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LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA

L'ARCA DI SAN TEODORO

Nel Museo Diocesano "Giovanni Tarantini" presso la chiesa di Santa Teresa in Brindisi è esposta l'Arca d'argento di san Teodoro d'Amasea, risalente al secolo XIII, opera realizzata da ignoti argentieri meridionali.
In età federiciana, forse il 27 aprile del 1210 come vuole la tradizione o più probabilemente il 1225 in occasione delle nozze di Federico II con Isabella di Brienne, regina di Gerusalemme, le reliquie di san Teodoro d'Amasea furono traslate in Brindisi dalla città anatolica di Euchaita.


Museo Diocesano. Sciamito e Arca di san Teodoro d'Amasea

Le spoglie, giunte avvolte in uno sciamito (telo in seta rosso dorata - Spagna, sec. XIII), troveranno collocazione in un'arca le cui quattro facce verticali sono completamente rivestite di lastre d'argento; la frontale e la laterale sinistra figurate con rilievi a sbalzo. Nella parte superiore è chiusa con due grate, una semplice, di ferro, l'altra, d'argento, cesellata.

Le varie lastre d'argento, realizzate, ad eccezione della Vergine col Bambino sulla testata sinistra della cassa e del San Giorgio a cavallo che uccide il drago sul lato frontale, nella prima metà del XIII secolo furono adattate alla cassa attuale di cipresso, realizzata, verosimilmente, nel XVI secolo.

Sul lato frontale sono, da sinistra verso destra, le immagini affiancate dei due santi vescovi Leucio e Pelino, benedicenti alla greca, con pallio, mitra e pastorale; episodi salienti della vita di san Teodoro e traslazione delle sue reliquie in Brindisi; condanna di san Teodoro.
Sulla testata sinistra è riproposta la passio di san Teodoro.

La circostanza che, nell'ultima lastra del lato frontale, il sovrano che giudica il santo si presenti per due volte sfigurato e in una privato del volto, indurrebbe a pensare a rappresentazioni di Federico II rese irriconoscibili in età angioina.
(Ulteriori informazioni sono presenti nel documento Il culto di San Giorgio a Brindisi)

Lo sciamito (particolare a lato) operato a due trame avrebbe avvolto i resti di san Teodoro all'atto della loro traslazione da Eucaita a Brindisi il 1225. Il tessuto di seta dal fondo dorato è ornato di medaglioni polilobati, disposti in serie ordinate in orizzontale e verticale.
Un fregio continuo ad archetti, con piccoli fiori rivolti all'interno, costituisce la cornice del medaglione e racchiude due grifi rampanti, addossati nei corpi e contrapposti nelle teste, caratterizzati da anatomia poco marcata, grande occhio, becco adunco, accenno di barba, orecchie equine, zampe e parte posteriore del corpo leonine, ali stilizzate.
Ciascun medaglione è circondato da rosette composte da sedici fiori rossi a otto petali mentre motivi a intreccio costituiti da un quadrilobo e da quattro piccoli cerchi riempiono gli interspazi tra i medaglioni.
La seta è lavorata in armatura di sciamito.

Testo del Prof. Giacomo Carito

Documenti correlati (dal sito del Centro Studi per la Storia dell'Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni)
» F.Ciollaro - A. La Palma. La Cassa venuta dall'oriente. Arca d’argento di san Teodoro d’Amasea - Lettura dell'opera e tracce didattiche"
» Scheda di approfondimento sullo sciamito
» Il Museo Diocesano "Giovanni Tarantini"
» Biografia di San Teodoro
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