Monumenti - FONTANA DE TORRES
Era il 1618 quando
il regio governatore di Brindisi Pedro Aloysio
De Torres volle porre rimedio alla carenza
di acqua potabile all’interno della città,
un bisogno davanti al quale l’amministrazione
civica esitava e non riusciva a trovare una valida soluzione.
I cittadini, ma anche i tanti soldati ed ufficiali dei
galeoni spagnoli ancorati nel porto, erano infatti costretti
a recarsi alla cisterna del Bastione San Giorgio per
rifornirsi del prezioso liquido (per questo il baluardo
veniva denominato dagli spagnoli "bastione
de agua", fu poi demolito alla metà
dell’800 per realizzare la piazza e la stazione
ferroviaria) o alla più lontana Fonte Grande
(o fontana Tancredi). Oltretutto durante le ultime due
estati si erano verificate epidemie che causarono diverse
vittime principalmente tra i militari iberici di stanza
in città.
L’attivo ed
intraprendente capitano spagnolo, che era anche castellano
dell'isola di sant’Andrea, ordinò la realizzazione
di tre fontane nel centro abitato, e per non gravare
sul già precario bilancio comunale, decise di
far pagare le opere ai soli cittadini più abbienti,
facendo segnare in rosso, sui muri delle loro case,
quante giornate lavorative dovevano finanziare sulla
base delle capacità economiche di ognuno.
Il progetto, che fu realizzato in tempi brevi e con
ottimi risultati, prevedeva anche la sistemazione delle
antiche condotte idriche realizzate in epoca romana
che da Pozzo di Vito (scheda)
portavano l’acqua alle vasche limarie di Porta
Mesagne (scheda)
e quindi sino al Bastione san Giorgio. Da qui fu creata
una nuova condotta che giungeva alle fontane, la prima
denominata di Crisostomo era situata
nei pressi di via Conserva, la seconda – quella
maggiormente utilizzata dalla popolazione cittadina
- nella piazza “di basso” (detta anche piazza
rustica o della plebe, nell’ottocento divenuta
piazza dei commestibili, oggi piazza della Vittoria),
l’ultima sul lungomare tra le Colonne del porto
e gli attuali giardinetti di piazza Vittorio Emanuele
II, utile principalmente agli abitanti della marina
e ai bastimenti.
L’unica superstite
è quella che riporta il nome del governatore
De Torres, realizzata con il reimpiego di antichi materiali
al centro della piazza ubicata “tra le due
collinette sopra le quali sorge Brindisi”.
L’antica fontana è costituita da due vasche
marmoree, quella inferiore è racchiusa in una
sorta di corolla fatta con mezze giare tagliate verticalmente
e rinforzate da pezzi di colonnine, dove si raccoglie
l’acqua che zampilla dalle quattro bocche in bronzo,
a forma di testa di cavallo, incastonate nella vasca
superiore. Questa, più piccola, è un fonte
battesimale che potrebbe provenire da San Giovanni al
Sepolcro, ritenuto il battistero della Cattedrale nel
XII secolo (scheda)
. La sua forma trova infatti riscontro in una importante
raffigurazione miniata presente in una delle pergamene
liturgiche risalenti al X-XIII sec. conservate nel Museo
Diocesano di Bari, dov’è rappresentato
un fonte battesimale dell’arte locale dell’XI
secolo.
Su questa vasca è
inciso lo stemma araldico del De Torres, caratterizzato
dalle cinque torri merlate, al quale si affianca un’iscrizione
del 1618 a ricordo del governatore de Torres che ne
era stato il fautore, del re di Spagna Filippo III (1578-1621),
e di Pedro Tellez-Giron y Guzman, duca di Osuna (1574-1624),
lo spagnolo che fu prima viceré di Sicilia e,
dal 1616, viceré di Napoli (accusato di cospirazione,
fu richiamato in patria e, incarcerato, morì
in prigione). L'iscrizione inoltre ricorda i danneggiamenti
inferti in epoca normanna da Guglielmo il Malo.
PETRO ALOYSIO
DE TORRES PRAETORI: QVOD ROMANOS EMVLATUS AVTHORITATE
ET INDVSTRIA SUA/ PHILIPPI TERTII REGIS ET PETRI GIRONIS
DVCIS OSSVNAE/ PROREGIS AVSPICIIS AC CIVIVM LABORE
ET IMPENSA AQVARUM DVCTVS TEMPORVM ET MALI GVLIELMI
INIVRIA DESTRVCTOS RESTITVERIT/ ATQVE REPVRGATO FUNICVLO
VETERI ET INSTAVRATO FORNICE NOVOS ADSTRUXERIT/ AC
SINVOSO TRACTV PER TVBOS FISTVLAS ET SALIENTES IN
VRBE PERTRAXERIT/ ORDO POPVLVSQVE BRVNDVSINVS PARTE
COMMODITATIS ET ORNAMENTI MEMOR ET GRATVS POST ANNVM
SALVTIS MDCXVIII.
Un'altra scritta latina
è risalente al 1792. Sullo stelo mediano al centro
della vasca dal quale sgorga l’acqua, si può
notare ciò che rimane dello stemma dell’allora
sovrano Filippo III di Spagna, ovvero uno scudo racchiuso
in un cordone e sormontato da tre elmi (foto),
purtroppo deteriorato dal tempo e dallo scorrere dell’acqua.
Una volta lo stelo terminava con un capitello ed era
cinto da una corona reale.
Nel marzo del 1715
la fontana smise di funzionare, fu riparata dal sindaco
Stanislao Monticelli e l'acqua tornò a zampillare
il 26 ottobre dello stesso anno. Un blocco più
lungo si ebbe tra il 1729 e il 1736, ci vollero ben
sette anni per sostituire i condotti in piombo ostruiti
e ritenuti inquinanti.
Le foto d’epoca
mostrano i tanti cambiamenti che la fontana ha subito
tra la metà dell’800 e tutto il ‘900,
alcune immagini mostrano l’aggiunta di elementi
metallici sia sullo stelo che sulla vasca piccola, quest’ultima
fu inoltre dipinta interamente con vernice nera.
Foto
d'epoca - clicca per ingrandire |
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Ma il rischio più
grande si è corso nel 1922 quando il consiglio
comunale aveva deliberato la demolizione della fontana
per far erigere al suo posto un monumento ai Caduti,
fu grazie “all’illuminato, appassionato
e battagliero intervento” di don Pasquale Camassa
che ancor’oggi possiamo ammirare quest’opera
marmorea voluta e realizzata per fondamentali esigenze
cittadine.
Fotogallery
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