Monumenti - LE ISOLE PEDAGNE
di Gianluca Saponaro
Le Pedagne sono un
gruppo di sei isolotti che si trovano nel porto esterno
di Brindisi: Pedagna Grande, Giorgio
Treviso, Monacello, La
Chiesa, Traversa le più
esterne (attualmente tutte zone militari) e di S.
Andrea nel porto medio, la più grande.
Coordinate geografiche: latitudine N 40° 39' 0''
- longitudine E 18° 0' 0''
Elaborazione da Google Maps
Isola di Sant'Andrea
Anticamente veniva chiamava isola
di Bara, nome di origine orientale o forse
ebraica. Nota sin dall’antichità e menzionata
da alcuni autori latini e greci come: Appiano, Cesare,
Plinio, Lucano. Essa fu utilizzata, durante la guerra
civile tra Cesare e Pompeo,
come base d'attacco da Libone, che
per Pompeo comandava una flotta di cinquanta navi, per
cacciare dai posti vicini i presidi della cavalleria
di Cesare e spargere lo spavento tra i suoi soldati.
Marco Antonio, però, assediò
a sua volta Libone e, impedendogli di rifornirsi di
acqua potabile, lo costrinse a fuggire. Il Camassa
dice che i suoi abitanti, di là cacciati, avrebbero
fondato Bari (l'antica Barium), ma è
una leggenda, non storicamente accertata.
Nel Medioevo l’isola prese il
nome di S. Andrea, quando nel 1059
l’arcivescovo di Brindisi Eustachio
la donò ai baresi Melo e Teudelmanno
perché vi costruissero un monastero chiamato
Sant’Andrea all’Isola;
dell'antico edificio rimangono gli imponenti capitelli
esposti nel Museo Provinciale. Vi risedettero sino al
1348 monaci benedettini, ai quali furono
concesse le rendite provenienti dalla Chiesa di S. Nicola
in Brindisi e dalla metà dei canali Delta e Luciana
(Fiume Grande e Fiume Piccolo), dove si coltivava il
lino. Una parte dei resti del monastero, distrutto quando
sull’isola fu realizzato il sistema di fortificazioni
a difesa del porto, fu riutilizzata nel XVI secolo per
la costruzione della porta maggiore della Chiesa
del Carmine, situata nei pressi di Porta Mesagne.
Probabilmente quel frammento di architrave in marmo
decorato con foglie d’acanto spinoso che si trova
all'interno del Calvario, ornava la porta di questa
chiesa.
Anche il grande blocco di marmo che giace al margine
di Porta Mesagne, un tempo con funzione di paracarro
dell’arco stesso, probabilmente era la base per
un leone stiloforo messo a guardia del portone di ingresso
della chiesa di San’Andrea.
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(ph. Gianluca Saponaro) - clicca per ingrandire |
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1 - Semicapitello corinzio in marmo
ottenuto con il riutilizzo di un epigrafe
latina del periodo imperiale, provieniente
dal monastero di S. Andrea all'isola
2 - Semicapitello corinzio in marmo
ottenuto con il riutilizzo di un epigrafe
latina del periodo imperiale, provieniente
dal monastero di S. Andrea all'isola
3 - Semicapitello in marmo con arieti,
probabilmente provieniente dal monastero
di S. Andrea all'isola (XI-XII secolo)
4 - Semicapitello in marmo con volatili
affrontati al ramo di palma, probabilmente
provieniente dal monastero di S. Andrea
all'isola (XI-XII secolo)
5 - Frammento di architrave in marmo
a motivi vegetali, probabilmente provieniente
dalla Chiesa del Carmine (oggi visibile
presso il Calvario).
6 - Blocco in marmo nei pressi di Porta
Mesagne, probabilmente la base di un
leone stiloforo una volta all'ingresso
della chiesa di Sant'Andrea all'isola.
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L’isola, per
la sua posizione strategica, ha da sempre assunto un
importante ruolo per la protezione della città:
i Normanni qui costruirono un avamposto
a scopo di vedetta, successivamente gli Angioini,
con Carlo I d’Angiò, eressero
(probabilmente) una torre cilindrica.
Con il crescente pericolo di attacchi da parte dei Turchi,
dal 1481, inizia l’edificazione del Castello
da parte di Alfonso, duca di Calabria,
figlio di Ferrante d’Aragona. Nel 1558, sotto
gli Asburgo, incominciò la costruzione
del Forte a Mare.
Per una migliore difesa
delle postazioni militari, l’isola nel tempo è
stata divisa artificialmente in tre parti: sulla più
esterna sorge appunto il Castello Alfonsino, staccata
dall'area del Forte a Mare con l'apertura della darsena;
la porzione più a nord, conosciuta come Lazzaretto,
fu separata dalla restante porzione con l'ampio taglio
della roccia (Canale Vicereale), su quest'area nel 1934
fu installata la batteria di cannoni denominata "Pisacane".
L'arcipelago delle Pedagne -
elaborazione da Google Maps
Isola Traversa
Su quest’isola sorge un faro
progettato nel 1834 ed eretto su un basamento circolare
nel 1859. La portata del suo fascio di luce è
di circa 13miglia. Il costo complessivo per la realizzazione
fu di 75mila e 222 lire. Cominciò a funzionare
a partire dal 1° febbraio del 1861, consentendo
ai naviganti di identificare facilmente l’imboccatura
del porto e quindi evitare possibili collisioni con
i quattro isolotti presenti nella zona, oltre ai due
semisommersi.
Il faro di V ordine, attualmente ancora in funzione
(fanale rosso), era custodito da tre fanalisti che si
avvicendavano tra loro, interessandosi anche della manutenzione.
Sono ancora presenti gli alloggi dei guardiani con cinque
stanze e due cucine, oggi in completo degrado.
Isola La Chiesa
Qui è la Grotta dell’Eremita,
con affreschi, ora quasi del tutto illeggibili, che
si pensò rappresentassero la Natività
(foto);
sia la grotta che i resti degli affreschi, si immagina,
necessitano di urgenti restauri.
Ad uso del religioso, e a vita solitaria, vi erano vano
dormitorio ed un sistema per la raccolta delle acque
piovane. L’insediamento era collegato con il monastero
benedettino dell’isola di S. Andrea.
Isola Pedagna
Grande
Su quest'isola è presente la batteria militare
“Fratelli Bandiera”, i
cui lavori furono iniziati nel 1916.
Successivamente l'area è stata utilizzata come
zona di addestramento e base operativa del Reggimento
San Marco (fanteria da sbarco della Marina Militare
Italiana, già Battaglione San Marco).
I cinque isolotti
più piccoli sono di proprietà del demanio
militare, pertanto non è possibile avvicinarsi
a meno di cinquanta metri di distanza, e solo nel periodo
estivo. Infatti con una specifica ordinanza, la Guardia
Costiera permette alle imbarcazioni di avvicinarsi agli
isolotti solo dall'1 giungo al 30 settembre ma ne vieta
tassativamente l'accesso.
Pertanto non è possibile conoscere da vicino
quelle testimonianze del passato e verificare lo stato
degli affreschi della grotta dell’eremita.
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1. Il Forte a Mare e il Castello Alfonsino
sull'isola di Sant'Andrea (ph. Damiano Tasco 2005)
2. Le isole Pedagne dall'alto (ph. Damiano Tasco
2005)
3. Le isole Pedagne dall'alto (ph. Giovanni Membola
2005)
4 e 5. Il faro sull'isola Traversa (dal web)
6. Il faro sull'isola Traversa (ph. Damiano Tasco
2003)
7. Isola La Chiesa, Grotta dell'Eremita, tracce
di affresco della Natività [4]
8 e 9. Isola La Chiesa, Grotta dell'Eremita [4]
10. Pedagna Grande. Batteria Fratelli Bandiera [3]
11. Pedagna Grande. Batteria Fratelli Bandiera [3]
12. Isola di S.Andrea, Lazzaretto. Batteria Pisacane
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BIBLIOGRAFIA
- G. Carito, Brindisi:
Nuova Guida, Brindisi, 1993.
- P. Camassa, Guida
di Brindisi, Brindisi, 1910.
- M. Marinazzo, I
sistemi difensivi moderni nella piazza di Brindisi;
in Dal mare… verso il mare, Ordine
degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti
e Conservatori della Provincia di Brindisi,
Brindisi, 2005.
- A. Chionna, Gli
insediamenti rupestri della provincia di Brindisi,
Schena Editore, 2001.
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Documenti
correlati:
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sul Castello Alfonsino (sull'isola di Sant'Andrea)
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Piliego
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