LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
CERIMONIA
DI CONSEGNA DELLA STATUA DELLA VERGINE MARIA
POSTA SUL MONUMENTO NAZIONALE AL MARINAIO D'ITALIA
18 DICEMBRE 1955
La statua fu donata dalle volontarie
Figlie di Maria alla Marina Militare, la suggestiva
cerimonia avvenne nel primo pomeriggio del 18 dicembre
del 1955 con l'affollata partecipazione dei cittadini
(ph. Stefano Piccirillo)
La presenza a Brindisi della Marina
Militare ha visto l'organizzazione, negli anni, di una
serie di importanti eventi che hanno sempre riscontrato
una folta partecipazione popolare. Uno dei momenti più
significativi, e forse tra i meno ricordati, risale
al 18 dicembre del 1955 in occasione della cerimonia
di consegna della statua della Vergine Immacolata posta
nell'ampia nicchia del Monumento al Marinaio d'Italia,
il cosiddetto "dente del timone".
Quella fredda domenica fu davvero speciale e ricca di
avvenimenti, già al mattino venne aperta al culto
la nuova chiesetta intitolata a "Maris Stella",
situata all'interno del recinto dell'ex infermeria della
Marina Militare (la si vede percorrendo via Prov.le
per S.Vito, nei pressi dell'incrocio semaforizzato con
via Ponte Ferroviario), la funzione religiosa fu officiata
da Monsignor Arrigo Pintonello, ordinario militare
delle Forze Armate italiane, con la consacrazione e
benedizione del nuovo edificio sacro. I disegni ed i
progetti del tempietto erano stati curati da Marigenimil
(Genio Militare della Marina) e dal capitano Superbi,
mentre i lavori di costruzione furono interamente eseguiti
dalle maestranze della Difesa.
Nel primo pomeriggio della stessa giornata
l'arcivescovo Pintorello, titolare anche della cattedra
di Teodosiopoli di Arcadia (Egitto), partecipò
alla suggestiva manifestazione indetta in occasione
dello "scoprimento", e la simbolica consegna
alla Marina Militare, della maestosa scultura in lega
di cemento rappresentante la Madre di Dio, posizionata
quasi all'apice del Monumento Nazionale, dove ancora
oggi svetta a protezione della città e del suo
straordinario porto naturale. La statua, realizzata
presso l'Arsenale Militare di Taranto, è alta
quattro metri e mezzo e pesa circa dieci tonnellate,
fu fortemente voluta dall'Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni
a memoria dell'Anno Mariano 1954 e fu donata dall'Associazione
giovanile femminile cattolica di ispirazione mariana
"Ali Azzurre delle Figlie di Maria"
di Brindisi.
Immagine della cerimonia svolta
sul piazzale antistante il Monumento al Marinaio in
occasione della consegna
della statua della Vergine Immacolata (18 dicembre 1955)
Le cronache dell'epoca raccontano della
straordinaria partecipazione di pubblico disposto sia
su tutto il lungomare Regina Margherita e nell'ampio
piazzale inferiore al Monumento, dove avvenne la cerimonia
alla presenza delle principali autorità civili,
militari ed ecclesiastiche. La prima a prendere la parola
fu la giovane presidentessa dell'associazione "Ali
Azzurre", seguita dal Comandante della Marina Militare
del Basso Adriatico, l'ammiraglio medaglia d'oro Arnaldo
Fadin, che oltre a confermare l'importanza del dono
della Statua per la popolazione brindisina, promise
la realizzazione - a spese della Marina - di aiuole
e "villette" come degno ornamento dello spazio
antistante il Monumento. L'alto ufficiale assicurò
inoltre il celere completamento dei lavori già
avviati all'interno della cripta.
"Finalmente Brindisi ha la sua
"Stella di Mare" - esordì così
mons. Pintonello nel suo atteso intervento - Maria Vergine
che dall'alto del Monumento al Marinaio d'Italia, risplendente
e luminosa, elevata sul suo triplice e spazioso porto,
né proteggerà le sorti e i figli che si
avventureranno tra le onde infuriate nelle orride notti
di tempesta". Seguirono le parole dell'arcivescovo
di Brindisi e Ostuni Nicola Margiotta, il quale,
dopo aver ringraziato l'Ordinario militare per le sue
appassionate espressioni, lesse il telegramma appositamente
inviato dal Pontefice Pio XII di cui ricordò
la benedizione apostolica. Tra i coordinatori della
riuscitissima manifestazione anche il cappellano militare
don Augusto Pizzigallo, curatore, in accordo
con il Comitato Organizzatore e Maridifedist, della
sistemazione delle varie associazioni civili e della
popolazione intervenuta. La cerimonia terminò
con un potente fascio di luci proiettato verso l'alto
ad illuminare la massiccia statua della Vergine Immacolata.
"Sebbene avessi all'epoca appena
cinque anni, ricordo tutta la cerimonia come se si fosse
verificata solo qualche settimana, qualche mese fa!
- racconta Roberto Guadalupi, testimone di
quella straordinaria ed indimenticabile giornata - Accompagnato
dalla mia zia preferita, Giuseppina, ero sul versante
opposto nei pressi dell'hotel Internazionale, ricordo
perfettamente i due elicotteri che sollevarono la statua
dal piazzale e la perizia con il quale i piloti arrivarono
nei pressi dello spazio dove doveva essere sistemata.
Nonostante il freddo era una giornata luminosa e senza
vento, condizioni ideali per le difficili manovre aeree".
L'alta scultura della Vergine Maria, da sempre "la
Madonnina" per tutti i brindisini, è collocata
su un globo terracqueo sul quale è attorcigliato
un serpente, simbolo del male, in posizione di sottomissione
totale all'Immacolata Concezione, che gli calpesta il
capo, in segno inequivocabile di vittoria del bene sul
male, sul peccato originale, della purezza e dell'innocenza
sulle passioni. Questa rappresentazione iconografica,
molto diffusa nei secoli e fonte inesauribile di ispirazione
per artisti, scultori e pittori, è stata in qualche
modo "corretta" e spiegata da Papa Giovanni
Paolo II durante l'udienza del 29 maggio 1996: una
errata traduzione dall'ebraico al latino del Protovangelo
avrebbe infatti causato l'inesatta interpretazione del
testo biblico, "nel quale non è la donna,
bensì la sua stipe, il suo discendente a calpestare
la testa del serpente. Tale testo attribuisce quindi,
non a Maria, ma a suo Figlio la vittoria su Satana"
chiarì il Pontefice davanti a migliaia di pellegrini.
"Tuttavia, poiché la concezione biblica
pone una profonda solidarietà tra il genitore
e la sua discendenza, è coerente con il senso
originale del passo la rappresentazione dell'Immacolata
che schiaccia il serpente, non per virtù propria
ma della grazia del Figlio".
Nelle settimane successive la riuscitissima
manifestazione, come promesso, i lavori all'interno
della cripta proseguirono senza sosta "sotto
l'assidua sorveglianza dell'addetto sig. Marco Sardelli",
con la sistemazione degli spazi dove furono incisi i
trentaduemila nomi dei marinai caduti durante il conflitto
mondiale.
Il noto Monumento nazionale al Marinaio d'Italia era
stato inaugurato dal re Vittorio Emanuele III ventidue
anni prima, un'opera alta cinquantaquattro metri realizzata
in cemento armato ed interamente ricoperta da pietra
dorata di carparo. La sua suggestiva forma richiama
un titanico timone nautico, mentre se visto dall'alto,
l'insieme dell'intera costruzione assume l'aspetto di
un uccello stilizzato. In origine sulle pareti laterali
della costruzione erano stati applicati i bassorilievi
di grandi fasci littori, rimossi dopo la caduta del
regime.
Si ringrazia per le foto aeree Stefano
Piccirillo (instagram: stefn79_ph)
Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.229 del 17/12/2021
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