LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
Dall’Istria
a Brindisi al Collegio Tommaseo
Subito dopo
l’armistizio, Tuturano, come altre località
pugliesi, fu individuato come sito di smistamento
di profughi giuliani, di cui si segnala il primo
arrivo a Bari il 26 settembre 1943.
Gli alleati decisero che coloro che avevano
rifiutato di aderire all’esercito di Tito,
dovessero scegliere se unirsi ai partigiani
italiani o raggiungere l’Egitto, transitando
dal campo di Tuturano.
250 slavi furono imbarcati per l’Egitto
il 17 gennaio 1944, nell’ambito dell’esodo
forzato di migliaia di profughi provenienti
dall’Istria e dalla Dalmazia e di ex internati
in campi di concentramento.
Dopo la fine della guerra, già dal 10
ottobre 1946 il Collegio ospitava 300 giovani
profughi istriani “venuti tra di noi
per poter continuare i loro studi e condurli
a termine lontani dal clima arroventato delle
nostre città contese” (da
La Freccia, 19 ottobre 1946, p.1).
Il Collegio
venne allora intitolato a Niccolò Tommaseo,
in omaggio al letterato dalmata sostenitore,
già nell’ottocento, della fratellanza
tra le popolazioni slave e italiane.
L’istituto prese a funzionare alle dipendenze
del Commissario Nazionale Gioventù Italia,
ma con il contributo del Ministero per l’assistenza
post bellica, che pagava le rette degli allievi
e assunse la denominazione di “Collegio
per profughi giuliani”.
Il Collegio, frequentato dai profughi e i cui
docenti erano profughi, divenne punto di riferimento
per la comunità giuliana. In città
era diffuso un forte sentimento di solidarietà
nei confronti degli esuli, presenti in numero
elevato e coordinati dal Comitato provinciale
assistenza profughi Venezia Giulia e Zara.
Il legame di solidarietà tra i profughi
giuliani e Brindisi divenne più saldo
nell’ottobre 1948, quando fu costituito
il Consorzio Fiume – Brindisi, per ricostruire
nel capoluogo salentino le industrie abbandonate
nelle terre istriane e per dare lavoro agli
esuli alloggiati nei campi profughi. Il gruppo
degli industriali e commercianti fiumani aveva
scelto Brindisi perché vicina ai mercati
dell’Oriente, da essi tradizionalmente
frequentati.
Da “Il Collegio navale Tommaseo 1934
– 1977 dalla progettazione al disuso”,
1994.
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