ARCHEOLOGIA
LA
PRODUZIONE DELLE ANFORE NELLE FORNACI DI APANI e GIANCOLA
IN ETA' ROMANA
Brindisi, colonia
latina e centro più rilevante per la produzione
di anfore olearie e vinarie dell’intera Puglia
romana.
La presenza di fornaci e le notevoli
quantità di materiale anforario testimoniano
l’importanza del sito nella produzione di contenitori
destinati al trasporto di vino ed olio già dal
II sec. a.C., diffusi per le rotte commerciali di tutto
il bacino del Mediterraneo.
L’ubicazione degli impianti di produzione ceramica
era determinata dalla vicinanza a corsi d’acqua,
approdi e vie di comunicazione e alla disponibilità
in loco di argille. A queste caratteristiche
rispondevano tutti i siti produttivi rinvenuti nel territorio
brindisino, particolarmente attivi nell’età
romana.
Ricostruzione della fornace
di Apani (disegno di Eugenio Rubini) da
[1]
Uno dei maggiori
e più antichi centri di produzione di anfore
fu individuato a pochi km a nord di Brindisi, in località
Apani, proprio a ridosso dall’omonimo
canale e a breve distanza sia dalla linea di costa che
dall’odierna S.S. 379, corrispondente approssimativamente
all’antico ed importante asse viario della Minucia-Traiana.
Segnalati già nel 1870 da Giovanni Tarantini
(nota
biografica) i due impianti produttivi a forma
circolare situati a poca distanza uno dall’altro
furono rinvenuti da Benita Sciarra
negli anni ’60: la fornace di dimensioni maggiori
si presentava con un accesso e un lungo corridoio che
portava alla camera di combustione. Tutt’oggi
la zona è ricca di cocci ed anse risalenti ad
oltre 20 secoli fa.
Anfore olearie di produzione
brindisina da
[6]
Poco più a
sud l’interessante sito archeologico di Giancola,
ubicato sul versante est del canale all’epoca
navigabile (dove fu ricavato un comodo approdo) compreso
tra l’antica Via Traiana ed il litorale.
L’impianto artigianale di produzione fu segnalato
dallo studioso Raffaele Cucci (nota
biografica) ma solo venti anni dopo furono
avviate le campagne di scavo condotte dall’Università
di Siena (prof. Daniele Manacorda)
in collaborazione con il Museo Provinciale e dalla Soprintendenza
per i Beni archeologici della Puglia.
Insediamento di Giancola, le
camere di cottura della fornace a forma circolare (sx)
e delle due fornaci "gemelle" (dx) a forma
rettangolare (da
[3])
L’impianto
produttivo artigianale era costituito da due grandi
fornaci rettangolari ed una a forma circolare, con camere
di combustione interrate sulle quali si reggevano i
piani forati (attraverso cui avveniva la trasmissione
del calore) dove venivano appoggiati i materiali da
cuocere. La copertura sovrastante era costituita da
una volta, facilmente rimovibile e di buona tenuta termica.
Il prefurnio, che serviva a preparare le braci,
era disposto a est sullo stesso lato dove si apriva
uno spiazzo detto “dei fornaciai”, mentre
l’accesso alle camere di cottura avveniva da ponente
nei pressi dell’area riservata ai vasai.
La vita degli impianti ha conosciuto tre fasi di sviluppo,
compresi tra la prima metà del I sec. a.C. al
I sec. d.C.
Insediamento di Giancola: prima
fase di vita degli impianti - da
[2]
La villa
di età romana, rinvenuta nel 1998, sempre sulla
sponda orientale del Canale Giancola a circa un km a
sud delle fornaci, rappresentava il fulcro dell’intera
azienda agricola. Era caratterizzata da una zona riservata
alle abitazioni e di un’area adibita alle lavorazioni,
di quest’ultima faceva parte la cella vinaria,
un vano di 14,5 x 15 m. utilizzato per la conservazione
del vino in grossi contenitori infossati detti dolia
(ne sono stati ritrovati ben 19).
All’interno della cella anche una vasca di lavorazione
delle uve e di fermentazione del mosto: profonda circa
un metro e mezzo ed accessibile da 4 gradini, era interamente
rivestita da intonaco idraulico.
Qui furono recuperati numerosi cocci e una interessante
statua in marmo raffigurante Bacco.
Villa romana di Giancola, la
vasca di lavorazione delle uve
(da [2])
e la statua in marmo
di Bacco (da
[9])
Museo Archeologico di Francavilla
Fontana. Ricostruzione in plastico della cella vinaria
della villa Romana situata in località Giancola
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Museo
Archeologico di Francavilla Fontana. Statua in
marmo di Bacco nella cella vinaria
della villa Romana situata in località
Giancola
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Probabilmente ricadente
nello stesso latifondo (fundus) l’impianto
produttivo rinvenuto in località Marmorelle,
che si sviluppava nell’entroterra sempre in prossimità
del canale Giancola.
Fu segnalato negli anni ’70 dal prof. Cesare
Marangio e riportato alla luce nei primi anni
’90 dall’archeologa brindisina Paola
Palazzo, che aveva già operato durante
il ritrovamento delle villa romana e nelle fornaci di
Giancola, per conto della Soprintendenza.
Quattro fornaci rettangolari parallele e numerosi reperti
ceramici furono rinvenuti durante la campagna di scavo.
Le fornaci in località
Marmorelle da
[4]
Anche alla periferia
sud della città, sullo svincolo d’ingresso
al rione La Rosa, sono stati ritrovati
nel 1987 numerosi materiali ceramici e scarti di lavorazione,
reperti che lasciano ipotizzare l’esistenza di
un altro sito produttivo che, analogamente ai precedenti,
sarebbe sorto nei pressi di un corso d’acqua (il
canale Fiume Piccolo), vicino al porto e sull’importante
Via Calabra, il prolungamento della Via Traiana
che collegava Brindisi a Hydruntum (Otranto).
Particolare importanza
storico-onomastica assumono i bolli,
veri e propri marchi di fabbrica stampati dal fabbricante
sulle anse delle anfore prima della cottura. Sui manici
dei materiali prodotti nei siti brindisini sono stati
ritrovati i nomi dei proprietari delle fornaci, come
gli Aninii (Caius Aninius e Lucius
Aninius) e i Vehili negli impianti
di Apani, e di tanti altri personaggi tra cui Tarula,
il servo del dittatore Silla.
I bolli sulle anse delle anfore
prodotte ad Apani (C. Aninius e C. Vehilius)
da [4]
A Giancola, come
a Marmorelle, compare impresso su numerosissime anse
il nome di Visellio, spesso associato
a quello di 26 suoi schiavi, e dei successivi gestori
dell’intero complesso produttivo, come Lucio
Marcio Saturnino e Petronio Sostrato.
Interessante l’ipotesi del prof. Manacorda a proposito
dell’identificazione di Visellio con un personaggio
storico di rilievo come Caio Visellio Varrone, l’oratore
romano vissuto nel I sec. a. C. amico di Cesare e cugino
di Cicerone.
I bolli sulle anse delle anfore
prodotte a Giancola (Visellio e Petronio Sostrato)
da [6]
Uno studio molto
approfondito e dettagliato sui bolli ritrovati a Brindisi
nel sito produttivo di Apani è stato redatto
da Paola Palazzo, impegnata anche nelle
campagne di scavo nell’area produttiva di Giancola.
Le sue numerose pubblicazioni rappresentano un punto
di riferimento per studiosi e ricercatori del settore
e i risultati delle indagini sono spesso presentati
in importanti congressi internazionali.
La presenza dei sigilli impressi sulle anfore ha inoltre
permesso di ottenere maggiori informazioni sugli scambi
commerciali in epoca romana: le anfore prodotte a Brindisi
sono state ritrovate in diverse località del
centro e nord Italia, ma anche in Spagna, Francia, Palestina,
Siria, Egitto e nei porti del Mar Nero.
Tutto ciò dimostra l’imponente produzione
anforaria adoperata quasi esclusivamente per l’esportazione
delle derrate alimentari, di olio e di vino prodotte
nelle aziende agricole locali.
Giancola, resti dei materiali
ceramici (scarichi) nei pressi delle fornaci
(ph. G. Membola - dic. 2011)
Le fornaci ritrovate
nell’agro di Brindisi sono andate quasi tutte
distrutte, forse solo gli impianti di Giancola, attualmente
ricoperte dal terreno, potrebbero essere recuperate
e degnamente valorizzate, magari in un progetto di riqualificazione
che includa l’attigua area archeologica risalente
al paleolitico e il sito di interesse faunistico ambientale
che si estende lungo la foce del canale.
Le idee ci sono, i progetti anche, mancherebbero solo
i finanziamenti e forse un pizzico di volontà.
Le
Tenute Rubino, una delle principali
aziende vitivinicole del territorio che si estende
sui terreni che in buona parte componevano il
fundus di Giancola già nel I sec.
a.C., hanno voluto intitolare a Visellio
uno dei vini più pregiati della produzione
aziendale.
Da qualche anno anche con il rosato, vino ottenuto
dalle uve di negramaro locale, si è voluto
ricordare un altro personaggio che ha gestito
il complesso produttivo in età augustea,
il liberto Saturnino. |
Testo di Giovanni Membola
Si ringrazia l’archeologa
Paola Palazzo per la disponibilità e la cortesia
nel fornire la documentazione da consultare e le immagini
pubblicate utili alla redazione del presente documento.
Il testo è stato pubblicato sul mensile Tutto
Brindisi n. 37 (dic. 2011).
Non è consentito
l'utilizzo dei testi e delle immagini senza l'autorizzazione
scritta dei rispettivi Autori.
Fotogallery
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Didascalie delle foto
- Apani, Pianta e sezione della fornace Vehilio
da Benita Sciarra. Su un saggio di scavo
in contrada Apani, in agro di Brindisi
in Studi Salentini (1973)
- Veduta della fornace di Apani. 2004
da Benita Sciarra. I Musei Archeologici
della Provincia di Brindisi (1984)
- Ansa con bollo VISELLI (ph. G.Membola 2011)
- Ansa con bollo LVCAON (ph. G.Membola 2011)
- Resti di anfore e materiale ceramico di scarico
nei pressi della fornace di Giancola (ph. G.Membola
2011)
- Esemplificazione delle principali forme di
anfore prodotte a Giancola nella prima fase
(3-7) e nella seconda fase (8) da Daniele Manacorda.
Le fornaci di Giancola (Brindisi): archeologia,
epigrafia, archimetria.
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Bibliografia
essenziale
- Rassegna di Archeologia
Subacquea. Catalogo del Museo Archeologico Provinciale
"F.Ribezzo" di Brindisi
- Paola Palazzo, Giancola:
la villa. In La ricerca archeologica
nell’ager Brundisinus: lo scavo della
villa di Giancola, in Staim 1, 2004,
pag. 408-413 figg.2, 5.
- Paola Palazzo., I siti
artigianali nel territorio brindisino.
In Viaggio nella terra del vino - la documentazione
archeologica a Brindisi. A cura di Angela
Marinazzo, pag. 16-24, figg. 32, 33
- Paola Palazzo. Insediamenti
artigianali e produziona agricola. In
Scritti di antichità in memoria di Benita
Sciarra Bardaro a cura di Cesare Marangio
e Antonio Nitti, 1994, pag. 53-60, figg. 2,
4 e 7
- Daniele Manacorda. Giancola (BR): le fornaci
romane.
- Giuliano Volpe. Brindisi, una fucina di
anfore. In Segreti Scolpiti, Ulivi
di Puglia.
- Paola Palazzo. Brindisi. Località
Marmorelle: le fornaci e i reperti anforari.
In Epigrafia e territorio, politica e società:
temi di antichità romane a cura
di Mario Pani
- Daniele Manacorda. Le fornaci di Giancola
(Brindisi): archeologia, epigrafia, archimetria.
In 20 ans de recherches à Sallèles
d'Aude di Fanette Laubenheimer
- Angela Marinazzo. Il dio giovinetto.
In Viaggio nella terra del vino - la documentazione
archeologica a Brindisi. A cura di Angela
Marinazzo, pag. 28, fig. 51
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Documenti
e link di approfondimento
sul tema
» Anfore
brindisine (Università
degli Studi di Bari, Dip. Studi Classici e Cristiani)
» Catalogo
dei bolli (Università
degli Studi di Bari, Dip. Studi Classici e Cristiani)
» Principali
classificazioni delle anfore da trasporto.
(Giuseppe Migliore)
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subacquea sul litorale brindisino
» Il
sito di importanza comunitaria della
foce del canale Giancola
» Gli
antenati dei brindisini: i romani
» Il
turismo nella Brindisi romana
» Torre
Testa (loc. Giancola)
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