STORIE DI ARCHEOLOGIA
PARCO
ARCHEOLOGICO DI SAN PIETRO DEGLI SCHIAVONI
1^ parte
Il
Quartiere e la scoperta
Nel pieno centro storico della città è
situato l’antico quartiere di San Pietro degli
Schiavoni, così denominato per la presenza di
una chiesa dedicata al Santo frequentata dagli abitanti
di origine slava e albanese (“Schiavoni”)
qui residenti dalla seconda metà del XV secolo.
Della chiesa non rimangono tracce,
alcuni antichi documenti individuano l’apertura
al culto nel XIII secolo, ma non vi si è riusciti
ad individuarne la precisa collocazione nell’area.
Erano tipici del rione il dedalo di
viuzze, vicoli e piazzette irregolari, le case con "tetto
a cannizzo", ovvero con copertura a doppio spiovente
realizzata da travi in legno e canne. Una “isola
di miseria cittadina” [1],
con case fatiscenti che nei primi anni ’60 “ospitava
luna-park, circhi equestri e teatrini di legno per marionette”
[1].
Con l’abbattimento di alcune di queste abitazioni,
al fine di realizzare il nuovo Palazzo di Giustizia
(1962), che aveva allora sede nel vicino palazzo Granafei-Nervegna,
vennero alla luce alcuni ritrovamenti archeologici della
Brindisi Romanica, del quale rimangono solo
documentazioni fotografiche dei muri di mattoni e in
pietra e malta distrutti dalle ruspe nel 1965, durante
uno sbancamento di un metro e mezzo della zona.
Questi reperti furono depositati nelle discariche di
Fiume Grande e di Mater Domini.
Nel 1966 vennero asportati dall’area
quasi duemila metri cubi di terreno per “isolare
le strutture murarie superstiti ed interrate, ed al
discoprimento dei pavimenti delle case e del selciato
di una via” [1],
portando così alla luce un’interessantissima
insula della Brindisi romana, cancellata dopo il terremoto
del 3 dicembre 1456.
L’anno successivo il Comune di Brindisi delibera
la costruzione di un teatro-cinema dalla struttura in
acciaio e dalla capienza di 1700 posti. Il progetto
dell’architetto romano Enrico Nespega prevedeva
che la costruzione fosse “sospesa” sugli
scavi archeologici, che sarebbero stati meglio conservati
ed esposti, “senza ostacoli dovuti agli elementi
portanti dell'edificio da costruire, alla vista dei
cittadini e dei turisti”.
Durante i lavori di scavo emersero nuovi reperti di
epoca romana di notevole pregio e di enorme interesse
storico che portarono alla sospensione della costruzione
del teatro (21 aprile 1969), per l’intervento
di Italia Nostra e della Soprintendenza Archeologica
della Puglia: era necessario un piano che prevedeva
la conservazione dei reperti archeologici, e la possibilità
di ampliare la superficie delle ricerche per portare
alla luce altre testimonianze di epoca romana o medievale.
I lavori ripresero l’anno successivo con un nuovo
progetto per la tutela dell’area archeologica.
L'Area Archeologica - clicca
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» continua
nella 2da parte: CARATTERISTICHE DELL'AREA ARCHEOLOGICA
Immagini nel testo (dall'alto):
- L'area archeologica nel 1965 (fototeca Briamo)
- Disegno dell'area archeologica (Comune di Brindisi)
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