LE
STORIE DELLA NOSTRA STORIA
IL
TURISMO NELLA BRINDISI ROMANA
I secoli di
dominazione romana hanno rappresentato i momenti più floridi
dell’economia e dell’urbanizzazione dell’intero passato brindisino.
Vitantonio Sirago,
già docente di storia romana in alcune università europee ed italiane,
ha dedicato diversi studi alla Brindisi romana, le sue pubblicazioni
hanno sempre evidenziato l’importanza della città posta al centro di
una serie di importanti percorsi stradali e marittimi. Tutto ciò lascia
immaginare quanto sia stato animato il porto e l’abitato durante quei
sette secoli di storia, non solo dal traffico commerciale e militare,
ma anche da un gran numero di viaggiatori che qui facevano tappa prima
di attraversare l’Adriatico.
Commercianti, proprietari terrieri, gente d’affari, militari e politici
accompagnati da un vasto seguito giungevano e sostavano a Brindisi in
attesa dell’imbarco, come pure un buon numero di turisti dell’epoca,
fondamentalmente ricchi e colti esponenti della società romana: era
abituale “la moda” di recarsi in Grecia o in Asia Minore a scopo
turistico, alcuni importanti testi della produzione letteraria antica
indicano le città di Corinto, Tebe, Sparta, Atene, Delfi, Rodi, Efeso
tra le mete preferite.
Dal porto
brindisino partivano anche giovani dell'aristocrazia romana per recarsi
ad Atene e frequentare lezioni di illustri maestri per approfondire le
conoscenze filosofiche e retoriche; terra di passaggio anche di
numerosi studiosi ed intellettuali dell’epoca: Cicerone
“da Brindisi spesso partì per la Grecia e per l’Oriente, per ragioni di
studio, o nell’esercizio della cosa pubblica” (A. Stano-Stampacchia);
il filosofo nell’aprile del 58 a.C. soggiornò per 13 giorni nella casa
del brindisino Lenio Flacco. Il grande
poeta Publio Virgilio Marone qui morì nel
settembre del 19 a.C. di ritorno dal suo lungo viaggio attraverso la
Grecia e l'Asia allo scopo di arricchire la propria cultura.
Publio
Virgilio Marone e l'epigrafe sul muro che indica il luogo dove
soggiornò e morì il poeta latino
Brindisi fu
anche luogo d’incontro per importanti missioni politiche, militari e
diplomatiche. Orazio Flacco nel 37 a.C.
giunse insieme a Mecenate, Cocceo, Eliodoro, Vario, Virgilio e con un
numeroso codazzo di servitori e di carri trainati da animali, allo
scopo di stipulare nella nostra città l'effimera intesa di
pacificazione tra Ottaviano e Antonio. Il lungo e faticoso viaggio da
Roma a Brindisi sulla via Appia fu successivamente raccontato dallo
stesso poeta latino nella famosa satira Iter Brundisinum.
“Il traffico
terrestre e marittimo vede impegnare un largo strato della popolazione
brindisina: osti e albergatori, artigiani, trasportatori marittimi e
terrestri, commercianti, grossisti e negozianti al minuto, per
soddisfare alla richieste molteplici dei viaggiatori”, descrive così il
prof. Sirago il considerevole movimento di genti e la risposta
ricettiva di quegli anni nella civitas “ricca di
abitanti, fervida di attività […] con iniziative commerciali e
lucrative, attività artigianali o addirittura a carattere industriale”.
Complesso
termale di epoca romana (area archeologica di San Pietro degli
Schiavoni)
Per
intrattenere i viaggiatori in transito venivano organizzate una serie
di eventi, con giochi, spettacoli ed altri generi di attrazioni e
divertimenti anche “per alleggerirli d’un po’ di monete d’oro e
d’argento dei cui sacchi erano carichi i loro schiavi”.
Non mancavano i complessi termali e le famose tabernae
dove era possibile trascorrere il tempo consumando un pasto e del vino
anche in compagnia di donne compiacenti, mentre per chi voleva
alimentare la cultura, la città offriva libri rari ed antichi in
vendita lungo i recinti del porto. Lo scrittore e giurista romano Aulo
Gellio, di ritorno dal suo viaggio di studio ad Atene
(II sec. d.C.), racconta dell’acquisto da un libraio di Brindisi di
alcuni interessanti testi in lingua greca a poco prezzo, probabilmente
esposti al mercato da troppo tempo poiché “apparivano sporchi, in
cattive condizioni e di brutto aspetto”.
Del
considerevole passaggio di naviganti dalla città ci resta inoltre
l’epigrafe dettata da un mercante del I secolo, ritrovata da Giovanni
Tarantini e conservata nel Museo Provinciale, un’iscrizione dal
profondo senso religioso sull’importanza della fede per superare ogni
difficoltà. Il testo si chiude con “Passante, ti auguro di
vivere a lungo e in buona salute, e che non ti manchi mai il
necessario, visto che hai voluto fermarti davanti a questa pietra e
l'hai ritenuta meritevole di essere letta fino in fondo”. Testo di Giovanni Membola
Il
testo è stato pubblicato sul mensile Tutto Brindisi
n. 41 (maggio 2012).
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