LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
IL
MONUMENTO NAZIONALE AL MARINAIO D'ITALIA
La
decisione di realizzare a Brindisi (che fu preferita
alle altre due città candidate, Trieste e a La
Spezia) un monumento nazionale in onore dei circa 6.000
marinai caduti in occasione della Guerra 1915-18, fu
dovuta all'importante ruolo svolto nel conflitto dalla
Città che le aveva fatto meritare la croce di
guerra, che è da allora parte integrante dello
stemma comunale. Della costruzione del monumento si
fece promotrice nel 1925 la Lega Navale Italiana, che
in seguito integrò con 1.200.000 lire i fondi
che si stavano raccogliendo, e il cui Commissario Straordinario
era Achille Starace, originario della provincia di Lecce
(Gallipoli), della quale anche Brindisi - sia pure per
poco tempo ancora - faceva parte.
A un altro leccese,
Tito Schipa, tenore celebratissimo e molto amico del
podestà di Brindisi Serafino Giannelli, la Città
deve la raccolta di buona parte del denaro occorso per
la costruzione del monumento, al cui costo il governo
pose il limite di tre milioni di lire. Schipa raccolse
i fondi con una serie di concerti "pro Monumento"
organizzati con enorme successo nel 1926 nelle maggiori
città italiane, tra le quali Brindisi, ove lo
spettacolo si tenne il 13 giugno 1926 nel teatro Verdi.
Per il monumento fu
indetto un concorso nazionale aperto ad architetti e
scultori, cui parteciparono ben 92 bozzetti, ciascuno
distinto da un motto, che anni dopo sarebbero stati
presentati in un'apposita mostra tenutasi a Roma, in
via XX Settembre, nell'antico granaio Barberini (il
30 luglio 1932). Vincitore risultò il progetto
del grande timone con cappella-sacrario presentato dall'arch.
Luigi Brunati e dallo scultore Amerigo Bartoli, con
una spesa prevista di 1.200.000 lire (a consuntivo il
costo fu invece di 2.300.000), che aveva per motto "Sta
Come Torre".
I lavori durarono
solo un anno, dal 28 ottobre 1932 (decimo anniversario
della marcia su Roma) all'ottobre 1933. L'inaugurazione
avvenne il 4 novembre 1933 (quindicesimo anniversario
della vittoria), alla presenza del re Vittorio Emanuele
III, oltre che di Achille Starace. Per l'occasione,
un ponte di barche collegò il centro della città
con la riva "Posillipo" della frazione Casale,
dove il monumento si trova, per agevolare la partecipazione
del maggior numero possibile di cittadini. La Lega Navale
consegnò ufficialmente il "grande timone"
alla Marina Militare, che a sua volta stipulò
una convenzione col Comune per la gestione patrimoniale
e d'uso del monumento e aree annesse.
L'opera, alta 53 metri,
realizzata con pietra di càrparo (tufo compatto
dorato), ha alla base una cripta a forma di scafo capovolto
profonda 27 metri e con pavimento in marmo nero. Sull'altare
è la statua della Vergine "Stella del Mare";
sulle pareti sono incisi i nomi dei circa 6.000 marinai
caduti nella Grande Guerra e sono ricordati i 33.900
marinai caduti nell'ultima guerra. Vi è pure
la campana della corazzata "Benedetto Brin",
affondata con l'equipaggio nel porto medio di Brindisi
il 27 settembre 1915, per un atto di sabotaggio (almeno
così si pensò all'epoca). Sul piazzale
superiore del monumento sono le àncore delle
corazzate austro-ungariche "Tegethoff" e "Viribus
Unitis", affondate dagli italiani nel 1918, e due
cannoni appartenuti a sommergibili pure austro-ungarici.
La statua in marmo della Madonna fu collocata sulla
sommità del Monumento nel 1954.
Testo
di Roberto Piliego
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