STORIE DI ARCHEOLOGIA
AREA
ARCHEOLOGICA DI VIA CASIMIRO-VIA DE' MUSCETTOLA
Una importante
testimonianza di epoca romana, molto poco valorizzata
e ancor meno conosciuta, è l’area
archeologica di via Casimiro angolo via dé
Muscettola, contraddistinta dal rocchio scanalato
di una colonna in pietra posta al centro della
cavea.
Area archeologica di
epoca romana (via Casimiro) vista da ovest.
Qui nel 1957,
durante la costruzione dell’edificio dell’Istituto
Autonomo Case Popolari, vennero alla luce i
resti di un edificio pubblico risalente ad epoca
imperiale (prima metà del II sec. d.C.)
e i pavimenti di nuclei abitativi di epoca repubblicana
(I-II sec. a.C.).
Lo scavo archeologico si protrasse sino al 1959
e fu condotto, purtroppo, senza un criterio
stratigrafico, 'seguendo i muri' e distruggendo
i livelli di età medievale [1].
Si salvarono solo alcuni reperti oggi conservati
presso il Museo Prov.le, ovvero il sarcofago
“vetero-cristiano” in pietra locale
di tipo palestinese, con croci in rilievo a
braccia uguali ed il lastrone di copertura spezzato,
con lati inclinati all'interno che gli conferiscono
l'aspetto di un tronco di piramide quadrilatera
(foto)
e la lastra votiva con rappresentazione del
volatile che becca il ramo di un vegetale,
riferibili al tardo VII secolo e pertinenti
probabilmente alla chiesa di San Pelino [2].
Nel terreno di riporto dello scavo furono
rinvenuti numerosi frammenti d'intonaco
(probabilmente di pareti decorate), di
anfore e lucerne, frammenti marmorei [3]
ed una testa in marmo di età antonina
(98 – 180 d.C. -
foto a lato [4]) attribuita ad
Antinoo (il giovane greco dalla singolare
bellezza proveniente della Bitinia, odierna
Turchia, amato dall'imperatore Adriano),
oggi custodita nel deposito del Museo
Nazionale di Taranto.
Il tutto
fu lasciato a vista con una sostanziale
modifica del progetto di costruzione del
fabbricato moderno e del piano stradale.
Infatti l’intervento di “archeologia
urbana” operata nel 1962 portò
alla realizzazione di parziali coperture
dell’area archeologica con un porticato
alla base del nuovo palazzo dell’IACP
e un “cavalcavia” su via Casimiro
[1].
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Area archeologica di
via Casimiro vista da est. A sx il "cavalcavia"
L’area
è visibile affacciandosi dalla ringhiera
perimetrale posta sia da via Casimiro che da
via dé Muscettola. Da qui si possono
notare i resti marmorei attribuiti ad un porticato
appartenuto ad un edificio monumentale, sistemati
su basamenti in cemento (foto).
Si possono scorgere, ponendo particolare attenzione,
i due livelli pavimentali in opus signinum
delle due differenti epoche cronologiche: quelli
a -1,60m (età imperiale) sono costituiti
da “semplice battuto di cocciopesto”,
in buona parte deteriorati per l’esposizione
agli agenti atmosferici e per la crescita di
vegetazione spontanea.
Differenti
i pavimenti di epoca repubblicana (III sec.
a.C.) posti ad un livello inferiore e in parte
coperti dal cavalcavia, probabilmente appartenuti
ad abitazioni di età tardo repubblicana
distrutti in epoca traianea per far posto all’edificio
monumentale, verosimilmente durante la riorganizzazione
urbanistica della città.
I pavimenti visibili sul lato a ovest (cancelletto
d'ingresso - foto)
consistono in coccio pesto decorato da scaglie
(scutulae) bianche a forma irregolare
e da scaglie colorate, disposte su file regolari.
Sono riquadrati da una soletta in cemento che
ne rettifica i limiti [1].
Della stessa
epoca l'interessante pavimento situato ad est,
in buona parte coperto dal cavalcavia, decorato
da “tessere bianche intorno ad una tessera
nera" [1]
e nella parte centrale si evidenzia "l'elegante
emblema a decorazione policroma (dim. 120 x
120 cm) riquadrato da una cornice disegnata
mediante due file di tessere nere, disposte
in diagonale, tra le quali corre un motivo a
tessere nere, purtroppo illegibile
(foto).
[…] Disposte su quattro file ed inserite
ad intervalli regolari si trovano 16 gusci di
conchiglie spiraliformi”
[1] riempite da pasta vitrea colorata.
Il motivo decorativo del riquadro centrale,
raffinato e prezioso, lascia ipotizzare la pertinenza
al triclinio [1]
(locale in cui veniva servito il pranzo) della
domus romana.
Area archeologica di
via Casimiro. Il pavimento musivo della domus
(ritenuto di perinenza al triclinio)
Alla destra di questo
pavimento, a chiudere l'area archeologica ad oriente,
"è visibile una muratura costituita da grossi
blocchi di tufo bene squadrati [...] che fanno da base
ad un grosso muro del tipo listato (dim. 695 x 130 cm),
entro quest'ultimo è ricavata una apertura successivamente
chiusa" [3] (foto).
Una targa del Comune
di Brindisi indica l'intitolazione della cavea all'ing.
Giovanni Roma, direttore tecnico IACP, riportando in
basso la dicitura generica "resti archeologici
di età romana".
Purtroppo l’assenza di pannelli informativi ed
indicativi, la presenza di vegetazione infestante e
di rifiuti all'interno della cavea contribuiscono al
degrado dell’area archeologica già particolarmente
trascurata, che invece andrebbe tutelata e valorizzata
come bene culturale conosciuto da tutta la comunità
locale e non solo dagli addetti ai lavori.
Giovanni Membola
Senzacolonne del 12/3/2013
Aggiornamento del'8/09/2023
- Comunicato pubblicato sul sito ufficiale del Comune
di Brindisi
Il progetto, portato
avanti dal settore PES e Manutenzione Beni Monumentali,
guidati oggi dagli Assessori Ernestina Sicilia e Gianluca
Quarta è stato donato allAmministrazione
Comunale dallAssociazione Brindisi e le Antiche
Strade.
Nel particolare si è intervenuti per la Riqualificazione
di siti storici: Aree archeologiche di Via Casimiro
e della Casa del Turista, finanziato nellambito
del PSR 2014 2020 dal GAL Alto Salento Srl allinterno
dellAzione 1 Interventi per la tutela e
riqualificazione paesaggistica delle aree rurali e costiere,
intervento 1.1 Interventi di riqualificazione
paesaggistica di proprietà pubblica, il tutto
avviato durante la precedente amministrazione comunale.
Per larea archeologica di Via Casimiro sono state
realizzate opere di straordinaria manutenzione. Nel
1957, durante la costruzione dellIstituto Autonomo
Case Popolari, vennero alla luce i resti di epoca repubblicana
di un edificio pubblico (prima metà del II sec.
d.C.) ed i pavimenti di edifici abitativi (II
I sec. a.C.). Con il progetto sono stati eseguiti una
pulitura accurata della zona archeologica, nonché
lilluminazione dellarea, con risalto degli
elementi maggiormente significativi.
Presso la zona archeologica della Casa del Turista,
su Lungomare Regina Margherita, è stata invece
realizzata una passerella lignea per labbattimento
delle barriere architettoniche, passerella che consente
una buona fruibilità di tutta larea. Attraverso
i primi saggi di scavo condotti nel 1999 sono state
individuate sequenze stratigrafiche a partire dalletà
romana, in buona parte compromesse da interventi e stratificazioni
che giungono sino alletà moderna. Al di
sotto dei livelli di fondazione è venuta alla
luce una struttura muraria composta da blocchi in carparo
coevi ed identificabili con lattigua chiesa di
San Giovanni dei Greci (XIV sec.), dove veniva ufficiato
il rito greco, di cui restano alcune tracce nellattiguo
Palazzo Cocotò. Le successive campagne di scavo,
condotte nella zona del giardino retrostante la Casa
Del Turista dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici,
hanno restituito importanti tracce di epoca medioevale
ed ancor prima del periodo romano tra il II III
secolo d.C. e XIII XIV secolo d C. Al primo periodo
si fa risalire il sepolcreto riportato alla luce, composto
da circa quaranta deposizioni in fossa terragna e in
tomba a cassa rettangolare.
Un particolare ringraziamento a tutto il settore P.E.S.,
allArch. Maurizio Marinazzo Responsabile del procedimento
e Arch. Mina Piazzo, che ne ha curato anche la direzione
lavori.
Fotogallery
- clicca per ingrandire |
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Didascalie delle foto
- Area archeologica di via Casimiro.
Stratigrafia dello scavo (disegno di
Eugenio Rubini)
- Resti marmorei attribuiti ad un porticato
appartenuto ad un edificio monumentale
- Resti marmorei attribuiti ad un porticato
appartenuto ad un edificio monumentale
- Resti marmorei attribuiti ad un porticato
appartenuto ad un edificio monumentale
- Resti marmorei, particolare
- Resti marmorei, particolare di un
capitello
- Rocchio scanalato di una colonna in
pietra posta al centro della cavea
- Sarcofago vetero-cristiano in pietra
locale con croci in rilievo (Museo Prov.le)
- Pavimento di età repubblicana
in coccio pesto decorato da scaglie
- Pavimento di età repubblicana
in coccio pesto decorato da scaglie
(particolare)
- Pavimento
musivo della domus. Particolare delle
tessere e del motivo decorativo con,
all'interno della cornice, i gusci delle
conchiglie
- Pavimento musivo
della domus. Particolare della
zona non coperta dal cavalcavia particolarmente
degradata dalla vegetazione spontanea
e rifiuti
- Pavimento musivo
della domus. Particolare delle
tessere e del guscio di conchiglia
- Muratura costituita da grossi blocchi
di tufo che fanno da base ad un grosso
muro del tipo listato (particolare)
- Muratura costituita da grossi blocchi
di tufo che fanno da base ad un grosso
muro del tipo listato
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Bibliografia
- M.T.
Giannotta, G. Quarta. A. Cocchiaro,
I pavimenti romani dell'area archeologica
di via Casimiro a Brindisi: primi risultati
di uno studio interdisciplinare,
in “I Mosaici - Cultura, Tecnologia,
Conservazione”, XVIII°
Convegno internazionale Scienza e Beni
Culturali- Bressanone 2-5 luglio 2002,
Marghera, 2002, pp.833-842
- Giacomo
Carito. Brindisi nuova guida.
1993
- Benita
Sciarra. Ritrovamenti archeologici
dal 1961 al 1964 in Brindisi. In
Studi Salentini, 1963
- Assunta Cocchiaro. Brindisi Romana.
L'area archeologica di San Pietro degli
Schiavoni. 2001
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