanni Scatigno (1770),
Martirio di santa Lucia
Crocifisso ligneo del tardo cinquecento
All'interno della chiesa sono conservate
interessanti statue in cartapesta e
lignee, tra queste il san Francesco da Paola(seconda metà del XIX
secolo, in legno per le parti anatomiche e cartone incollato
per il resto), san Antonio da Padova(fine XIX sec.), santa
Rita da Cascia, Sacro Cuore di Gesù(entrambi databili prima metà
del XX sec.), santa Lucia e Angelo e
Madonna Immacolata di Fatima(sculture
lignee policrome della seconda metà del XX sec.).
Artisticamente interessante
la cripta del XIII secolo, divisa in tre piccole
navate dalle quattro colonne in marmo
bianco e colorato, che provengono dal reimpiego di materiali
di altri edifici di epoca romana, con capitelli
in pietra bianca calcarea finemente scolpiti e decorati
con motivi vegetali e da tralci che partono da maschere
sputaracemi di pròtomi umani e fantastici.
Fotogallery della
chiesa inferiore (Cripta) - clicca per ingrandire
Vista
da sud
Nicchie con affreschi
Vista dal est
Colonna in marmo
Capitello
decorato
Gli affreschi presenti sulle pareti sono risalenti
al XIII secolo, tra questi assumono particolare importanza
quelli di "San Nicola", della
"Maddalena Mirrifora" (simbolo
delle penitenti) e della "Vergine Kyriotissa"
(o "Madonna in Trono con Bambino").
Giacomo Carito. La
chiesa della Santissima Trinità in
Brindisi in La chiesa della Santissima
Trinità Santa Lucia. 2000
Maria Guglielmi Protopapa.
La decorazione pittorica della cripta
e della chiesa superiore della Santissima
Trinità - santa Lucia in Brindisi
in La chiesa della Santissima Trinità
Santa Lucia. 2000
Massimo Guastella. Due
dipinti della chiesa della Santissima Trinità
a Brindisi in La chiesa della Santissima
Trinità Santa Lucia. 2000
Salvatore P. Polito. Note
sulla cartapesta a proposito della statuaria
della Santissima Trinità in
La chiesa della Santissima Trinità
Santa Lucia. 2000
Soroptimist International
Club di Brindisi. Cripta della chiesa
della SS. Trinità - S. Lucia.
2001
Massimo Guastella, Virgo
Beatissima: Interpretazione mariane a Brindisi.1990
Rosario
Jurlaro. Storia e cultura dei monumenti
brindisini. 1978